Alcuni testimoni riferiscono di un cigno trascinato sott‘acqua all’altezza delle Bolle di Magadino. L’esperta: ’Alcune specie sopravvivono in acqua dolce’
Dopo i numerosi avvistamenti di pesci tropicali nel Mediterraneo, a causa dell’innalzamento delle temperature delle acque, ora anche alle nostre latitudini iniziano a vedersi i primi, inquietanti effetti del riscaldamento climatico globale, a loro volta collegati al pericoloso diffondersi di specie alloctone, già più volte avvistate nel nostro cantone.
Dopo numerose voci che si sono rincorse nei giorni scorsi, si è avuta oggi notizia di un avvistamento nelle acque del Verbano, sul versante svizzero, non del ben noto pesce siluro, ma di quello che sembrerebbe essere in tutto e per tutto uno squalo. Stando al racconto di alcuni testimoni, ieri pomeriggio nella zona delle Bolle di Magadino, nei pressi della foce del fiume Ticino in territorio di Locarno una grossa ombra era chiaramente visibile appena sotto il pelo dell’acqua ad alcune decine di metri dalla riva. Dopo alcuni istanti, dal pelo dell’acqua è emersa la tanto temuta pinna, che si è diretta rapidamente verso un gruppo di cigni, uno dei quali è stato trascinato giù repentinamente. L’avvistamento in Ticino conferma quello di alcuni giorni fa sul versante italiano del Verbano, nel comune di Cannobio fra le frazioni di Ascogno e Cicascate. Secondo fonti locali, l’animale sarebbe sfuggito da un allevamento privato che rifornisce gli acquari di molte città del mondo, per poi, come spesso accade per molte specie, crescere a dismisura.
Ma è plausibile la presenza di uno squalo in specchi di acqua dolce? Secondo Avril Fish, biologa dell’Università di Berna, assolutamente sì. Sono diverse, infatti, le specie di squali che riescono a sopravvivere in acqua dolce, alcune in modo esclusivo come lo squalo di fiume del Borneo e lo squalo dai denti di lancia, altre adattandosi sia ad acque dolci sia salate sfruttando il meccanismo dell’eurialinità, che permette di sopportare grandi variazioni nel grado di salinità dell’acqua. La specie più celebre è lo squalo leuca, detto anche squalo zambesi dal nome del fiume africano che spesso risale. Questo squalo, considerato fra i più aggressivi e pericolosi per l’uomo, ha ad esempio risalito in alcune occasioni il Rio delle Amazzoni per 4’000 km, ed esemplari sono stati ritrovati anche negli Usa nel Mississippi e in India nel Gange.
C’è però chi si mostra scettico, sostenendo che potrebbe benissimo trattarsi anche di un "classico" pesce siluro con una forma di dismorfismo elefantiaco delle pinne pettorali tale da dare l’impressione, in effetti, che si tratti di una pinna di uno squalo. Un gruppo di sommozzatori è già all’opera per chiarire il mistero. Le autorità nel frattempo raccomandano massima prudenza e di prestare attenzione alla presenza nel lago del Pesce d’Aprile.