La struttura in Vallemaggia, con 60 posti letto, nel giro di due giorni sarà al completo. Presto saranno pronte altre strutture ad Arzo e ad Airolo
Aprirà le porte domattina il centro d’accoglienza per i profughi ucraini ai Ronchini di Aurigeno. Nel giro di due giorni sarà al completo, ha spiegato ai giornalisti Ryan Pedevilla, capo della Sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione, nel corso di un incontro-stampa nella struttura valmaggese. «In seguito, il 21 marzo, entrerà in funzione un centro simile ad Arzo: si tratta di casa "La Perfetta", di proprietà della Comune di Chiasso. Il 26 marzo, toccherà alla "Casa al Mulino", di proprietà della Città di Mendrisio e situata ad Airolo. Tutte e tre gli stabili hanno più o meno la stessa capienza e le dimensioni sono adatte allo scopo. I profughi, in massima parte donne e bambini, dopo la registrazione a Cadenazzo e gli accertamenti medici vengono trasferiti in una postazione d’accoglienza, dove idealmente resteranno da due a quattro settimane; il tempo minimo necessario per trovare altre soluzioni d’alloggio. Ad esempio case e appartamenti messi a disposizione da autorità comunali, enti, fondazioni o privati. Attualmente in Ticino le proposte sono tante (almeno un centinaio) e dobbiamo valutare la loro idoneità». Chi avesse alloggi adatti può annunciarsi al proprio Comune o alla Protezione civile (PCi). Il ruolo di quest’ultima è essenziale nella gestione dell’emergenza. Ai Ronchini è il comandante Lorenzo Manfredi, della PCi Locarnese e Vallemaggia, a guidare i giornalisti nel "Campus", ristrutturato l’anno scorso. L’edificio è moderno, funzionale, luminoso e a diretto contatto con la natura. È annesso alle scuole dell’istituto della Bassa Vallemaggia (circa 200 gli allievi), diretto da Eusebia Togni: «Ci sono regole e disposizioni chiare, già spiegate agli alunni e alle loro famiglie. Tutti dovranno portare il massimo rispetto alla privacy delle persone che alloggeranno nel Centro, chiuso comunque ai visitatori, evitando che i profughi diventino oggetto di curiosità». Chiunque voglia fare donazioni, aggiunge Manfredi, dovrà farlo passando dalla PCi.
I 60 posti letto sono suddivisi in camerate e sono stati pensati spazi anche per le attività di svago o ludiche: mentre pranzi e cene saranno serviti nel refettorio scolastico, ma a orari diversi da quelli degli allievi: «Oltre a dotare il centro del wi-fi, abbiamo allestito alcune postazioni internet, per permettere a queste persone di restare informate sulla situazione in Ucraina e per comunicare con i loro cari». All’esterno i militi hanno costruito due rifugi in legno per gli animali domestici (uno per i gatti e uno per i cani), che sono giunti in Ticino con i loro padroni. All’interno dello stabile – dove saranno in vigore le norme anti-Covid (obbligo di mascherina) – gli animali da compagnia non potranno entrare.
La struttura è amministrata dal Consorzio scolastico della Bassa Vallemaggia, la cui delegazione è presieduta da Jonathan Pozzoni: «Il "Campus" era già stato prenotato da gruppi esterni per periodi di soggiorno, ma abbiamo chiesto loro di cedere il passo per permetterci di fronteggiare questa situazione e quindi le riservazioni sono state annullate. Desideriamo fare la nostra parte per aiutare e sostenere i profughi ucraini». Anche a livello finanziario il Consorzio – che fa capo ai Comuni della zona – non avrà guadagno, ma si limiterà a coprire i costi, dimostrando così la propria generosità. Va detto che le spese di vitto e alloggio vengono coperte dalla Confederazione, tramite la Segreteria di Stato della migrazione che pure gestisce l’assegnazione dei profughi ai Cantoni svizzeri.