Presentato il risultato di uno studio urbanistico in parallelo affidato a tre architetti. Scopo: riqualificare e rendere più attrattive le aree del paese
Cinque spazi pubblici ben delimitati dai quali muovere per disegnare il Comune di Ronco s/Ascona del futuro. In questi giorni, gli abitanti del paese collinare si sono visti recapitare dalla Cancelleria una pubblicazione, intitolata “Una visione unitaria per cinque spazi pubblici”. Si tratta del risultato di un lavoro d’indagine pluridisciplinare affidato, su mandato, a tre studi di architettura (questi ultimi accompagnati dal parere e le valutazioni di un collegio di esperti) allo scopo di confrontare idee sul possibile sviluppo urbanistico del nucleo storico di Ronco e di quattro punti d’incontro disseminati tra la parte vecchia del paese e la strada di transito principale (via Livurcio). Arteria che lo attraversa dall’alto al basso, unendo l’abitato in collina con Porto Ronco e la zona dei monti. Luoghi che non sono stati scelti a caso, bensì al termine di una serie di riunioni tra l’autorità municipale e un apposito gruppo di lavoro formato da membri delle commissioni comunali. Il coinvolgimento di due urbanisti, in questo percorso concordato, ha portato all’elaborazione di schede d’indirizzo impiegate quale base del mandato dello studio in parallelo. Un approccio dunque plurale per uno sviluppo congiunto. Negli ultimi decenni, di progetti e ipotesi ne sono stati realizzati parecchi, ma sempre sono rimasti bei disegni colorati sulla carta vuoi per ragioni di costi, vuoi per le resistenze del legislativo.
Non si tratta, è bene sottolinearlo, di scelte definitive, bensì di possibilità d’intervento (con modalità, strategie e tempistiche) che forniranno delle basi di confronto. Una sorta di direttrice tracciata lungo la quale l’autorità comunale potrà muoversi nei prossimi mesi con scelte consapevoli ed equilibrate. Detto del comparto chiave, ecco quali sono le cinque micro zone d’azione: Piazza Madonna delle Grazie e Piazza dei Semitori; Nucleo di Ronco; via delle Scuole; Vaticano; Due Cappelle. Agli urbanisti è stato chiesto di elaborare una visione che consentisse di valorizzare, legare e sistemare queste aree specifiche, riqualificandole e rivitalizzandole. Così da arrivare a contrastare il declino demografico, stimolare lo sviluppo dell’economia locale, accrescere la fruizione dei luoghi per gli abitanti conferendo loro un aspetto piacevole. Il laboratorio progettuale evidenzia, ad esempio, la necessità d’intervento sulle tre piazze situate nella parte bassa del comparto di studio: Piazza della Madonna, Piazza dei Semitori e Piazza della Castagna, il biglietto da visita del paese. Da più parti si avverte la necessità di focalizzare gli interventi di riqualifica su questi spazi e della strada cantonale che le attraversa. Nel caso dei posteggi, croce e delizia degli abitanti del paese, un’idea approfondita è, ad esempio, quella di ricavarne un’ottantina sotterranei sotto la Piazza della Madonna. Altri andranno ricavati in zona Due Cappelle, dove da anni si parla di un progetto d’autosilo che, tuttavia, non ha mai visto la luce. In aggiunta il sedime potrebbe poi accogliere, nella parte superiore, alcune abitazioni primarie. Stalli creati, stalli cancellati: sulla piazza dei Semitori l’idea che si predilige è quella di liberarla dalle auto (creando nelle immediate vicinanze una fermata del bus). Quanto all’arteria stradale che divide l’abitato, un lifting si rende necessario. Riduzione della velocità di transito, nuova pavimentazione unitaria, moderazione del traffico sono le componenti di questo intervento che favorirà la ricucitura.
Per quanto attiene la zona Vaticano e via delle Scuole, si pensa ad esempio al recupero degli antichi ronchi in modo da offrire alla popolazione un bel giardino aperto al pubblico. Anche in questo caso, via le auto (concedendo però la possibilità di carico/scarico ai residenti) e spazio ai pedoni. Per alcuni fondi ed edifici si possono inoltre ipotizzare nuove destinazioni d’uso.
Quanto al nucleo del paese, gli specialisti sono concordi: occorre accrescere la funzionalità degli alloggi, ritoccando le normative a Pr che spesso costituiscono dei vincoli eccessivamente severi per chi intende ristrutturare casa, se si vuole conferirgli maggiore attrattività. Una spinta allo sviluppo di piccole attività culturali-artigianali e al turismo (funzioni compatibili) è un’altra carta da giocare affinché si inneschi un reale cambio di paradigma che possa portare a una rigenerazione del comparto.
Naturalmente tutte queste soluzioni concettuali andranno discusse e approfondite ulteriormente anche con il legislativo e con chi ha a cuore lo stesso obiettivo. I prossimi passi?
Un’esposizione pubblica delle proposte/progetto per arrivare a un quadro condiviso.