Aeroporto di Locarno, il governo ha deciso la costruzione di un’aviorimessa che garantirà all’AeLo spazi adeguati in attesa della futura nuova officina
Sono trascorsi quasi tre mesi da quel 13 luglio nel quale un “down burns” (un vento intenso e forte, indirizzato dall’alto verso il basso, che si sviluppa sotto le nuvole temporalesche) si è portato via, all’Aeroporto cantonale di Locarno, portoni e tetto del vecchio Hangar 1, lasciandone solo lo scheletro in ferro. Fortunatamente senza causare feriti dietro al suo passaggio. Le persone presenti al suo interno erano infatti riuscite a mettersi in fuga, trovando riparo all’interno del vicino edificio.
Senza perdersi d’animo, il capo campo, i responsabili della locale scuola di formazione piloti e dell’officina si erano subito attivati per assicurare l’operatività del piccolo scalo, evitando interruzioni e chiusure che avrebbero comportato, sicuramente, ingenti perdite finanziarie, oltre che infrastrutturali. Ci si è insomma arrangiati facendo capo agli spazi, seppur limitati, di un’aviorimessa sostitutiva nella quale garantire i necessari controlli agli aerei civili della clientela e della scuola di volo, quest’ultima in fase di crescita. In seguito è stata pure montata una tensostruttura nella quale accogliere gli aerei e proteggerli dalle intemperie.
Valerio Caroni, direttore di AeLo Maintenance SA, società che cura i servizi di manutenzione degli aeromobili, conferma a ‘laRegione’ come le soluzioni provvisorie adottate immediatamente dopo il danno abbiano, in parte, permesso di parare il colpo. Ma aggiunge che, a lungo andare, la situazione sarà difficilmente sostenibile: «Di fatto dopo l’evento di luglio ci siamo arrangiati organizzando la nostra officina nell’hangar 5, che già fungeva da nostra sede d’appoggio. Abbiamo trasferito parte delle attrezzature all’interno di questa aviorimessa dove gli spazi esigui rendono, tuttavia, il lavoro assai difficile – commenta –. La tenda installata dal Cantone dinnanzi al vecchio Hangar 1 distrutto dal maltempo ci consente l’hangaraggio dei velivoli e funge, in parte, anche da deposito di materiale. Gli uffici amministrativi, invece, grazie alla disponibilità della Para Centro SA li abbiamo trasferiti nei loro stabili. Siamo, insomma, confrontati con una situazione di precarietà, con servizi e depositi sparsi un po’ ovunque. Dal punto di vista logistico, non è certo ottimale».
Una precarietà destinata ad aggravarsi, nei prossimi mesi, con l’arrivo della stagione fredda: «La vedo dura per i tecnici lavorare nell’hangar 5 il prossimo inverno, visto che non può essere riscaldato a sufficienza».
Quanto alle possibili perdite finanziarie dovute a un’operatività ridotta? «Mediamente prima dell’evento di luglio curavamo la manutenzione di una decina di velivoli a settimana. Oggi quelli che riusciamo a gestire sono circa la metà. Per fortuna che la nostra clientela ha dato prova di solidarietà e ha capito, da subito, la criticità della situazione. Solo alcuni dei nostri clienti, nei giorni immediatamente successivi al crollo dell’Hangar 1, hanno portato via i loro aerei per farli revisionare altrove. La maggior parte ci ha dato fiducia e prova di sostegno, affidandoci il lavoro. Una cosa che ci ha fatto molto piacere».
Ora anche il Cantone si appresta a fare la sua parte. Il Consiglio di Stato, in effetti, più volte sollecitato, proprio nelle scorse ore ha risposto a due atti parlamentari che chiedevano lumi sulla tempistica e sui danni (superiori al milione di franchi, liquidati dall’assicurazione) subiti dal vecchio Hangar 1, unico a essere di proprietà del Cantone (gli altri sono regolati da una convenzione tra lo Stato e gli inquilini privati). Come ci riferisce Loris Bianchi, capo dei servizi generali e caposezione ad interim della Sezione amministrativa immobiliare (con funzione di “responsabile” per lo scalo locarnese), l’idea alla quale si sta lavorando è quella di smantellare quel che resta della vecchia aviorimessa (praticamente lo scheletro in ferro) e costruire, sulla piattaforma, un hangar provvisorio che possa garantire l’operatività dell’AeLo Maintenance SA per alcuni anni. Tempo durante il quale, ci è stato riferito, Cantone e AeLo SA progetteranno la nuova costruzione. Quest’ultima potrebbe, tra l’altro, anche sorgere altrove, all’interno del perimetro aeroportuale civile e non necessariamente dove si trova ora. Tutte cose che andranno affinate nell’elaborato. Quanto al credito di progettazione votato a suo tempo dal Gran Consiglio, Bianchi fa presente che era frutto di un accordo tra lo Stato e la Ruag Mro, ex inquilina. Il passaggio da quest’ultima all’AeLo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020, ha imposto, dunque, dei cambiamenti visto che le esigenze delle due ditte non necessariamente collimavano alla perfezione. Un lavoro di comune accordo, quindi.
Quel che è certo, conclude il nostro interlocutore, è che entro il prossimo inverno l’obiettivo di dotare le aziende che ruotano attorno a questo importante servizio di spazi idonei dovrà essere raggiunto.