Si cerca di chiarire la dinamica dell’incidente del 73enne che ieri sera è precipitato in un piccolo riale sopra il paese. La manutenzione del sentiero è stata fatta
Non aveva percorso che pochi passi lungo il sentiero escursionistico che conduce sui monti di Verscio il 73enne feritosi in maniera grave martedì sera, attorno alle 19, dopo essere precipitato in un riale (asciutto di questi tempi) ricoperto dalla vegetazione invasiva. Molto pratico della zona, quella stradina di montagna la conosceva a menadito per averla percorsa innumerevoli volte. Eppure non si aspettava che quella vecchia barriera-corrimano in legno di castagno impregnata dalla pioggia, posta accanto alla lunga pietra che consente l’attraversamento dell’ostacolo, cedesse di schianto, smezzandosi in due, facendogli perdere l’equilibrio e proiettandolo due metri sotto, tra i sassi e gli arbusti, senza la possibilità di aggrapparsi a nulla.
Sul posto, a pochi metri dall’abitato, oltre ai soccorritori del Salva e gli agenti di Polizia è intervenuta anche l’eliambulanza della Rega che ha trasportato il malcapitato, residente nella regione, all’Ospedale. Un cedimento, quello della barriera di protezione, che chi è pratico di sentieri sostiene fosse da aspettarsi da un momento all’altro. Basta guardarsi attorno per rendersi conto che questi camminamenti che si snodano da via Pre du Mont, costruiti nella loro parte iniziale con gradoni in sasso, sono muniti in alcuni punti di staccionate in legno veramente vetuste e pericolanti. Non offrono, dunque, sufficienti garanzie in caso di caduta (o a seguito di uno scivolamento dovuto al fondo umido o sdrucciolevole). L’area boschiva in questione è di proprietà del Patriziato, che tuttavia non è responsabile della manutenzione dei camminamenti pedestri che attraversano i suoi boschi. Quest’ultima compete, per quello che attiene la rete ufficiale, alla Squadra sentieri dell’Organizzazione turistica lago Maggiore e valli. Non si tratta, qui, di dare inizio a una caccia alle responsabilità nell’accaduto. Impensabile, infatti, per gli addetti, garantire la manutenzione capillare di centinaia di km di sentieri in tutta la regione, senza dimenticare la complessa conformazione dei sistemi montuosi e collinari. Difficile controllare a tappeto tutte le recinzioni che costeggiano i sentieri sulle montagne per verificare il loro stato e scongiurare altri incidenti.
Matteo Zanoli, responsabile della Squadra, sul posto per un sopralluogo, conferma che durante i lavori di pulizia e sfalcio i manufatti, piccoli o grandi che siano, vengono puntualmente controllati. Quelli vetusti sostituiti o eliminati del tutto, in base alle direttive dell’Ustra (Ufficio federale delle strade). Sulla tenuta di queste protezioni, spesso, incide la dinamica dell’infortunio. Una persona che si appoggia esercita infatti una pressione inferiore su un parapetto di una che, al contrario, la investe dopo essere inciampato o caduto per alcuni metri. Non di rado, in tratti che non presentano un grado di difficoltà elevato, queste strutture hanno una semplice funzione di segnalazione, soprattutto se è evidente che non possono sopportare il peso di un individuo. C’è dunque anche una componente di fatalità che spesso gioca un suo ruolo.
Il Comune, da parte sua, come ci ha riferito un municipale, interviene puntualmente quando vengono segnalate situazioni di precarietà e potenziale pericolo. Com’è stato il caso per il “Sentiero del Sole”, che da Auressio porta ai monti di Verscio. Laddove presentava un tratto giudicato non idoneo, si è proceduto a un lavoro di messa in sicurezza prima della sua inaugurazione.