Il Municipio della località locarnese scrive a tutti i Comuni azionisti della Ses, chiedendo un cambio della politica aziendale
L'aumento delle tariffe e della tassa base dell'elettricità mal si conciliano con la svolta energetica, che bisognerebbe perseguire a tutti i livelli. In altre parole, la scelta di sistemi di riscaldamento meno inquinanti (come quelli che utilizzano termopompe) è penalizzato e, a livello finanziario, diventa sempre meno attrattivo. È la conclusione a cui giunge il Municipio di Gordola che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a tutti i Comuni ticinesi azionisti della Società elettrica sopracenerina Sa (Ses). Scopo della missiva è invitare questi Comuni “a voler approfondire e rivedere l’attuale politica aziendale della Ses”.
Va detto che all'ultima assemblea degli azionisti Ses il delegato gordolese era già intervenuto chiedendo che l’attenzione dell’azienda venga rivolta maggiormente alla svolta energetica, sostenendo la produzione rinnovabile distribuita e promuovendo l’efficienza energetica attraverso tariffe adeguate.
“Purtroppo, i vari differenziati aumenti delle tariffe degli ultimi anni, come ad esempio la tassa base cresciuta del 50 per cento negli ultimi anni e una tariffa notoriamente tra le più alte a livello nazionale, in un cantone con i redditi più bassi ma che abbonda di energia idroelettrica a buon mercato, non possono più essere sostenuti e ritenuti adeguati nell’interesse dell’utenza – scrive il Municipio di Gordola –. Il mero raggiungimento di utili a favore degli azionisti, seppur ridistribuito in buona parte ai Comuni, non deve essere l’obiettivo unico di politica aziendale. Motivo in più se il finanziatore è in primo luogo il cittadino medesimo che si vede gravare la propria fattura finale per un bene di prima necessità”.
In conclusione, segnalando la propria apertura a un dialogo e a un dibattito sul tema e “ringraziando la Ses per il buon lavoro e l’ottimo risultato d’esercizio conseguito nel 2021, si chiede ai Comuni azionisti di attuare una politica aziendale che preveda una netta riduzione degli utili come da servizio pubblico, rivedendo le tariffe a favore di una politica energetica che promuova il rinnovabile e l’efficienza in particolare la produzione decentrata del fotovoltaico e incentivare, con una riduzione dei prezzi, l’utilizzo d'impianti di riscaldamento efficienti a pompa di calore, penalizzati dagli impropri aumenti delle tariffe dal 2019”.
Sempre da Gordola, ma su un altro fronte, arrivano pure altre richieste: Bruno Storni, consigliere nazionale Ps, ha presentato una mozione dal titolo: “Eliminare tasse locali su energie rinnovabili, la distribuzione e il consumo di energia elettrica non può essere gravata da tasse comunali e cantonali”. In sostanza, chiede l'introduzione a livello federale di un articolo di legge specifico “la distribuzione e il consumo di energia elettrica non possono essere soggetti a tasse di concessione cantonali o comunali o a oneri per l'uso del suolo pubblico”. Anche in questo caso, si tratta di ridurre le tasse che pesano sulla bolletta elettrica dei cittadini. Quella per l'uso del suolo pubblico, ad esempio, non viene applicata per la rete del gas o le telecomunicazioni: perché invece la si incassa per l'elettricità che è un bene di prima necessità?
«Così facendo – spiega Storni – l'energia elettrica (rinnovabile e locale) è penalizzata dai Comuni/Cantoni, che invece favoriscono il combustibile gassoso fossile importato. Considerato che la svolta energetica richiede una decisa accelerazione della conversione di riscaldamenti a combustibili fossili verso sistemi a pompa di calore, è assurdo penalizzare coloro che, nonostante gli scarsi sussidi, investono parecchio denaro in impianti a termopompa per poi vedersi rincarata l'energia da tasse comunali/cantonali. Una situazione controproducente che frena gli investimenti nell'efficienza energetica e nella conversione fossile rinnovabile. È quindi opportuno eliminare gli aggravi finanziari che colpiscono gli impianti energeticamente efficienti e a zero CO2 e che usano energia rinnovabile. In questo senso occorre eliminare qualsiasi tipo di tasse comunali o cantonali su vettori energetici rinnovabili fatte salvo eventuali tasse incentivanti restituite al 100 per cento alla popolazione sotto forma di sussidi in campo energetico o direttamente in contanti».