Lo Sci club scrive a Comune, Patriziato e Centri turistici montani per ricordare l'importanza, per l'economia locale, dell'offerta invernale di Giovanni Frapolli
“A Bosco Gurin la parte del leone, per quel che riguarda non solo la promozione dell'immagine del villaggio bensì anche le ricadute economiche per la comunità locale, la fanno gli impianti invernali di Giovanni Frapolli. Piaccia o meno, questa è la verità”. Di questo ne è fermamente convinto lo Sci club Bosco Gurin, che per bocca del suo presidente, Giacomo Gobbi e del membro di comitato Marco Corvi, si rivolge, tramite lettera, al Comune di Bosco Gurin, al Patriziato, alla Centri turistici montani SA e alle varie associazioni attive in paese.
Siccome l'emergenza sanitaria non ha consentito di organizzare l'assemblea annuale, i due vertici del Comitato hanno comunque ritenuto opportuno far sentire la voce di un sodalizio particolarmente dinamico e attivo, interpretando anche il parere dei numerosi membri. Lo dimostra, come ricordano gli stessi nello scritto, l'organizzazione, in oltre 75 anni di attività, di un numero incalcolabile di eventi (sportivi e non); dai Campionati Svizzeri alle gare Fis, dalle sfide per le famiglie alle competizioni regionali, per non citare che le più ricorrenti e importanti in ambito, ovviamente, sportivo. “Queste manifestazioni – osservano i due – hanno permesso di dare lustro e far conoscere Bosco Gurin ai visitatori dentro e fuori i confini nazionali”. Alcuni membri dello Sci club, inoltre, attivi in politica a livello locale, si sono prodigati per conservare l'ufficio postale e il negozio Coop in paese, minacciati di chiusura.
Secondo loro, è però solo grazie al richiamo turistico creato dalle piste da sci che il villaggio walser ha potuto svilupparsi anche dal punto di vista abitativo (generando, indirettamente, lavoro per le aziende e gli artigiani della zona). Senza voler mancare di rispetto a chi non condivide i progetti di sviluppo di Giovanni Frapolli, lo Sci club rileva “come l'indotto finanziario maggiore non sia portato dal Museo Walserhaus, al quale va tutta la stima del caso, bensì dagli impianti invernali”.
Preoccupati per le polemiche scoppiate, lo scorso inverno, tra l'impresario bellinzonese alla testa della Centri Montani SA e il locale Patriziato, il sodalizio sportivo auspica un intervento del Cantone e delle istituzioni regionali per appianare le divergenze e creare una struttura in grado di garantire continuità a quanto realizzato sin qui. Un'eventuale chiusura degli impianti sarebbe un colpo letale per la destinazione walser (e pure per l'intero cantone, viste le risorse finanziarie assicurate, negli ultimi decenni, a favore della località della Rovana). “Un eventuale smantellamento degli skilift e delle seggiovie non potrà che essere, a quel punto, imputabile a quelle persone o enti che hanno ostacolato i progetti dell'imprenditore bellinzonese Giovanni Frapolli”.
Lo stesso Sci club, in conclusione, fa sapere che continuerà a impegnarsi, come fatto fino a ora, per promuovere manifestazioni e sostenere progetti a favore dei domiciliati e degli ospiti del paese.