Stessa sorte per l'albergo e l'Ostello. Lo ha annunciato Giovanni Frapolli: "hanno sottovalutato la mia precedente comunicazione, ora si arrangino"
A Bosco Gurin è il momento di tirarsi gli stracci in faccia. Tra Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di risalita della località turistica e il locale Patriziato, proprietario dei fondi, è ormai guerra aperta. La seduta di venerdì dell'ente, prova d'appello per vedere di salvare il salvabile, si è trasformata in una sorta di "crucifige" per l'imprenditore bellinzonese, che al termine della seduta ha deciso di passare dalle minacce ai fatti. “L'assemblea del Patriziato di con le sue decisioni, ha confermato e sancito la chiusura degli impianti, come pure dell'albergo e della casa di vacanza Giovanibosco. Inutile entrare nei temi da loro discussi, peccato che sia mancata una regia per evitare questo dramma per la valle” , prosegue Frapolli in una nota.
“Il primo tema adesso è capire se esiste un posto dove posare la Slittovia di Bosco Gurin in valle, in caso contrario darò l'incarico a una ditta specializzata di spostarla nel territorio ticinese e, sempre nel caso contrario, fuori cantone. Informerò il Dfe di tutta la situazione. L'aiuto agli impianti per Bosco andrà a cadere in quanto smantellati in modo sistematico”. Per quanto riguarda il progetto Metrò alpino con la Formazza, “lunedì avviserò le ditte che stanno facendo lo studio come pure il comune ossolano”.
Da noi raggiunto telefonicamente, l'imprenditore bellinzonese si è limitatoad aggiungere: «Ho fatto il mio dovere, il Patriziato ha sottovalutato la mia decisione. Il voto è chiaro, ora si dovranno arrangiare. Il sottoscritto andrà avanti per la sua strada. Entro fine mese chiuderò Albergo, impianti e Ostello. Mi dispiace anche per il personale impiegato. Il paese resterà così privo di strutture ricettive. Questi signori (i membri dell'amministrazione patriziale, ndr) stanno da tempo remando, indisturbati, contro quella che è la politica di aiuto del Cantone alle zone economicamente deboli. Forse è giunto il momento che le autorità politiche vallerane e cantonali facciano sentire la loro voce».
Segnaliamo, per dovere di cronaca, che nel corso dei lavori assembleari, anche la concessione del diritto di superficie per la costruzione della zipline, ulteriore tassello per arricchire l'offerta di svago durante tutto l'anno, è stata bocciata.
Da parte sua il Patriziato, per il momento, ha deciso di non replicare alle affermazioni del gestore degli impianti. Non si esclude che nei prossimi giorni prenda posizione sulla vicenda.
Frapolli, a onor del vero, non è nuovo a minacce del genere. Già in passato, proprio a causa dei continui attriti con il Patriziato, aveva ventilato l'ipotesi di gettare la spugna e andarsene. Ma stavolta sembra essere ben più determinato. Tuttavia si dice disposto a tornare sui suoi passi, ma solo se i comuni della Vallemaggia e la politica regionale si muoveranno in suo aiuto. Mentre c'è chi ipotizza che potrebbe essere addirittura chiesto l'annullamento della seduta patriziale. Su che base, non è dato sapere.