Locarnese

Brissago espone le opere del pittore di casa Pietro Tiboni

La mostra al Palazzo Branca-Baccalà resterà aperta fino al prossimo 28 agosto

Una delle opere in mostra
30 luglio 2021
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È in corso, e resterà aperta fino al prossimo 28 agosto, negli spazi espositivi di Palazzo Branca-Baccalà, la mostra dedicata al pittore di brissaghese Pietro Tiboni (1876/1942). Gli orari: da mercoledì a sabato, 10-12/16-18.
Nell’ambito dei festeggiamenti per il 500esimo del giuramento di fedeltà dei brissaghesi agli Svizzeri, l’autorità comunale ha deciso di promuovere la conoscenza di uno dei suoi concittadini che in passato si è illustrato nel campo dell’arte.
“Il tempo, inesorabile, ne aveva attenuato il ricordo, ma le sue opere pittoriche, geloso possesso dei suoi discendenti e dei suoi estimatori, sono rimaste a testimonianza di un amore profondo per Brissago e per i meravigliosi paesaggi del Lago Maggiore – indica l'autorità comunale –. Un amante della natura rigogliosa dei nostri luoghi, uno scopritore di angoli nascosti e intimamente romantici del nostro borgo, questa è sicuramente l’immagine che possiamo trarre dalle sue opere. Visitatore discreto, anche nelle dimensioni dei suoi dipinti, che con un cromatismo delicato ma preciso, riesce a far comprendere le peculiarità di un piccolo mondo rurale vivace e attivo”.
Ma per meglio inserire il personaggio nel suo contesto sociale è opportuno indicarne le origini e soprattutto l’impegno professionale. Nato a Cannero Riviera, emigrò a Brissago alla fine dell’Ottocento, esercitando la professione di pittore-imbianchino e decoratore. Si inserisce nella tradizione delle famose compagnie dei “pinsores” che dalla fine del Seicento emigravano in tutt’Europa, esercitando la loro arte. Grazie alle sue capacità artistiche gli furono affidati incarichi di prestigio come la decorazione degli interni del Grand hôtel di Brissago, dell’albergo Vanetti e della pensione Primavera. Fu particolarmente apprezzato quale pittore di scenografie teatrali nel salone della Fabbrica Tabacchi, nel teatro Jelmini di Brissago e soprattutto del Teatro Kursaal di Locarno e del Teatro sociale di Bellinzona. I giornali dell’epoca, in modo molto elogiativo, non mancarono di segnalarlo “per la prontezza e abilità del suo ingegno artistico”.
Il suo necrologio ne sintetizza la sostanza, definendolo una “tipica figura di artigiano e artista, che aveva la vocazione della propria arte”.