La neonata associazione si prefigge di sensibilizzare sull’importanza delle piante nel territorio urbano, a favore di una qualità di vita migliore per tutti
Si chiama Fratello Albero ed è la nuova associazione che negli scorsi giorni si è costituita a Locarno con lo scopo di proteggere e valorizzare il patrimonio vegetale della città e della regione. L’idea è nata da un gruppo di amici e conoscenti che hanno particolarmente a cuore il verde urbano. «Era da un paio di anni che discutevamo della necessità di creare un’associazione per contribuire a sensibilizzare su questo tema – spiega Francesca Machado, membro di comitato del sodalizio (presieduto da Nicola Pedrazzini), oltre che consigliera comunale dei Verdi –. Il nostro scopo è fare informazione e alimentare una riflessione che contribuisca a creare maggior consapevolezza sul valore delle piante e sui loro benefici. C’è ancora una grande mancanza di educazione in questo senso, anche se un numero crescente di persone si rivela sempre più preoccupato per la sparizione di alberi nei centri abitati e nelle zone di svago».
La località affacciata sul Verbano non è risparmiata da operazioni dannose per la natura: «Pensiamo alla capitozzatura, una tecnica di potatura – illustra Machado – della quale sono stati vittime i platani sul lungolago di Locarno e tra il Teatro Kursaal e la Posta. Si tratta di una pratica obsoleta che rende le piante molto deboli». Oltre a creare effetti esteticamente discutibili, simili interventi portano a una diminuzione delle zone di frescura quando le colonnine di mercurio si alzano. «Proprio in questi giorni di caldo afoso ci si rende conto dell’importanza delle fronde, sotto cui si può trovare una temperatura da 5 a 8 gradi inferiore rispetto ai luoghi esposti. Studi scientifici attestano inoltre che dove si trovano più alberi c’è bisogno di meno climatizzazione durante l’estate. Le piante hanno anche una significativa funzione quando piove, grazie alle radici che impediscono gli allagamenti. Senza parlare del ruolo fondamentale che rivestono nel contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici».
Altro obiettivo che si prefigge l’associazione è di far conoscere e dare importanza alle specie autoctone nonché di difendere la biodiversità – che si estende anche a uccelli, insetti e altri animali – della quale non si tiene abbastanza conto nell’arredo urbano. «Ad esempio nel quartiere Rusca Saleggi le autorità cittadine hanno scelto di piantare solo oleandri, ciò che va fortemente a discapito della varietà». Altrettanto sentito è il problema degli abbattimenti. «Un esempio è il taglio di robinie al Parco Robinson. Se l’albero è malato – considera Machado –, prima di buttarlo giù bisognerebbe provare a curarlo. Se non è possibile, sarebbe il caso di sostituirlo, ma questo avviene di rado. Non essendoci però nessuno dell’associazione che ha le competenze specifiche per valutare le necessità delle piante, abbiamo deciso di avvalerci di un consulente scientifico a cui chiedere dei pareri sui futuri interventi».
Quanto alle attività prospettate dal gruppo, le proposte non mancano. «Prima di partire abbiamo deciso di lasciar passare l’estate con la speranza che la situazione legata alla pandemia migliori ulteriormente. Abbiamo in previsione di organizzare delle conferenze, delle visite guidate, delle passeggiate così come dei concorsi e molto altro ancora. Nel frattempo stiamo allestendo un sito web che fungerà da punto di riferimento». L’auspicio dei promotori è dunque che un numero sempre crescente di cittadine e cittadini riconoscano l’importanza del verde urbano e si ingaggino in difesa di questa preziosa risorsa, a favore di una migliore qualità di vita per tutti.