Locarnese

Vetterli, strappo dal Plr: ‘Da adesso, indipendente’

Il consigliere decano di Locarno si distanzia dal gruppo. Nuova prima cittadina è Rosanna Camponovo-Canetti

Il decano Gianbeato Vetterli e la nuova prima cittadina Rosanna Camponovo-Canetti
(Ti-Press)
18 maggio 2021
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È arrivata la “bomba”, ieri sera durante la seduta costitutiva del Consiglio comunale di Locarno. L'ha lanciata, idealmente, il decano del legislativo, Gianbeato Vetterli, annunciando la sua uscita dal gruppo liberale radicale (di cui fa parte da sempre), «per affrontare la legislatura da indipendente, seguendo la vecchia e buona filosofia liberale». I motivi della separazione non sono stati specificati.

Ma le luci erano soprattutto per Rosanna Camponovo-Canetti, nuova prima cittadina, nel cui discorso di insediamento non poteva mancare un corposo accenno alle associazioni di quartiere. Questo poiché la stessa presidente del Consiglio comunale da anni si impegna nel suo, di quartiere, quel Rusca e Saleggi riscoperto a nuove vite (la portineria, il concetto multigenerazionale,...) e che annovera oggi, fra l'altro, due neomunicipali: Nicola Pini e Nancy Lunghi. «Invito tutti e tutte, coloro che possono, a trovare un po’ di tempo per l’associazione del quartiere dove abitano – ha detto –. Tutti voi abitate a Locarno e potreste dare il vostro piccolo o grande contributo rendendovi utili come volontari, partecipando ad esempio alle manifestazioni, alle iniziative, alle assemblee, e magari, perché no, entrando nei comitati. Allo stesso tempo ascoltereste dal vivo i desideri, le aspettative, i bisogni degli abitanti di ogni fascia di età, in modo informale. Conoscereste delle persone interessanti che potreste “accompagnare”, soprattutto quelle appena arrivate nel quartiere; potreste pure incontrare il vostro vicino di casa e non solo in situazioni di emergenza, ma nel quotidiano. Una dimensione esplorativa che vi assicuro, vi arricchirà. Bastano piccoli gesti per fare la differenza». 

Un appello accorato alla partecipazione e all'inclusione, che sono «sono aspetti cardine perché permettono di valorizzare i cittadini, anche quelli più emarginati – ha proseguito Camponovo –. Se darete loro la possibilità di esporre il loro punto di vista, collaborando e dialogando con le realtà formali ed informali presenti sul territorio, troverete le soluzioni che più rispecchiano le loro necessità». E poi, rivolta ai colleghi politici: «Ciò va fatto non solo sotto elezioni. La nostra presenza piace al cittadino comune soprattutto se regolare e costante». 

Prima dello strappo dal Plr, la riflessione di Vetterli era partita dalla pandemia e dalle sue conseguenze, che «impongono, assieme alla maggiore sensibilità ambientale della popolazione, un chiaro cambiamento di paradigma nelle decisioni politiche rispetto agli ultimi decenni, per porre maggiore attenzione ad uno sviluppo più sostenibile, che non sarà indolore per molti, ma necessario per tutti. Sarà una strada in salita, perché non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, ma la capacità umana di talvolta impensabili, rapidi adattamenti a nuove forme e nuovi sistemi di essere non si fermerà e gli oramai ineluttabili cambiamenti già in atto si consolideranno permettendo all’umanità tutta, ne sono certo, di fare un nuovo passo avanti nella direzione di un più diffuso benessere». Elencando poi gli ambiti dello sviluppo sostenibile in cui un Comune può intervenire, e riferendosi a quello politico-economico, Vetterli è tornato su un suo noto “pallino”: il riequilibro dei compiti fra pubblico e privato. «Da un lato si sono privatizzati nel recente passato determinate aziende o compiti, mantenendone comunque sempre il controllo con la maggioranza azionaria pubblica, e dall’altra si è passati ad una regolamentazione dettagliata ed opprimente dell’economia privata che sempre più ci porterà verso un’economia pianificata senza stimoli di crescita. Questo ha portato ad un'espansione delle Amministrazioni con conseguenti costi di personale, che assorbono praticamente tutte le risorse fiscali, e di conseguenza a nuove pulsioni verso uno Stato imprenditore, che sappiamo, e gli esempi sono tanti, molto meno efficiente del privato, mosso, finché rimane nei giusti limiti, dal legittimo obiettivo del profitto».