Nell'ambito del PALoc 4 l'idea di un tracciato per le due ruote alternativo alla litoranea non trova spazio. Il Municipio chiede un ripensamento
La Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e della Vallemaggia (Cit) non 'imbocca' la ciclopista collinare tra Ascona e Brissago. Contenuta nel PALoc 4 in fase di valutazione, l'idea di un collegamento alternativo sicuro e lontano dal trafficato (e inadeguato) asse viario litoraneo non convince i delegati. Nel rapporto intermedio quindi, non la sottoscrive. I motivi di fondo? L'attuale rete di sviluppo delle ciclabili, avallata nell'ambito del PALoc 2 e confermata nel PALoc 3 (con il nullaosta del Dipartimento del Territorio) è già stata a suo tempo definita e le sue priorità realizzative messe nero su bianco. In questa fase, quindi, l'ultimo aggiornamento di questo strumento guida degli interventi non ammette ritocchi a meno che "non si palesi una chiara mancanza, non identificata in precedenza in fase pianificatoria. La struttura della rete deve infatti mantenere la propria organicità, coerenza ed economicità". Sin qui le motivazioni estrapolate dal rapporto intermedio.
Entrando nello specifico della richiesta del Comune lacustre, la Cit ritiene che "vista la conformazione territoriale della collina tra Brissago e Ronco s/Ascona e in particolare la sua bassa densità urbana e abitativa, non si giustifica la realizzazione in quel comparto di una rete regionale di collegamenti ciclabili". I Comuni possono tuttavia farsi promotori di una rete locale. Ma visti i termini di tempo disponibili dall'iter di approvazione del PALoc 4, eventuali proposte non potranno essere prese in considerazione in questa fase. Altrimenti detto il progetto di ciclabile brissaghese non rientra nella cerchia di quelli ammissibili a finanziamento.
Naturalmente i promotori della ciclopista in quota la bocciatura non l'hanno presa bene. Il Municipio di Brissago, con in prima fila il sindaco Roberto Ponti e il capo dicastero traffico Fabrizio Conti Rossini, non nasconde la sua delusione e ha trasmesso al plenum Cit il disappunto da parte del Comune. “Nonostante gli sforzi finanziari profusi per implementare la rete bike sharing a Brissago e Ronco, a nostre spese, il rapporto riporta motivazioni non accettabili” - si legge nella replica. Lungi dal voler creare polemiche con altre piste ciclabili realizzate o in fase di realizzazione condivise al 100%, “a nostro avviso il “portare beneficio” e il basarsi sulla densità abitativa non possono essere i soli parametri per una decisione. Per quanto riguarda i Comuni di Brissago e Ronco S/Ascona un aspetto fondamentale è la sicurezza. Il conglobamento del tratto da Brissago via Ronco S/Ascona, per potersi poi agganciare alla rete ciclabile di Losone ed Ascona in direzione Bellinzona, permetterebbe all'utente di usufruire di un percorso sicuro e lontano dal pericoloso asse stradale Brissago-Cantonaccio (Ascona), interessato da notevoli flussi veicolari in entrambi i sensi di marcia e dalla carreggiata molto stretta”.
Sempre secondo l'autorità brissaghese, “anche a livello d'infrastruttura i costi sarebbero limitati ed essenzialmente ristretti alla cartellonistica e alla creazione di postazioni di riposo (punti panoramici). L'inserimento anche di questo tratto andrebbe a contribuire al completamento della rete ciclabile regionale con indubbi vantaggi di residenti e ospiti che auspicano di potersi spostare in bicicletta e in un contesto sicuro”. Il Municipio di Brissago, che spinge per incentivare le scelte di mobilità urbana alternative all'impiego di auto private, favorendo la diffusione di forme di mobilità a basso impatto ambientale, a questo punto auspica un ripensamento da parte della Commissione.
La richiesta di Brissago, giunta nel frattempo a destinazione, è stata nuovamente discussa dai vertici della Commissione, dettisi pronti a studiare, in futuro, l'idea di una pista per le biciclette non solo in collina, bensì anche lungo l'attuale litoranea. La stessa Cit, stando a quanto ci è stato riferito, ha altresì invitato l'amministrazione brissaghese a promuovere strategie e soluzioni a favore di tali modalità di spostamento, esprimendo le proprie esigenze e formulando le relative istanze. La proposta del Comune di confine potrebbe essere portata avanti da un apposito gruppo di lavoro incaricato di sciogliere i nodi caldi del discorso ciclopiste (come quello della cantonale Solduno-Ponte Brolla, tracciato lungo il quale i ciclisti sono esposti a pericoli per via del calibro stradale esiguo).