È previsto fra pochi mesi l’inizio dei lavori per la ristrutturazione di quella che era una caserma. Un progetto dall’importante valenza turistica
Un panorama a 360° che si estende da Bellinzona e le sue valli alla foce della Maggia, fino quasi in fondo al Lago Maggiore e con uno scorcio sulla Pianura Padana. È quello che si può ammirare dalla vetta del monte Gambarogno. Incastonato in cima a questo luogo suggestivo, dal 1934 si trova una capanna costruita dall’esercito svizzero che in origine aveva la funzione di caserma a protezione dei confini nazionali in caso d’invasione nemica, oggi non più utilizzabile. La sua posizione e il grande potenziale della struttura hanno invogliato un gruppo di appassionati della montagna a fondare nel 2016 l’associazione ‘Amis dala capanna Gambarögn’ con l’obiettivo di ristrutturarla.
«Si tratta di un progetto a cui teniamo molto e che ha lo scopo di restituire questa struttura innanzitutto ai residenti del Gambarogno in modo che possano essere accolti come a casa propria anche in cima alla bellissima vetta», spiega il vicepresidente del sodalizio Pepe Regazzi.
La cima è raggiungibile in meno di un’ora a piedi dall’Alpe di Neggia, che si trova a distanza di 13 chilometri da Vira Gambarogno, percorribili in auto o con i mezzi pubblici. Il sentiero non presenta particolari difficoltà, ciò che permette a un vasto pubblico, dai bambini fino alle persone in età più avanzata, di accedervi anche con un’escursione improvvisata in giornata.
I vari progetti alpestri nei dintorni, e la vasta rete di sentieri escursionistici, risultano interessanti anche per i viaggiatori che arrivano in visita alla regione: «La valenza turistica è molto grande – afferma Regazzi –. Questa estate e questo inverno, dopo aver fatto un po’ di pubblicità soprattutto sui social media con delle foto, abbiamo riscontrato un’enorme quantità di gente che è venuta a visitare il posto. Tanti erano ticinesi ma c’erano anche persone provenienti dal resto della Svizzera e dall’estero».
L’intento è dunque anche quello di aumentare l’interesse verso questa porzione di territorio: «La si considera una regione che nei mesi freddi ha poco sole, ma in realtà è piena di zone da scoprire e possibili attività dal grandissimo potenziale. A livello sportivo e d’intrattenimento c’è infatti un ampiomargine di sviluppo. Lo scopo della nostra associazione va infatti pure nel senso d’incentivare la gente a muoversi, sia nella bella stagione con escursioni e in mountain bike, sia quando il paesaggio è coperto da una coltre di neve e lo si può percorrere con le ciaspole e le pelli di foca. Internamente abbiamo un gruppo che pratica queste discipline ed è ben disposto a rilanciarle in Gambarogno e in tutto il Ticino».
Compito primo dell’associazione è stato quello di acquisire i fondi necessari alla ristrutturazione e all’ampliamento della capanna. Il costo di massima del progetto è stato valutato in 1 milione 160mila franchi, obiettivo quasi raggiunto, come spiega il vicepresidente: «Secondo il piano finanziario stilato, il 50% della somma deve essere costituito da ‘fondi privati’ dell’associazione. Di questi il 25% è composto da ‘mezzi propri’ (capitale proprio, lavori di volontariato, azionariato), l’altro 25% da ‘mezzi di terzi’ (sponsor, lavori di artigiani con manodopera esente costi, contributo di Patenschaft - aiuto svizzero per la montagna, crowdfunding su progettiamo.ch). Attualmente siamo a circa il 40/45% della somma totale di questi ‘fondi privati’ assicurati». Il rimanente 50% è da coprire con ‘fondi pubblici: «Il Comune di Gambarogno in ottobre ha approvato un credito di 200mila franchi in nostro favore. Faranno poi parte della cordata anche i Patriziati con una piccola parte finanziaria. Al Cantone invece chiediamo un sussidio di circa il 30%; l’Ente per lo sviluppo regionale si sta occupando di coordinare le procedure per il suo ottenimento».
Il progetto di ristrutturazione è stato realizzato dallo studio di architettura Guscetti di Ambrì che in passato ha già disegnato anche quelli delle capanne Garzonera, Bovarina e Cadagno. In possesso della licenza, l’associazione è pronta a partire con il cantiere appena possibile: «Dobbiamo solo aspettare la luce verde da parte del Cantone e soprattutto che si sciolga la neve, che in questo momento è tantissima. A occuparsi della parte principale sarà una grossa ditta di costruzione che ci mette a disposizione una quindicina di persone tra apprendisti e maestri. Per prima cosa si provvederà ai lavori per la captazione dell’acqua e per le canalizzazioni, tutti gli altri seguiranno. Il nostro auspicio è di poter inaugurare la capanna nella primavera-estate dell’anno prossimo, ma molto dipende dalla velocità dei lavori e da eventuali problematiche che potrebbero emergere. Noi comunque siamo ottimisti».
Una volta completata la ristrutturazione, l’associazione si pone quali obiettivi quelli di dare ai visitatori la possibilità di pernottare sulla vetta durante tutto l’anno mettendo a disposizione 19 posti letto, e di avere un custode per la gestione durante i mesi estivi con proposte culinarie semplici basate su prodotti locali. In seguito continuerà a lavorare per assicurare i fondi per il mantenimento della struttura e per garantire la valenza turistica di questo incantevole punto di sosta, incontro e socialità.
Per ulteriori informazioni: www.capannagambarogno.ch/it