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Centro storico, una commissione con più ‘attributi’

In pubblicazione a Locarno l'Ordinanza. Le nuove figure: un giurista, un architetto supplente, un pianificatore e uno storico dell'edilizia

6 febbraio 2021
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Un giurista e un architetto supplente, più, esternamente, un pianificatore ed uno storico nell'ambito edile. A Locarno cambiano le coordinate della commissione centro storico. La cui composizione viene arricchita con nuove figure che si affiancheranno al municipale (e presidente) che di principio è il capodicastero Pianificazione, e a due architetti. Il supplente entrerà in scena nel caso – non frequentissimo, ma possibile – di un conflitto di interessi che riguardi il collega “titolare”. Quanto allo storico in ambito edile, il suo appoggio è considerato importante per dare, per così dire, maggiore profondità allo sguardo sul territorio.

Caroni: ‘Un gremio più solido’

Le modifiche commissionali sono al cuore dell'Ordinanza municipale attualmente in fase di pubblicazione. Spiega alla “Regione” il presidente della commissione stessa, nonché vicesindaco e capodicastero Pianificazione (uscente) Paolo Caroni: «Quando sono state elaborate le nuove Norme di attuazione del centro urbano e del centro storico ci si è posti il problema – anche in relazione ad alcuni atti usciti dal Consiglio comunale - di rivedere composizione, compiti e competenze della commissione. Nell'ambito delle discussioni con la commissione Pr, è stato deciso che nelle nuove Napr viene trattata la struttura generale, mentre in una specifica Ordinanza vengono specificati altri aspetti. La nuova Ordinanza rende quindi più solida la commissione del centro storico. Vi sono infatti le aggiunte di un architetto supplente, da coinvolgere nei casi in cui vi sia un conflitto d'interesse, nonché di un giurista, visto che vi sono sempre più aspetti d'ambito giuridico ad entrare in gioco». Caroni aggiunge che «il Municipio deve inoltre identificare un pianificatore e uno storico nell'ambito edile, i quali saranno poi incaricati di eventualmente assistere la commissione in caso di necessità».
E ancora: «Nel tempo sono emersi i limiti di competenza della commissione – il cui ruolo è sempre più delicato e complesso - e si è quindi cercato di aggiustare il tiro. In parte lo si è fatto appunto direttamente nelle Norme di attuazione dei Piani particolareggiati del centro storico e del centro urbano, e in parte dando vita a questa specifica Ordinanza municipale. La commissione del Piano regolatore intendeva inizialmente richiedere che la gestione della commissione centro storico avvenisse tramite Regolamento, poi si è potuto andare verso l'ordinanza convenendone insieme una bozza».

Engelhardt: ‘Giusto aggiornare’

Che la commissione centro storico ci sia sempre stata e la relativa Ordinanza – che non ha tra l'altro mai avuto un formale iter di pubblicazione – sia in vigore dagli anni 90 lo ricorda il capotecnico André Engelhardt. «Con la nuova Ordinanza stiamo quindi parlando di opportuni aggiustamenti che giungono a distanza di una trentina d'anni dall'istituzione del Piano particolareggiato del centro storico». In termini generali «il concetto è chi si vuole operare con un gremio multidisciplinare, in cui convergano competenze e sensibilità provenienti da ambiti diversi». Non cambia l'assunto principale secondo cui la commissione è di carattere consultivo, ma non cambierà neppure la conferma molto concreta che praticamente sempre il Municipio vi si baserà per le sue decisioni. Se non lo farà, l'esecutivo dovrà debitamente motivare le sue differenze di vedute. Una “postilla”, questa, inserita appositamente per differenziare con chiarezza i ruoli.

Gli aspetti principali della nuova Ordinanza, precisa Engelhardt, «sono due. Il primo è legato al fatto che alla commissione capitava di ritrovarsi ad effettivo ridotto: composta da 2 architetti e un capodicastero, correva infatti il rischio che uno dei due tecnici risultasse direttamente coinvolto in un progetto e non potesse quindi preavvisarlo. L'introduzione di un supplente rende un po' meno problematico questo aspetto. Quanto al giurista, com'è del tutto normale, è capitato che la commissione si esprimesse sui progetti soprattutto in merito all'impatto estetico-architettonico e storico, ma non a quello di un rispetto formale delle norme. Poteva quindi arrivare in Municipio un preavviso favorevole a un progetto, che presentava però magari delle lacune a livello di norme di attuazione. Ciò poteva poi essere sanato, ma comunque non era una situazione ottimale». Altri aspetti che il capotecnico considera di sicuro interesse riguardano «un certo maggior coinvolgimento del pianificatore che si è occupato della revisione del centro storico, nonché il raggio d'azione della commissione, che forte delle sue competenze potrà esprimersi anche al fuori del limitato perimetro del centro storico».

Quest'ultimo aspetto riguarda la competenza sugli oggetti inseriti nell'elenco dei beni culturali protetti, presenti ovviamente non solo nel centro storico, ma anche nel nucleo di Solduno. In questo senso il capotecnico nota che «una possibilità è che l'intervento edilizio in questione verta proprio sul bene protetto tutelato, ma v'è anche l'opzione che l'oggetto sia nei dintorni di un bene protetto, che può così risultare “influenzato”. Si tratta quindi di stabilire se è il caso di istituire o meno una tutela – e se sì come – anche in questo secondo caso».