Il segretario del Sev sulla disdetta dei contratti di lavoro per i marinai impiegati sul Verbano: 'Non si può non essere arrabbiati'
«Non si possono lasciare a casa le persone sotto Natale. Non si può non essere arrabbiati». Angelo Stroppini, segretario del Sindacato del personale dei trasporti (Sev) è un fiume in piena. Ha preso a cuore la vicenda dei marinai che operano nel bacino elvetico del Lago Maggiore: «Li seguo dal 2004 e questa vicenda ha colpito molto anche me», confessa.
L'ultimo capitolo in ordine di tempo è datato ad oggi, vigilia di Natale 2020, con la conferma del licenziamento di tutti i dipendenti che operavano nella parte svizzera del Verbano a causa della mancata intesa tra la Società navigazione del Lago di Lugano (Snl) e la controparte italiana circa il Consorzio italo-svizzero. Consorzio nato per permettere di sviluppare l'offerta svizzera con la partecipazione anche di una società ticinese. «Sapevamo che c'erano delle difficoltà con questo sodalizio e che le discussioni si stavano protraendo. Il termine per chiuderle in maniera positiva (e dunque evitare uno scioglimento che avrebbe estromesso di fatto la Snl dalla gestione della navigazione sul Lago Maggiore) era inizialmente fissato al 31 dicembre. «Poi abbiamo saputo che i colloqui sono stati estesi fino a fine febbraio». Ma la soddisfazione è durata poco: «Oggi si è appreso che i dipendenti sarebbero comunque rimasti a casa, nonostante il Consorzio avrà almeno ancora due mesi di vita. È una cattiveria e una speculazione difficili da capire», precisa Stroppini.
I marinai locarnesi avevano ricevuto dalla Snl la disdetta del contratto con tre mesi d'anticipo, «ma si era detto che se il sodalizio italo-svizzero avesse proseguito l'attività, avrebbero avuto la possibilità di continuare a lavorare». A quel punto i dipendenti avrebbero chiesto «comprensibilmente» al sindacato di congelare le trattative sul contratto di lavoro in attesa di novità. Oggi la doccia fredda. «Spero che la politica si ponga la domanda di cosa succederà con il turismo nella parte ticinese del Lago Maggiore» in assenza di un'intesa.