Reazioni da Lavizzara dopo che Maggia ha improvvisamente revocato il suo sostegno al progetto di Broglio
“La decisione del municipio di Maggia di rimangiarsi la parola data togliendo il proprio sostegno al progetto è un atto incomprensibile, antidemocratico e che disorienta”. Armando Donati e Daniele Rotanzi sono consiglieri comunali di Lavizzara e sotto l'albero, come si suol dire, si sono ritrovati il clamoroso dietrofront di Maggia sul sostegno al progetto di casa anziani a Broglio: un inopinato passo indietro rispetto agli impegni presi in seno al consiglio direttivo di Ascovam il 10 ottobre 2019, dove la Vallemaggia si era compattata per sostenere il progetto promosso dall'estrema periferia quale alternativa a quello di Cevio (il cui Municipio era stato l'unico ad uscire dal coro dell'Associazione dei Comuni).
Nella sua recente lettera di distanziamento, Maggia si giustifica dicendo che la delibera di febbraio dell'assemblea di Avad (Associazione valmaggese di aiuto domiciliare) sulla convenzione con il Comune di Lavizzara “aveva suscitato non poche perplessità nei delegati del nostro Comune”. Tale delibera ha poi occupato Enti locali e Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio, che, ricorda Maggia, “ha imposto che le convenzioni vengano approvate dai legislativi di tutti i Comuni interessati”. Vista la posizione contraria di Cevio, “l'unanimità è un obiettivo da ritenere irraggiungibile”. Maggia dice ancora di aver “individuato problemi e criticità in tale convenzione (ad esempio il ruolo destinato alla Fondazione Vallemaggia) che non consentono di allestire un messaggio con la dovuta convinzione e la necessaria chiarezza”. Pertanto, “alla luce di tutti gli elementi raccolti ed emersi negli ultimi mesi, della situazione di stallo creatasi e delle numerose incertezze ravvisate”, il Municipio ha “revocato il proprio sostegno al progetto di Broglio, invitando a riproporre la sopraelevazione dell’attuale struttura di Cevio”. E infine: “Il pericolo rappresentato dalla perdita dei posti letto e di lavoro della struttura di Someo, con le conseguenze negative dal profilo socioeconomico per tutta la valle, impone un riesame della situazione che a sua volta permetta di adottare una soluzione celere e condivisibile”.
L'improvviso cambio di rotta disorienta dunque i lavizzaresi perché le premesse apparivano solide: “L’idea di costruire una casa anziani in Lavizzara, in alternativa all’innalzamento di un piano della struttura di Cevio, era stata sottoposta già nell'ottobre del 2018 a tre gremi essenziali per la realizzazione o meno della stessa: gli alti funzionari del Dss, i dirigenti della Fondazione Vallemaggia, dell’Avad e dell’Ascovam, nonché i sindaci dei Comuni valmaggesi – sottolineano –. In quelle tre occasioni nessuno aveva risposto che la proposta non poteva essere presa in considerazione, anzi, ricordiamo molto bene le conclusioni dell’incontro con gli alti funzionari del Dss: ‘Dovrete affrontare e superare diverse difficoltà di carattere finanziario, ma se la Vallemaggia sarà unita è un’idea che può essere realizzata’”.
Dopo mesi di approfondimenti svolti a più livelli, il veto di Maggia giunge in un momento in cui “nessuno, nè il Cantone, nè l’Ascovam, ha sollecitato una nuova presa di posizione. Nessun elemento nuovo è sopravvenuto dal mese di ottobre di un anno fa”, rilevano i consiglieri comunali di Lavizzara. Semmai “la pandemia in corso dovrebbe suggerire prudenza nell’esprimere giudizi definitivi e attenzione a non creare ulteriore negatività tra le persone. Quando sarà terminata, potremo sapere se la mortalità tra gli anziani avrà raggiunto livelli tali per cui per i prossimi 20 anni non avremo più bisogno di nuove casa per anziani. Gli specialisti ci potranno dire se in futuro sarà meglio concentrare gli anziani in grandi strutture oppure se decentralizzare”. Come lavizzaresi che “hanno a cuore il futuro della nostra regione, hanno lanciato l’idea ed esaminato la problematica nel modo più oggettivo possibile”, sostengono di non riuscire a capire “cosa ci guadagneranno Cevio e Maggia ad affossare il progetto di nuova casa per anziani in Lavizzara che, con i suoi posti di lavoro e i 22 posti letto (di cui 10 Alzheimer), sarebbe un raggio di sole per il futuro del nostro Comune e dell’intera valle”.
Le domande poste dai due esponenti del legislativo lavizzarese sono dolorose: “Perché, tra vicini, con problematiche comuni, invece di aiutarsi, ci si ostacola? Perché si reclama sostegno per le zone periferiche, ma poi la propria periferia la si vuole soffocare?”. La risposta è in una convinzione cementata dalla “storia di questi ultimi 100 anni”. Ovverosia che “ogni volta che la Valmaggia si è presentata divisa, non si è raggiunto nessun risultato benefico per la popolazione. Quando invece tutti hanno operato per lo stesso ideale, con solidarietà verso le zone più fragili, con lungimiranza per il raggiungimento del bene comune, qualche buon progetto, a vantaggio di tutti, è stato realizzato”. E sarà così anche questa volta, riflettono. Per concludere che “spezzare l’entusiasmo di una comunità con mosse politiche di nessun valore potrà forse dare soddisfazione nell’immediato, ma a lungo termine ci si renderà conto che i litigi, le ripicche, i personalismi avranno mandato la Vallemaggia in pezzi. È questo che si vuole?”.