Critiche per la vetustà dell'attuale impianto illuminotecnico delle facciate. Ses e Città pronte a rilanciare con un allestimento futuristico
La grande “cromoterapia” che illumina (quasi) d'immenso le facciate degli stabili di Piazza Grande sarà uno dei punti focali della riqualifica degli spazi pubblici del centro urbano. Un nuovo impianto illuminotecnico più moderno e versatile di quello attuale, ormai in funzione da una ventina d'anni, potrà infatti essere allestito quando il grande progetto di valorizzazione andrà in cantiere. Lo sottolinea il capotecnico di Locarno, André Engelhardt, membro della giuria che a dicembre avrebbe dovuto statuire sul concorso pubblico, ma che per ragioni di forza maggiore ha dovuto rinviare ogni decisione a momenti più propizi dal punto di vista sanitario. «Sappiamo che l'allestimento ha i suoi anni e che è ampiamente perfettibile – dice alla “Regione” –. Nell'ambito della riqualifica degli spazi pubblici del centro urbano sarà certamente un argomento importante su cui chinarsi».
Il tema torna d'attualità dopo la denuncia – chiamiamola così – di un proprietario immobiliare di Piazza Grande, la cui segnalazione sul presunto stato di abbandono dell'illuminazione delle facciate è una specie di bollettino di guerra: “1 faro male orientato, 6-7 di colore inadeguato e 18 non funzionanti”. Toni secchi, giustificati, dal punto di vista del proprietario, dalle robuste radici del problema, emerso addirittura 15 anni fa e circostanziato in una lettera indirizzata alla Sopracenerina. “Lo scorso fine settimana – scriveva – il ‘salotto’ di Locarno si è di nuovo illuminato a festa, verosimilmente per salutare con un tocco di allegria e di eleganza l’importante manifestazione di Miss svizzera 2005. Nobile gesto quello di illuminare gli stabili della piazza in occasione di grandi manifestazioni; non fosse che, purtroppo, per l’ennesima volta, diversi fari erano fuori uso; 18 per l’esattezza!”. I punti esclamativi erano tre per debitamente sottolineare il disagio. “Già in precedenza avevo segnalato verbalmente il problema ad alcuni rappresentanti del Municipio, dell’Ente per le iniziative del Locarnese e più volte alla Società Elettrica – continuava – ma purtroppo senza alcun riscontro. Prima di sventolare critiche sulla stampa ho pensato quindi di scrivere di persona ai diretti interessati”. Ricordava poi il protestatario che “siamo una città turistica e negligenze di questo tipo andrebbero evitate”. E terminava con l'augurio di “poter finalmente apprezzare l’illuminazione in tutto il suo splendore durante le prossime festività natalizie”. La lettera è datata 21 settembre 2005.
Quindici anni dopo, la stampa sventola dunque il problema, che secondo l'ingegner Pier Angelo Ceschi, responsabile tecnico della Sopracenerina, dev'essere inquadrato nella sua giusta dimensione: «La Ses ha l'incarico dai Comuni di occuparsi dell'illuminazione pubblica, non di quella decorativa come per le facciate di Piazza Grande. Ciononostante, si è occupata di far funzionare questa illuminazione e lo ha fatto pro bono, in accordo con il Comune di Locarno, senza emettere fatture. La Città indica alla Ses le sue esigenze per questa o quell'occasione e noi procediamo. Pro bono la Ses si è anche sempre presa carico della manutenzione delle luci non direttamente gestite dai privati, come succede per alcuni degli stabili di Piazza Grande. Se vengono riscontrati dei problemi o delle pecche è perchè gli impianti si avviano verso fine vita e non sempre è facile trovare i pezzi di ricambio. Comunque, gli interventi sono frequenti. A inizio mese è stata eseguita una verifica ed è emerso che alcune lampade (comunque non 18) erano effettivamente guaste. La riparazione verrà effettuata a breve. In proiezione, ci sarà senz'altro una discussione con il Comune per pianificare allestimento e gestione di un nuovo e più moderno impianto».
Quello attuale era stato realizzato alla fine degli anni '90 con l'allora municipale Dario Scaffetta. «Inizialmente si pensava di illuminare soltanto Palazzo Marcacci, ma poi si era deciso di estendere il beneficio estetico a tutte le facciate – ricorda Engelhardt –, elaborando un progetto globale riguardante gli stabili dei portici fino all'altezza della Posta, più quelli più significativi del versante sud. Erano così stati presi i contatti con i proprietari degli stabili e in alcuni casi trovati accordi per una loro partecipazione finanziaria. La responsabilità dell'illuminazione, esulando dal contesto di quella pubblica tradizionale, era di competenza della Città e data in gestione alla Ses. Degli eventuali oneri per interventi di manutenzione o sostituzione di lampade o altri elementi doveva farsi parte attiva il Comune. In effetti, con l'andare degli anni, un intervento marcato e regolare di riparazione o sostituzione delle lampade è venuto un po' a mancare. Questo va dunque ammesso, anche se devo dire che di particolari lamentele finora non ne abbiamo ricevute».
Viste l'attuale situazione di un impianto che Ceschi ha definito “a fine vita”, e l'occasione della prossima riqualifica, conclude Engelhardt, «è senz'altro ipotizzabile un ripensamento integrale, con nuovi corpi luce e un tipo di illuminazione più economica dal punto di vista energetico, in modo tale che si possa mantenere una qualità nella messa in evidenza degli edifici, ma in modo più moderno e attuale».