Allo studio una complicata operazione immobiliare ed economica per garantirsi un capitale e procedere ex novo. Aprendo ai Comuni
L’ipotesi che con più forza sta emergendo per il futuro del Palexpo Fevi riguarda la demolizione per costruire ex novo una struttura moderna, polifunzionale, idonea per il grande segmento dei congressi e degli eventi, e naturalmente del tutto adeguata alle esigenze del Locarno Film Festival, che proprio al Fevi, con i suoi circa 3000 posti, ospita le sezioni con più pubblico (Concorso internazionale e Panorama Suisse, almeno fino al 2019) e una parziale ma insostituibile alternativa al coperto di Piazza Grande. A parlare alla “Regione” dei piani di rinascita del palazzetto è il municipale capodicastero Finanze e Logistica Davide Giovannacci, avvertendo che «questo è lo scenario attualmente più accreditato. Poi naturalmente l’idea dovrà avere il beneficio di uno studio di fattibilità dal punto di vista legale per andare infine, dopo tutti gli approfondimenti del caso da parte del Municipio, sui banchi del Consiglio comunale. Nello stesso tempo andranno coinvolti i Comuni del Locarnese».
L’aspetto interessante è nel modello scelto per questa grande operazione immobiliare e finanziaria. Un modello simile a quello adottato per il Centro balneare regionale. Spiega Giovannacci: «Il costo di una costruzione a nuovo del futuro Palexpo Fevi potrebbe aggirarsi sui 30 milioni di franchi, per difetto. Si tratta di un investimento consistente e oltremodo oneroso per le casse comunali. Ecco allora che era necessario pensare ad una soluzione intelligente che lo rendesse sostenibile. La soluzione, un po’ ricalcando quanto fatto in ambito regionale con il Centro balneare, riguarda la messa a concorso separata di tre "oggetti": l’autosilo che sorgerà sotto il palazzetto (autosilo già previsto a livello di Piano regolatore, ndr.), il futuro ristorante annesso alla struttura, nonché la parcella 76 adiacente alla rotonda di Piazza Castello», insomma la superficie su cui avrebbe dovuto sorgere la famosa Torre, alla quale infine il Municipio aveva deciso di rinunciare.
«La messa a concorso di autosilo, ristorante e parcella 76 sarebbe finalizzata ad ottenere proposte per l’ottenimento, da parte dei privati, di diritti di superficie a lungo termine (30 o 50 anni), i cui affitti però la Città chiederebbe di incassare anticipatamente e una tantum – prosegue Giovannacci –. Raccogliendo in questo modo un cospicuo capitale iniziale, ecco che l’investimento per la ricostruzione del Fevi non si prefigurerebbe più come un’operazione insostenibile. Tutt’altro».
Va ricordato che la necessità di importanti adeguamenti infrastrutturali aveva spinto la Città, l’anno scorso, a conferire mandato alla Bardelli Architetti Associati di Locarno affinché presentasse uno studio di fattibilità riguardante la trasformazione del palazzetto in un centro congressuale con tutti i crismi. Dal lavoro di Bardelli erano uscite alcune varianti: dai pochi milioni per un intervento minimo necessario all’adeguamento alle normative vigenti, ai circa 14 milioni per un piccolo ampliamento, fino ai 18 circa per un ampliamento esteso. In non più di una paginetta aggiuntiva l’architetto si chinava inoltre sull’opzione demolizione e ricostruzione, ma secondo i volumi attuali. Si parlava in questo caso già di una cifra vicina ai 30 milioni di franchi.
Proprio su questi elementi si era basata la “voce”, a Piano finanziario 2020-24, riguardante la sistemazione architettonica del Fevi. Il capitoletto, passato ai più inosservato, indica quale “idea più concreta” quella, appunto, di una collaborazione fra pubblico e privato. “Ipotizziamo di alienare la particella 76 (davanti all’autosilo di Piazza Castello, 2'854 m2) e di concedere un diritto di superficie di una parte sotto il Fevi per la realizzazione di un autosilo interrato di oltre 300 posti (minimo 312, massimo 432 con elevazione di un piano e creazione ala supplementare a ovest)”, si legge. Nel Piano finanziario sono inseriti questi importi: per la vendita del mappale 76, 13,9 milioni di franchi (con un valore del diritto di superficie stimato in 10 milioni, pagabili in due tranches nel 2023 e nel 2024), più 5 milioni dal Cantone e altri 2 dall’Ente regionale di sviluppo. Ma non si faceva riferimento alle conseguenze economiche dei diritti di superficie riguardanti l’autosilo (e il corpo ristorante al Fevi). Nel merito dell’autosilo, Giovannacci ipotizza un incasso di circa 15 milioni di franchi. E aggiunge l’auspicio che «questo grande passo per il nuovo Fevi possa venir condiviso dai Comuni del Locarnese».
Alain Scherrer, sindaco di Locarno, riferendosi ai tre concorsi separati, dice oggi che «la nostra idea iniziale era di mettere tutto assieme, poi ci siamo accorti che l’operazione diventerebbe troppo complessa sia per chi parteciperebbe al concorso, sia per noi che lo presenteremo. Crediamo quindi che procedere separatamente sia senz’altro consigliabile». Per altro, Scherrer sottolinea che «rimane molto da studiare, anche in relazione ad alcune necessità prioritarie. Una è continuare a garantire la fruibilità di grandi e adeguati spazi coperti al Festival. Un’altra è non privare Federale e Virtus del loro diritto ad allenarsi».
Comunque, conclude il sindaco, «questa grande operazione non è per oggi e andrà debitamente pianificata. Detto questo, sottolineo che si inserisce perfettamente nella politica, che io sostengo da sempre, di una collaborazione fra pubblico e privato».