Voluti dalle autorità per incentivare la ripresa economica locale, stentano a decollare a Losone e Ascona. Va meglio in Gambarogno
Per incentivare la ripresa dell'economia locale dopo il lockdown deciso per la pandemia da Covid-19 nella scorsa primavera, i Comuni del Locarnese hanno proposto misure straordinarie. Alcuni hanno deciso di distribuire dei buoni da utilizzare nei negozi e per pagare le fatture a ditte del posto. Uno stratagemma con duplice scopo: aiutare gli abitanti e contribuire al rilancio, dopo le lunghe settimane di blocco. A diversi mesi dall'introduzione di queste misure, si può cominciare a stilare un primo, sommario, bilancio. Partiamo da Ascona. Negli scorsi giorni il Municipio ha comunicato che solo il 35 per cento dei buoni è stato speso e quindi consiglia ai cittadini e ai proprietari di residenze secondarie che ancora non l'avessero fatto di utilizzare queste facilitazioni, valide fino al prossimo 31 ottobre.
Anche in Gambarogno la scadenza è fissata per la fine del mese prossimo. Stando al sindaco Tiziano Ponti, i buoni distribuiti nella località sulla sponda sinistra del Verbano sono stati ben utilizzati. Ogni abitante (il Comune ne conta circa 5'100) ne ha ricevuti due da 10 franchi ciascuno: i proprietari di residenze secondarie (che sono 3'200) uno da 10 franchi. Da una rapida verifica risulta che finora il Comune ne ha rimborsati per 31mila franchi (su una cifra totale prevista di 127mila). «In apparenza non molti – conclude Ponti –. Ma so che diverse ditte e commercianti li incasseranno in blocco, più avanti. A quel momento capiremo quanto successo abbia avuto l'iniziativa».
Marciano a rilento, infine, i buoni a Losone, che ha adottato un sistema diverso: gli stessi vanno acquistati. Ogni residente ne può avere per un totale di 200 franchi, pagando 140 franchi. Lunga la lista delle ditte e dei negozi che aderiscono all'iniziativa. Il sindaco Corrado Bianda: «Il termine per richiederli e utilizzarli scade a fine anno, ma potremmo decidere di prorogarlo».