Dopo la vendita, restauro conservativo per casa e giardino. Sarà centro di cultura, eventi e meditazione
Il futuro di Casa Epper si sta delineando. Dopo la vendita della proprietà al vicino albergo Eden Roc, arrivano alcune anticipazioni. A rivelarle è il presidente della Fondazione Epper, Maurizio Checchi, che sta seguendo da vicino i passi che la direzione dell'hotel ha intenzione d'intraprendere. «Abbiamo creato un dialogo proficuo e si è instaurato un ottimo rapporto di collaborazione – afferma –. So per certo che la casa e il giardino saranno ristrutturati in modo conservativo, mantenendo il carattere storico e architettonico. Casa Epper in futuro rimarrà luogo d'arte, cultura e meditazione, con eventi puntuali aperti al pubblico. La tomba dei coniugi Mischa e Ignaz Epper resterà nel giardino, che verrà valorizzato, con il mantenimento dell'esposizione di statue di vari artisti».
Si rivela quindi infondato il timore che al posto dell'ex museo possa sorgere una Spa di lusso manifestato in più occasioni dai contrari alla vendita. «Assolutamente – conferma l'intervistato –. Nonostante non sia considerato monumento, l'edificio sarà restaurato dai compratori con profondo rispetto. Di più: saranno allestiti spazi espositivi che ospiteranno ancora opere dei coniugi Epper, con una costante rotazione visto che sono moltissime. Per noi, della Fondazione, diventerà un punto d'appoggio importante grazie al rapporto di reciproco rispetto che abbiamo instaurato con l'Eden Roc. E in occasione di eventi particolari e di mostre tematiche le porte saranno aperte al grande pubblico».
Come noto, la vendita della proprietà in via Albarelle ha portato nelle casse della Fondazione Epper oltre 3,5 milioni di franchi. Utilizzando parte di questa cifra, la stessa Fondazione è diventata comproprietaria (assieme alla Fondazione Rolf Gérard) dell'antica casa Ressiga Vacchini, in via Borgo, che diventerà la nuova sede ufficiale.
Quando vi sposterete e quali sono i vostri progetti? «Nei prossimi mesi verranno adattati alcuni spazi, che occupano l'intero terzo piano dello stabile, alle nostre esigenze. Dal 2021 nei locali troverà posto il corposo archivio delle opere della collezione Epper; archivio che sarà riordinato e messo al riparo dai problemi di umidità manifestatisi in via Albarelle. Il pubblico potrà visionare le opere e consultare i documenti. L'anno prossimo creeremo inoltre un nuovo sito; quello attuale è stato chiuso poiché qualcuno lo ha hackerato e manomesso. Inoltre avremo a disposizione uno spazio espositivo».
Il progetto della Fondazione è ad ampio raggio: «Stiamo già pensando a sinergie con gli altri musei di Ascona e fuori dai confini del comune. Senza dimenticare la pubblicazione di un catalogo che finora non c'è mai stato. Mosse utili a valorizzare e promuovere l'opera dei coniugi Epper».
Quindi in via Albarelle resterà Casa Epper, ma che ne sarà della denominazione “Museo Epper”? «Per ora non ho una risposta precisa da dare – conclude Checchi –. Posso assicurare che è un tema sul tavolo della Fondazione e che ne discuteremo a breve».
Ricordiamo che la vendita della proprietà Epper all'albergo Eden Roc (che fa parte del Tschuggen Hotel Group) era stata contestata sin dall'inizio e che per contrastarla erano pure state raccolte oltre 1500 firme. Le critiche – riferite anche al cambiamento dello statuto contenuto nel testamento di Mischa Epper, che con quell'atto aveva costituito la Fondazione – hanno chiamato in causa sia la Fondazione stessa, sia l'autorità di Vigilanza sulle fondazioni della Svizzera orientale. Persino i discendenti di Mischa Epper si erano fatti avanti, con diverse censure. Nei giorni scorsi è giunta la decisione della Vigilanza che in sostanza non riconosce agli eredi una legittimazione a ricorrere e quindi non entra nel merito del reclamo del 3 giugno scorso.
La decisione viene salutata positivamente da Checchi, anche perché permette alla Fondazione di portare avanti il progetto di rilancio senza ulteriori indugi. Progetto che, ricorda il presidente, è sempre stato condotto in accordo con l'autorità di Vigilanza: «La stessa è pure intervenuta, ad esempio imponendo la comproprietà per la Casa Ressiga Vacchini, tra l'altro già definita e recentemente iscritta a Registro fondiario».