Compie 10 anni il Boxe club cittadino, scuola di vita per ragazzi e ragazze. Rispetto, autocontrollo, responsabilità e autostima i valori trasmessi sul ring
"Sono impegnato a ricostruire la squadra, dopo la partenza di quella generazione d'oro che mi ha portato tante soddisfazioni e, al sodalizio che dirigo, molti titoli nazionali e coppe". Questo è l'Americo Fernandes attuale, anno domini 2020. Quello di 10 anni prima, al momento della nascita del Boxe club Locarno (BCL), un po' meno brizzolato, era animato dalla stessa, identica, passione per questo sport e per i suoi campioncini. «Il sodalizio cittadino è nato dalla voglia che avevo di regalare, ai ragazzi, un club in cui potersi allenare. Era un periodo in cui, per ragioni di formazione professionale, mi ero allontanato un po' dai ring e dai guantoni. Sono stati gli stessi ragazzi a spingermi in questa avventura. Continuavano a "provocarmi", a furia di sentirmelo ripetere, ho ceduto alle loro pressioni". Non è stato un cammino sempre facile, quello del sodalizio locarnese; ma Americo Fernandes, che del pugilato ha fatto la sua ragione di vivere, nel suo telefonino che funge anche da "archivio ambulante", ha rinchiuse le immagini di decine di incontri e competizioni nazionali e internazionali, promosse o alle quali i suoi giovani atleti hanno preso parte con successo. " Come BCL abbiamo creato tre tornei: il Guanto d'Oro, Boxe sotto le Stelle e, ultimo nato, la Cintura ticinese, che si disputerà, a rotazione, nei vari distretti del Cantone grazie anche alla disponibilità di molte amministrazioni comunali che ci aprono le palestre».
Nella piccola palestra di Via alla Morettina, ai giovani (tra loro anche diverse ragazze) che si dedicano con entusiasmo alla boxe, Fernandes affiancato dal suo collaboratore coach Tiago Pugno (che funge anche da preparatore atletico) apprendono si i segreti della nobile arte, ma anche e in primo luogo la disciplina e l'educazione. Un messaggio molto chiaro: chi non è disposto a condividerlo completamente viene subito allontanato. «Il rispetto dell'altro e di se stessi li aiuta a crescere come uomini nella società - prosegue - Devono capire che la vita è sacrificio e che se si vuole raggiungere dei traguardi, bisogna sudare e impegnarsi». La palestra si pone come obiettivo quello di creare un ambiente sportivo sano dove il pugilato è una disciplina alla portata di chiunque desideri vivere questo sport tra sudore e guantoni; i più piccoli capiscono che ciò che stanno imparando ha un significato interiore e che è un bagaglio per la vita, le loro qualità anche scolastiche e relazionali, spesso, migliorano. Americo, non a caso, parallelamente porta avanti anche un progetto di avvicinamento al pugilato con gli allievi delle Scuole Medie di Minusio: «Si tratta di un doposcuola promosso con la collaborazione della Direzione dell'istituto molto apprezzato dai partecipanti. Una sorta di gioco della boxe che contribuisce a dare ai bambini e alle bambine maggiori capacità motorie, coordinative e anche una maggior sicurezza nei propri mezzi sia fisici che psicologici. Alcuni di loro, poi, vengono a Locarno per allenarsi e continuare con gli allenamenti».
Tanti i titoli nella bacheca del BCL, quale il ricordo più bello? «Il ricordo più bello è sempre legato alla prima volta che abbiamo portato la squadra dinnanzi al pubblico. Allenatori, atleti, dirigenti erano tutti molto emozionati da questa nuova realtà. Vedere, il giorno dopo, il titolo sul giornale "Il BCL parte con il pugno giusto" è stato davvero magico».
Il settore giovanile agonistico conta, oggi, una trentina di iscritti. Una decina di loro sono quelli che sono chiamati a tenere alto, sul ring, il nome del BCL. Corrono, saltano, colpiscono i sacchi, schivano i guanti dell'allenatore, ripetono gli esercizi davanti allo specchio per affinare l'abilità tecnica per diventare dei veri piccoli pugili. La palestra è una sorta di scudo contro l'insicurezza e le pressioni crescenti della vita quotidiana che incontreranno, soprattutto, una volta cresciuti. Rappresenta un posto sicuro dove si può scaricare la rabbia e "svuotarsi" , così da arrivare meglio preparati ad affrontare le sfide più grandi, come conoscere se stessi e lottare in ciò in cui credono, sia fuori che dentro il ring. Americo Fernandes sa che ci vorrà tempo per arrivare alle medaglie, ma legge, nei loro occhi, quella voglia di progredire e fare del loro meglio che è essenziale.
Intanto si avvicina la data del 3-4 ottobre, quando alla Palestra della Peschiera di Locarno, andrà in scena il meeting del "Guanto d'Oro". Il primo evento pugilistico dalla fine del lockdown, organizzato con tutte le misure sanitarie imposte dalle circostanze. La rincorsa ai fasti del recente passato può iniziare.