La risposta dei responsabili dello scalo alle affermazioni, critiche, contenute nell'interpellanza del consigliere nazionale Bruno Storni al Consiglio federale
“Le luci pista posate a inizio anni Settanta sono, dal profilo legale, corrette. Prova ne sia che vi sono documenti formali che lo attestano. Manca, invero, solo la formale licenza edilizia e/o autorizzazione. Da municipale e il consigliere nazionale socialista Bruno Storni sa benissimo che i proprietari/progettisti della stragrande maggioranza delle infrastrutture pubbliche, private o civili-militari costruite decenni fa non sono in grado di produrre tali atti”.
Sono, queste, affermazioni catturate negli ambienti dell’Aeroporto cantonale di Locarno-Magadino e che fanno seguito alle presunte irregolarità e alle mancanze sollevate, in un atto parlamentare, dal consigliere nazionale socialista Bruno Storni (cfr. LaRegione del 29 luglio). L’esponente locarnese a Berna, in un’articolata interpellanza al Consiglio federale, lo ricordiamo, ha evidenziato l’assenza di una specifica domanda di costruzione al tempo della posa dei fari (mezzo secolo fa) per il volo notturno lungo la pista di decollo e atterraggio dei velivoli. Irregolarità, quella della quale si sarebbero resi colpevoli gli allora enti preposti, venuta a galla solo al momento della recente domanda di rinnovo delle stesse luci da parte di Armasuisse. Un progetto, questo, che ha fatto discutere (anche per il preavviso negativo dei Servizi generali del Cantone) e che attende ancora un parere favorevole proprio dalle autorità della capitale federale, dove il dossier è attentamente soppesato soprattutto dal punto di vista dell’impatto ambientale (disturbo per l’avifauna delle Bolle, in particolare, in corso di accertamento). A detta degli interpellati, “le autorità comunali, cantonali e federali che, “de jure” , tengono tali incarti per dieci anni, a parte qualche caso particolare di rilevanza, dopodiché li eliminano per fare spazio negli archivi”.
Proprio sul problema dell’impatto luminoso delle future installazioni, dall’Aeroporto cantonale fanno sapere che “negli scorsi anni il tema delle emissioni è stato oggetto di due specifiche valutazioni (una militare e una civile). Entrambe hanno evidenziato come le attuali, vetuste, luci della pista hanno un’incidenza (scientificamente provata perché basata su un monitoraggio) che arriva all’uno percento (1% !) delle emissioni del comparto. A mo’ di esempio la sola illuminazione della “rotonda dell’aeroporto di Locarno” ha un’emissione luminosa dieci volte superiore alle luci pista”.
Ma i fautori dell’aggiornamento infrastrutturale dell’Aeroporto non si fermano qui; stavolta lanciano un attacco agli ambientalisti: “La Fondazione Bolle di Magadino - osservano - era stata coinvolta dai progettisti del DDPS con il risultato di... far perdere un anno. I suoi rappresentanti chiedono sempre di essere sentiti nel dibattito ma poi non fanno che raccogliere informazioni, a volte su temi che non dominano, finalizzate solo a formulare formali opposizioni o preavvisi cantonali negativi che rallentano le procedure toccate. Se restiamo in termini di emissioni luminose occorre sottolineare che il PUC del Parco del Piano di Magadino, in una sua specifica e precisa regolamentazione, ha definito la zona dell’aeroporto in modo coerente con la realtà: fuori, cioè, dal comparto indicato come sensibile”.
Ricordiamo che la sostituzione dei fari, necessaria per accrescere la sicurezza operativa, qualora dovesse essere approvata da Berna non comporterà alcun incremento dell’attività aviatoria, né diurna né notturna, nel piccolo scalo locarnese. Per questo motivo il Municipio di Locarno, l'Alba e le direzioni civili e militari dell’aeroporto (sostenute da diversi Comuni della regione) hanno caldeggiato il progetto. Va altresì ricordato che il parere del Cantone non è vincolante per l’autorità federale, alla quale spetta la competenza decisionale in autonomia.
Una curiosità, per concludere: da voci attendibili sembra che un consigliere federale presente in Ticino in occasione dei festeggiamenti del 1°di agosto si sia informalmente, e spontaneamente, espresso sull’impellenza di realizzare - senza se e senza ma - il mini allungamento della pista e la messa a giorno delle obsolete infrastrutture ancora presenti nel perimetro aeroportuale.