Un ricorso blocca la pianificazione, ma il Municipio sigla con la scuola un accordo transitorio per tre mesi
L'Accademia Teatro Dimitri (Atd) all'ex caserma di Losone? Un cambiamento auspicato, ma con un ostacolo da superare. Lo spostamento dell'affiliata alla Scuola universitaria della Svizzera italiana (Supsi), che ha deciso di ampliare la sua offerta formativa e che è alla ricerca di spazi più ampi, è reso più complicato dal ricorso di un privato, che si oppone alla nuova pianificazione del comparto della piazza d'armi in zona Arbigo.
Il nuovo campus dell'Accademia a Losone è già stato inserito dal Cantone nei piani di sviluppo della Supsi, con chiare indicazioni del messaggio del Consiglio di Stato sulla Politica universitaria cantonale 2021-2024: “Nel corso del 2019 - vi si legge - il direttivo dell'Atd ha promosso un'analisi della sua struttura e del suo funzionamento, evidenziando tra l'altro una serie di criticità che allo stato attuale impediscono lo sviluppo della scuola; tra queste, in particolare, una cronica mancanza di spazi adeguati. Per risolvere il problema di logistica, si è quindi analizzata l'ipotesi di un trasferimento nell'ex caserma'. Una possibilità accolta con favore dal Municipio di Losone, che ha pianificato per l'area un polo dedicato alla cultura, allo sport e al tempo libero. Pianificazione tra l'altro approvata dal Consiglio comunale e, in fase preliminare, anche dal Cantone, ma attualmente bloccata da un ricorso: un privato ha impugnato la decisione del Legislativo di fronte al Consiglio di Stato, criticando il metodo (e quindi, implicitamente, anche i contenuti, considerando che un altro approccio avrebbe potuto portare a soluzioni diverse) e i confini del comparto preso in considerazione. Confini che comprendono unicamente l'area della ex piazza d'armi, escludendo altre zone limitrofe che da tempo attendono una nuova pianificazione.
Nel messaggio del Consiglio di Stato sulla Supsi si specifica che l'intenzione dell'Atd è di utilizzare due ali della caserma. Una soluzione ritenuta ideale: “Consentirebbe il suo sviluppo e la risoluzione di varie criticità. Se l'accordo andrà a buon fine, comporterebbe per il prossimo quadriennio un trasloco della scuola e un ingente lavoro di progettazione e gestione in tutti i settori”. La futura sede, stando al Cantone “consente di prospettare sviluppi assolutamente favorevoli”.
L'autorità comunale locale (Municipio e Legislativo) vede di buon occhio questa possibilità, che lascia spazio anche ad altri contenuti, come attività del Cisa (Scuola specializzata superiore per il cinema e la televisione, che manterrebbe comunque la sua sede a Locarno), e collaborazioni con la Ticino film commission e il Palacinema.
Per l'Accademia la necessità di avere spazi più ampi a disposizione, in questo periodo contrassegnato dalla pandemia di Covid-19, è impellente: permetterebbe di organizzare i corsi con una maggiore sicurezza sanitaria. A tale scopo, il Municipio di Losone ha concesso provvisoriamente l'uso di alcuni locali, concludendo un accordo temporaneo di tre mesi. Accordo che definisce le disposizioni di utilizzo e il canone di locazione. Per ospitare gli studenti non sono stati necessari grandi lavori nello stabile.
«Non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, per quanto riguarda il coronavirus – afferma il sindaco di Losone Corrado Bianda –. Certo è che, in caso di necessità da parte dell'Accademia, siamo disposti a prolungare l'accordo transitorio».
Le soluzioni provvisorie, seppur approvate dalla maggioranza del legislativo, prestano il fianco alle critiche di alcuni consiglieri comunali, che già si sono manifestati. «È vero. Avere una soluzione di questo tipo, comunque portata avanti in termini ragionevolmente ammissibili, non è l'ideale per noi. Va pure detto che l'occupazione di alcuni spazi, seppure per pochi mesi, è da ritenersi una boccata d'ossigeno per il Comune. Infatti il canone di locazione ci permette di affrontare con più serenità le spese di manutenzione della caserma, che sono importanti».
L'interesse pubblico, che è l'interesse dell'intero cantone che vede nel polo culturale dell'ex caserma un'opportunità di sviluppo e crescita, è evidente. Starà ora al Consiglio di Stato dirimere la questione legata al ricorso di un singolo contro la variante pianificatoria, per sbloccare quindi la situazione e spianare gli ostacoli che ancora restano sul percorso.