L'Ascovam sulla scelta di escludere il collegamento con tunnel di base fra le due regioni, considerato troppo caro. In lizza funivia o tunnel in quota
Viene definito "un passo importante per l'apertura a Nord della Vallemaggia", quello compiuto dalla Delegazione delle autorità escludendo l'ipotesi del tunnel di base per collegare l'Alta Vallemaggia alla Leventina, da Fusio ad Airolo. Ad esprimersi in questi termini è l'Associazione dei Comuni della Vallemaggia, con il suo presidente Michele Rotanzi, che si rallegra per la scelta di privilegiare «una variante di collegamento in quota meno invasiva, sostenibile e soprattutto non faraonica dal profilo dei costi». Ed è appunto, la questione economica, un elemento centrale rispetto all'effettiva fattibilità dell'operazione. La variante in quota "vincente" dovrà essere individuata fra le due rimaste in lizza, ovverosia quella funiviaria e quella via tunnel (ma non di base appunto).
Per Rotanzi, a nome dell'Associazione dei Comuni della Vallemaggia, «l’Alta Valle intende promuovere il rispetto di criteri sia ambientali che territoriali, allo scopo di modellare un progetto equilibrato ed adeguato per tutta la regione. Una maggiore fruibilità delle valli dell’alto Ticino è certo auspicabile, soprattutto per chi vi abita. Accessibilità che deve però mantenersi entro i limiti di un afflusso controllato e circoscritto (sull’esempio di una strada di montagna)».
La voce della Vallemaggia, così come quella della Leventina, continuerà a farsi sentire nell'ambito della Delegazione delle autorità, in cui sono rappresentate entrambe, unitamente al Dipartimento del territorio, alle Commissioni intercomunali dei trasporti del Locarnese e delle Tre Valli e agli Enti regionali di sviluppo. Il consesso dovrà ora dare avvio ad uno studio di fattibilità riguardante le varianti rimaste in lizza, definendo meglio domanda e potenzialità di ognuna delle singole soluzioni.
«Per la Vallemaggia e per la Leventina potrebbe davvero essere l’inizio di un nuovo capitolo storico - conclude Rotanzi -. Un simile collegamento ridarebbe nuova linfa a queste regioni, aprendo forse ad un futuro in cui la dinamica negativa dello spopolamento potrebbe essere finalmente invertita, attribuendo ulteriore valore aggiunto alla progettualità delle nostre valli nel settore pubblico come in quello privato».