Locarnese

Emergenza Covid, la risposta della Protezione civile

Nel Locarnese e nel resto del Cantone in questi mesi le 6 Regioni hanno mobilitato più di mille militi e fornito circa 12mila giornate di servizio

4 giugno 2020
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«Un'esperienza di tre mesi più unica che rara, che lascerà il segno nella popolazione e nei militi che l'hanno vissuta; militi che hanno dato prova di grande disponibilità, di impegno, di capacità. E questo l'opinione pubblica l'ha capito. Ora che il nostro lavoro in prima linea va diminuendo (a fine mese dovrebbe concludersi la nostra missione, a luglio rientreremo tutto il materiale), torneremo piano piano alla normalità».
Sono, queste, parole di Lorenzo Manfredi, comandante della Protezione civile di Locarno e Vallemaggia, che il "battesimo del fuoco" (è entrato in carica nel novembre dello scorso anno) l'ha vissuto in prima persona, al fronte, durante questi mesi di emergenza Covid-19. Lo sforzo del Consorzio locarnese (e delle rimanenti Regioni di Protezione civile cantonali) è stato enorme e su più fronti. E' stato ripercorso stamane in occasione della presentazione, annuale, dei consuntivi dell'ente.

Un impegno su più fronti

«Le prime richieste di aiuto giunteci riguardavano la creazione dei presidi nelle case di cura - ricorda Manfredi - Poi siamo passati al doloroso lavoro di gestione delle salme ("Operazione Caronte" poi diventata "Crisantemo"), con l'allestimento di oltre 100 posti di accoglienza dei feretri in tutto il Ticino. In seguito si sono aggiunti servizi taxi per i risultati dei tamponi, l' aiuto alle case anziani nella creazione di spazi isolati destinati ai pazienti affetti da coronavirus e, successivamente, la realizzazione di zone d'incontro per permettere agli ospiti delle strutture di incontrare i propri cari dopo due mesi di isolamento. La collaborazione con i servizi ambulanza per disinfettare i veicoli e , in tempi a noi più vicini, operazioni di supporto a Magistratura, autorità politiche e enti pubblici (oltre al trasporto di un milione di mascherine nelle varie case di cura del Ticino) vanno a completare l'immensa mole di lavoro svolta dai militi della Pci». In totale durante questi mesi di emergenza, hanno prestato servizio 1050 uomini, 172 dei quali appartenenti al Consorzio locarnese, per un totale di grossomodo 12mila giornate di servizio.

Il programma di interventi e corsi di ripetizione ridimensionato


Va da sè che l'intero programma di lavoro 2020 (corsi e interventi sul terreno) pianificato, come ogni anno, in via Saleggi 14 A ha subito, giocoforza, degli scombussolamenti. "Purtroppo - prosegue il comandante - i corsi di ripetizione e le opere di pubblica utilità a favore della collettività messi in agenda sono stati ridimensionati o annullati. A livello cantonale, la Protezione civile ha deciso di non caricare sulle spalle di un'economia già parecchio in difficoltà i costi derivanti dalla normale attività formativa dei militi. Si procederà dunque con una sorta di "minimo indispensabile" proprio per evitare anche di dover privare le aziende e i datori di lavoro del proprio personale abile al servizio. In pratica verranno chiamati a svolgere corsi di ripetizione e lavori solo i militi più giovani".
Detto dell'emergenza Covid-19, della quale si parlerà ovviamente ancora in occasione della presentazione del consuntivo 2020, qualche parola va spesa anche al riguardo del resto dell'attività dello scorso anno. Un anno che, come l'ha definito Alex Helbling, presidente della Delegazione consortile, è stato caratterizzato da due grossi momenti: il primo è la riorganizzazione dell'organigramma, con l'entrata in carica del nuovo comandante, Lorenzo Manfredi («una persona che, dal profilo operativo, ha dimostrato di avere la stoffa giusta», ha osservato, in maniera schietta, Helbling), del suo vice (Patrik Arnold) e del nuovo capo istruzione, Mauro Quattrini; altro momento marcante, il giubileo del cinquantesimo dell'ente (La Protezione Civile di Locarno e Vallemaggia è stata fondata il 27 giugno del 1969 e contava, inizialmente, solo 7 Comuni).

Meno costi a carico dei Comuni


Se sul fronte operativo non vi sono stati particolari interventi (maltempo e calamità hanno risparmiato il nostro cantone), a livello di costi le cose sono andate ancora meglio; il contributo richiesto ai Comuni ha subito una contrazione del 2,5% (equivalente di circa 36mila franchi). Il conto di gestione corrente indica una spesa totale di 1,85 milioni di franchi. Sono aumentate sia le spese (+2,5%), sia gli introiti (+21,1%), così che l'ammontare a carico degli enti comunali è di 1,38 milioni di franchi.
A livello di impiantistica, da segnalare che tutti e 7 i rifugi protetti sono stati aggiornati dal punto di vista telematico (rete radio Polycom, collegamenti telefonici all-IP, nuove centrali telefoniche, in alcuni casi anche rete Gsm). I funzionari di Berna hanno proceduto a controlli minuziosi per il collaudo degli stessi.
Intanto il prossimo 9 giugno, al Palexpo Fevi di Locarno, tornerà a riunirsi il Consiglio consortile. Sul tavolo, oltre al bilancio, figura pure una richiesta di credito di 190mila franchi da destinare al rinnovo di parte del parco veicoli.