La nuova Legge federale presenta qualche problema a livello di organizzazione del lavoro. Meno anni di servizio, ma aumenteranno le giornate di impiego annuali
Ha 50 anni, li porta bene ma in futuro sarà chiamata a fare i conti anche con qualche grattacapo. Il più importante è quello della progressiva diminuzione dei militi incorporati. Stiamo parlando della Protezione civile di Locarno e Vallemaggia (PCi). Lo spunto l’ha offerto la presentazione, da parte dei vertici del Consorzio, del preventivo 2020 dell’ente. Anno che coincide, a livello cantonale, con il rinnovo dei poteri comunali e con i nuovi delegati e subentranti che i singoli enti dovranno nominare (al riguardo da segnalare che i Comuni facenti parte della “famiglia” passeranno da 31 a 27 a seguito dell’aggregazione della Verzasca). Dal punto di vista operativo, invece, con una maggiore conoscenza di quelli che sono i contenuti della riforma della Legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile, in consultazione ormai da tempo memore e non ancora definitivamente fissati, nero su bianco. Lorenzo Manfredi, che dal 1°novembre ha assunto il comando in sostituzione di Raffaele Dadò, non nasconde qualche preoccupazione al riguardo soprattutto del calo dei militi incorporati (una flessione difficile, al momento, da quantificare, anche perché vi sarà una fase di transizione). Oggi il Consorzio ha un numero di effettivi pari a 800 unità. A titolo di paragone, nei primi anni ’90 erano 4000 (di cui 2000 istruiti). Due le ragioni di fondo che spiegano questa flessione: la prima è che le visite mediche per stabilire l’idoneità del soggetto al servizio militare sono diventate più severe e restrittive; chi viene scartato, in pratica, una volta finiva “automaticamente” a rimpolpare i ranghi nella Protezione civile. Oggi la procedura è cambiata. Il secondo motivo è che c’è da vincere la concorrenza del servizio civile, che priva di preziose risorse sia l’esercito, sia, indirettamente, la Pci. La riforma prevede pure una diminuzione degli anni di servizio per militi e graduati (da 21 si scenderà a 12). Al contrario aumenteranno i giorni di servizio che i militi saranno chiamati a svolgere (fino a 19 all’anno), per la gioia dei datori di lavoro… Insomma anche in via Ai Saleggi, sede del Consorzio, ci saranno dei bei calcoli da fare. Anche perché in caso di emergenza, la chiamata coinvolgerà un numero minore di unità e per garantire un intervento tempestivo ed efficace occorrerà pianificare il tutto meticolosamente. Questa è musica di un futuro dietro l’angolo, il presente, invece, vive anche di…ricordi. Come ha sottolineato Alex Helbling, presidente della Delegazione consortile, il mezzo secolo di vita verrà opportunamente festeggiato. Lo si farà con un libro, curato da Flavio Zappa, che ripercorrerà, con foto e documenti storici, il lungo cammino della PCi, dalla sua fondazione (anni pionieristici) ai giorni nostri. Lo stesso verrà ufficialmente presentato in occasione della giornata consacrata al rapporto annuale, il 21 novembre, alla Ses di Locarno. Per l’occasione saranno presenti autorità politiche comunali e cantonali, ex militi ed ex vertici dell’ente. La seconda parte della giornata sarà invece dedicata ad una visita della Chiesa San Remigio di Loco e al Museo Onsernonese.
Due parole anche sui conti. Secondo le stime la gestione corrente 2020 prevvede spese per 1,73 milioni; 1,38 milioni saranno coperti dai contributi comunali (che risparmieranno circa 40mila franchi). Globalmente, rispetto al 2019, ci dovrebbe essere una diminuzione delle spese di circa 70mila franchi e una flessione delle entrate di poco meno di 30mila franchi. Al conto investimenti, infine, segnaliamo che è intenzione dei vertici dell’ente procedere con il rinnovo della flotta veicoli (150mila franchi) e, a tempo debito, con l’ammodernamento dell’impianto di Ascona (350mila franchi). Resta invece sempre aperto il discorso della nuova sede della Protezione civile, dal momento che il terreno (o l’eventuale stabile) non si trova.