Organizzazione Lago Maggiore e valli, il direttore operativo Benjamin Frizzi su emergenza sanitaria, gestione del territorio e strategie di rilancio
Benjamin Frizzi, direttore operativo dell'Organizzazione turistica Lago Maggiore e valli, il taglio alla cura dei sentieri ha generato il malumore delle valli. Era prevedibile.
Più che di un taglio parlerei di un ridimensionamento forzato del nostro importante impegno sui sentieri. Forzato perché purtroppo questa pandemia sta mettendo in ginocchio tutta l’economia ma il turismo è uno dei settori maggiormente toccati. E purtroppo le Otr, non ricevendo un sussidiamento cantonale ma finanziandosi principalmente con le tasse turistiche, oggi totalmente azzerate, sono totalmente coinvolte. Va anche ricordato che nonostante questo doloroso ridimensionamento investiamo sui sentieri molti più soldi di quanto, per legge, saremmo chiamati a fare. Annualmente dal Cantone riceviamo circa 550mila franchi per occuparci della manutenzione della rete escursionistica ufficiale, cifra che per legge siamo tenuti a raddoppiare. In questo scenario di emergenza prevediamo comunque di investire come minimo 1,3 milioni, proprio perché da decenni siamo perfettamente coscienti del valore e dell’importanza del nostro territorio. Prima del Covid-19 il preventivo parlava addirittura di investire 1,9 milioni. Non c'è insomma alcun disimpegno: ci mancherebbe. Sappiamo perfettamente - è il nostro mestiere - che le attività all’aria aperta e la fruizione del nostro splendido territorio saranno ancor più importanti di prima. Proprio con il territorio vogliamo trovare una soluzione condivisa, perché, come bene ha detto il direttore Fabio Bonetti, questo è il momento di fare squadra.
È stata messa in dubbio addirittura l'utilità delle Otr. Come risponde dal fronte?
Le Otr sono semplicemente vitali per il buon funzionamento dell’apparato turistico ticinese, che si compone di 4 livelli ben distinti ma sinergici e complementari. Per la promozione fuori dai confini nazionali, dove solitamente non vi è un contatto diretto e personale con i partner, ci affidiamo a Svizzera Turismo, che da anni porta altissimo il nome e il valore della Confederazione nel mondo. L'Azienda turistica ticinese - della quale siamo anche azionisti e con cui interagiamo proficuamente nella commissione marketing cantonale, pensa sia a rivendicare il giusto spazio nel panorama turistico elvetico con Svizzera Turismo, per portare avanti progetti strategici che interessano tutto il Cantone (come ad esempio Ticino Ticket), sia a campagne promozionali straordinarie come l’apertura della galleria del San Gottardo o del Monte Ceneri, o trasversali. Le Otr intervengono invece per promuovere al meglio il territorio con la sue rete escursionistica, i percorsi Mtb, gli eventi e le manifestazioni e dare risalto alla cultura e all’eno-gastronomia, così come per imbastire campagne marketing perfettamente mirate al fabbisogno dei partner turistici sul territorio. Le Otr vivono in e nel territorio e sono chiamate dallo stesso ad esaltarne bellezze e peculiarità. Questo grande, certosino lavoro promozionale coordinato porta a generare indotto economico al tessuto locale, ricco di una moltitudine di partner turistici (alberghi, campeggi, ristoranti, impianti di risalita, musei; ma anche Comuni, Patriziati, Pro, eccetera) che rappresentano una base indispensabile. Venendo a mancare gli introiti principali, che sono quelli delle tasse turistiche lasciate in loco dall'ospite, ci manca al momento la benzina per far funzionare il motore. È nei momenti di crisi che bisogna investire, ma ci vogliono ovviamente le basi adeguate per farlo.
Come vi state muovendo attualmente?
La priorità è contribuire a rimettere in moto questa ruota economica che si è interrotta bruscamente. E la ruota economica del Locarnese è fatta in primo luogo di turismo. Abbiamo un ruolo da portare avanti che desideriamo assolutamente continuare ad assolvere, ma dobbiamo appunto disporre di mezzi adeguati. Ci stiamo confrontando e allineando sia con Svizzera Turismo, sia all’interno di tutto il Ticino turistico: un contesto, quello cantonale, che non è mai stato coeso come oggi. In un primo momento l’effetto “lockdown” ci ha richiesto una cosa assolutamente contro natura, ovverosia chiedere ai nostri ospiti di restarsene a casa, visto che ne andava della sicurezza sanitaria di tutti. Ma da adesso via siamo prontissimi a riattivare tutti quei partenariati strategici a livello nazionale – con giornali, piattaforme online, blogger, influencer, riviste specializzate - che negli anni ci hanno dato grandi soddisfazioni e che confidiamo possano continuare a darci anche in futuro.
Come fa a esserne così sicuro?
Beh, di certezze oggi, nel turismo, ahimè non ce ne sono. Ma se guardo ai risultati turistici che il Locarnese è riuscito ad ottenere negli ultimi anni sono ottimista. Parliamo di cifre in costante crescita e di un trend assolutamente positivo sfociato in un ottimo 2019. Certo, pensarci oggi fa ancora più male, ma questo deve darci la forza per ripartire, con la convinzione di essere sulla strada giusta. Inoltre, il 75% dei nostri ospiti è svizzero e questo gioca chiaramente a nostro favore, visto che nel 2020 difficilmente qualcuno uscirà in vacanza dai confini nazionali. In questo senso i cambiamenti indotti dalla crisi toccheranno ben più duramente altre destinazioni anche interne, la cui maggioranza degli ospiti è internazionale. Fortunatamente noi non ci eravamo fatti ammaliare da fantomatici mercati emergenti, ma eravamo rimasti saldamente sulla strada maestra. Questo per dire che non dobbiamo reimpostarci o reinventarci. Le nostre strategie fortemente orientate al territorio, alla fruizione dell'"outdoor" e all’enogastronomia rimangono valide e intatte. Da anni puntiamo su questi temi con video e immagini promozionali di grande impatto, pacchetti e collaborazioni in partenariato che danno ottimi risultati. Tutto ciò rimane per fortuna molto attuale anche in questo contesto di ripartenza. Bisognerà semmai cambiare alcune angolature, smussare dove necessario, ma il modello di posizionamento strategico è vincente e può essere adattato alle contingenze.
Cosa significa in concreto ripartire, per voi, in un contesto incerto come quello attuale?
In vista della riapertura alberghiera, prevista il 4 maggio, siamo pronti a riattivare tutta una serie di attività che erano già in rampa di lancio per la stagione estiva e che erano state congelate in attesa dell’evoluzione degli eventi. La cosa non facile è capire quale sia il momento giusto per partire con la comunicazione: se si fa troppo presto si rischia di “buttare via il colpo”; se si ritarda, la concorrenza, soprattutto interna, ti precede. E questo è un fattore da considerare a fondo, perché v'è da prevedere una "lotta" interna come non s'è mai vista. Chi deve reimpostarsi non starà certamente a guardare, ma cercherà in tutti i modi di rubarci una fetta del nostro mercato di riferimento. Sono comunque convinto che la fidelizzazione è un'arma potentissima. Con il marketing siamo pronti a riattivarci sui nostri mercati, che sono naturalmente quello svizzero tedesco, ma anche quello romando: un bacino importante e potenzialmente vitale per il Locarnese in questo 2020. Lo faremo in modalità digitale, la più agile, snella e che ti permette di agire o reagire in tempi rapidissimi, capendo subito qual è la rispondenza. Con i nostri partner del territorio abbiamo sempre voluto imbastire una strategia turistica condivisa, basata sulla concertazione. In questo senso stiamo anche preparando piattaforme promozionali sul nostro sito e sui nostri canali, per offrire ai partner stessi una vetrina pubblicitaria combinata. Mai come in questo momento abbiamo bisogno l’un l’altro: noi necessitiamo di offerte turistiche concrete ed interessanti da proporre, mentre i partner possono sfruttare la nostra forza e competenza promozionale. Il messaggio, da lanciare forte e chiaro, è che se c’eravamo nei tanti momenti positivi, ci siamo anche adesso - se possibile ancor più di prima - in questa situazione problematica.
Capitolo grandi eventi: ieri il Consiglio federale ha confermato l'impossibilità di grandi assembramenti fino a fine agosto: così Festival e Moon and Stars pagano pegno. E non solo loro.
Gli eventi sono elementi cardine della nostra strategia e purtroppo quella che si profila sarà un'estate davvero molto complicata. Quello che facciamo con i nostri partner è portare avanti una campagna di "vacanza nuova": l'obiettivo è indurre chi sarebbe venuto per uno specifico evento a non cancellare il soggiorno nel Locarnese, ma bensì a confermarlo nelle date previste. Questo, per il semplice motivo qui c'è una moltitudine di aspetti differenti rispetto a quelli cui uno è abituato. Ascona senza JazzAscona sarà diversa, e lo stesso vale per Locarno e il Locarnese senza Moon and Stars e il Festival del Film. Il nostro invito all'ospite sarà di riscoprire il territorio con altri occhi, magari secondo modalità di fruizione più "soft", più "slow". Sono convinto che la gente cercherà in primo luogo proprio questo, quando potrà ricominciare a muoversi.