Aperto il Premio letterario internazionale promosso dalla Fondazione Valle Bavona e dal Comune di Toceno, e dedicato a Plinio Martini e ad Andrea Testore
Da 30 anni la Fondazione Valle Bavona gestisce e valorizza un’eredità centenaria. Il paesaggio rurale tradizionale di cui si occupa è un bene prezioso che le nostre comunità hanno saputo riconoscere e hanno voluto affidarci. In questi tre decenni la Fondazione ha cercato di interpretare al meglio gli obiettivi contenuti nell’atto statutario, collaborando attivamente con gli enti locali e mantenendo un costante dialogo con i proprietari.
Da alcuni anni si dedica attivamente alla promozione della valle con differenti modalità, favorendo attività culturali legate al paesaggio rurale tradizionale, coinvolgendo anche le nuove generazioni e numerosi volontari dal mondo intero. Nel ricco programma allestito per il 2020, gli appuntamenti proposti intendevano proprio mettere l’accento sulla relazione tra paesaggio rurale tradizionale e biodiversità, una relazione importante, fondamentale, che permane nel tempo grazie appunto alla sensibilità di approccio con la quale la Fondazione si è presa cura del suo territorio. L’emergenza sanitaria con la quale tutti siamo confrontati sta però stravolgendo anche il calendario della Fondazione.
Gli appuntamenti con il vasto pubblico vengono via via posticipati a date da stabilire. Una proposta che invece ha modo di realizzarsi senza alcun problema, in questo periodo in cui si è obbligati a rimanere chiusi tra le mura di casa, è il Premio letterario internazionale Salviamo la montagna. La Fondazione Valle Bavona e il Comune di Toceno (Italia) da oltre un decennio promuovono questo concorso transfrontaliero, dedicato allo scrittore di Cavergno Plinio Martini e al maestro vigezzino Andrea Testore. Questa collaborazione congiunta ha permesso nel tempo di cementare una profonda amicizia tra coloro che si trovano a operare in un territorio in cui lo spopolamento resta il problema principale. Il Premio non vuole focalizzarsi solo sul passato, da cui generalmente emerge una certa nostalgia, ma intende pure favorire un dialogo relativo al presente e al futuro in cui sono lecite le riflessioni sul rapporto tra uomo e natura.
Il concorso è aperto agli autori di ogni nazione, purché le opere siano in lingua italiana, ed è suddiviso in quattro categorie: narrativa, poesia, emigrazione e giornalismo. Per ogni categoria sussiste un regolamento inserito nel bando, scaricabile dal sito www.bavona.ch o che si può richiedere al segretariato della Fondazione a Cavergno.
Il termine di consegna degli scritti è il 31 luglio mentre la cerimonia di premiazione al momento è fissata a sabato 10 ottobre in Vallemaggia. Queste ultime settimane obbligano tutti a rallentare i propri ritmi. Ciò che risulta costrittivo può essere trasformato in occasione: ricordare, riflettere, sognare e quindi, perché no, anche scrivere facendo riferimento al mondo della montagna, vicino ma al contempo lontano, in cui può risultare difficile vivere ma che ancora permette una relazione equilibrata con la natura. È un’opportunità da prendere al volo per chi, pur avendo il piacere di scrivere non trova mai il tempo per farlo, ma anche per coloro che scoprono in questo periodo una nuova passione.