Definitivamente screditata la tesi del gallerista Schwarz: sostiene di essere stato derubato nell’81, ma il quadro era a Locarno già nel ’78
La foto è in bianco e nero e ritrae Remo Rossi con una sigaretta nella mano destra. L’artista sta parlando al suo pubblico e dietro di lui, appeso alla parete, si intravede un quadro: è “Configuration MAM”, il rilievo di Jean Arp che una recente denuncia penale alla Procura di Milano per ricettazione, uscita o esportazione illecita – condotta per rogatoria in Ticino – millanta come rubato al gallerista e collezionista d’arte Arturo Schwarz, nell’81, a Milano. Rilievo che in verità la Città di Locarno detiene in seguito al prezioso lascito di Arp e Marguerite Arp-Hagenbach (seconda moglie dell’artista) risalente al 1965. La foto, di Alo Zanetta, è stata scattata nel 1978, tre anni prima del presunto furto.
L’elemento che conferma dunque la non legittimità delle pretese di Schwarz è assolutamente granitico, così come già apparivano chiare diverse incongruenze emerse dalla denuncia di Schwarz, riguardanti in primis la denominazione del quadro, ma anche le dimensioni e la tecnica dello stesso. L’originale dell’immagine di Remo Rossi col rilievo che “scagiona” la Città è custodito dalla Fondazione Marguerite Arp nella sua sede al Ronco dei Fiori in via alle Vigne a Solduno. Allo stesso modo, tra l’altro, sempre in relazione al rilievo conteso, “Configuration MAM” è l’opera di copertina del catalogo realizzato proprio per suggellare la donazione degli Arp all’ente pubblico.
A proposito del lascito, la curatrice della Fondazione che perpetua e concorre a divulgare l’opera di Jean Arp in Svizzera e nel mondo, Simona Martinoli, precisa che «nel 1965 Jean Arp non aveva donato l’intera sua collezione alla Città, ma soltanto un nucleo di una cinquantina di opere che rappresentava la base per la creazione di un Museo di arte contemporanea al castello di Locarno.
Parallelamente l’artista, che amava profondamente il Locarnese, voleva incentivare altre donazioni all’ente pubblico da parte di altri celebri artisti suoi amici». Cosa che è poi avvenuta dando vita alla ricca collezione cittadina, le cui opere recentemente hanno trovato casa nella ristrutturata Casorella adiacente al Visconteo.
La Fondazione Marguerite Arp di Solduno, presieduta dall’avvocato Franco Pedrazzini, è nata nell’88 e detiene oltre 750 opere di Jean Arp, che rappresentano il “cuore” artistico di un più ampio patrimonio costituito da circa 1’700 opere realizzate fra gli altri da Sophie Taeuber-Arp (la prima moglie di Jean) e da artisti avanguardisti di assoluto livello come Giacometti, Klee, Kandinsky, Miró, Max Bill e altri, i cui lavori facevano parte della collezione privata di Marguerite, esponente della borghesia basilese e grande collezionista d’arte, e di quella dello stesso Jean Arp.
Unitamente alla Fondazione locarnese, Marguerite Arp-Hagenbach ne aveva costituite un’altra in Germania nel ‘77 e una in Francia nel ‘79. A Solduno gli Arp erano giunti nel ‘59 acquistando dai precedenti proprietari inglesi la tenuta in via alle Vigne, costituita da due stabili, un giardino che Arp amava contemplare e un enorme terreno che si estende a nord fino a comprendere una vasta area boschiva. In tempi recenti (2015) un terzo edificio – il deposito con spazio espositivo – è stato realizzato a sud-ovest del sedime, su progetto dei rinomati architetti Annette Gigon e Mike Guyer.
Si è così concretizzato quel proposito di creare “una sorta di galleria” che Arp aveva espresso proprio nel ‘65 e che era poi stato ancorato negli statuti fondativi. Proposito del resto ampiamente condiviso dalla Fondazione, che può ora organizzare delle stagioni espositive per far conoscere la collezione ad un pubblico ticinese (in crescita) ed internazionale. Ulteriori obiettivi sono aprirsi alle scuole con attività specifiche e continuare a rendere fruibile agli studiosi la biblioteca, ricca di circa 7’000 volumi (fra cui diverse rarità), catalogata grazie al bibliotecario Gianfranco Ragno e inserita dal 2018 nel sistema bibliotecario ticinese. Ulteriori informazioni su www.fondazionearp.ch.