Sorgerà nel centro intergenerazionale ‘PerSempre’, i cui promotori erano in contatto con la Città (ma non se n’era fatto niente)
Dove non arriva il pubblico arriva il privato. Un nuovo Nido per l’infanzia aprirà infatti i battenti nella residenza intergenerazionale “PerSempre” nel quartiere Saleggi di Locarno. Sarà possibile grazie alla Fondazione Zerosedici e da settembre potrà ospitare fino a 38 bambini. L’aspetto interessante dell’operazione – finalizzata di recente fra la famiglia Pedrazzini, promotrice della residenza, e la Zerosedici – sta proprio nella “trasversalità” delle realtà presenti in “PerSempre”. La residenza ha infatti l’obiettivo di “unire servizi a scopo sociale e appartamenti a pigione moderata a favore di giovani, famiglie e anziani”. Come spiega Remo Pedrazzini, «l’inserimento del Nido non è un valore aggiunto solamente per gli inquilini di questi nuovi stabili, ma anche, e soprattutto, per l’intero quartiere». E quando parla di inquilini, Pedrazzini intende appunto quelli del futuro nuovo centro Atte del Locarnese e Valli, nonché il servizio Spitex Città e Campagna. «Il Nido – aggiunge Jacqueline Ribi Favero, direttrice della Fondazione Zerosedici – è stato concepito rispettando le normative vigenti in materia ed è stato progettato allo scopo di favorire la conciliabilità lavoro-famiglia». Zerosedici è un ente che si occupa da oltre un ventennio di strutture educative per la prima infanzia a Muralto e a Gordevio. L’apertura ai Saleggi fa dunque entrare nel contesto dell’offerta anche la Città; comune – e regione – che, sottolinea Ribi Favero, «hanno una forte esigenza di nuove strutture capaci di accogliere bambini nella prima infanzia». Il Nido aprirà dunque i battenti il 1° settembre, mentre la residenza “PerSempre” verrà ufficialmente inaugurata il 29 dello stesso mese.
Intanto, sulla tematica e facendo proprio riferimento all’iniziativa della famiglia Pedrazzini, Ps e Partito comunista hanno preso posizione ricordando che “nel complesso ‘PerSempre’ c’era la possibilità di adibire dei locali a Nido e in tal senso i promotori si erano relazionati col Municipio”. Questo, considerando che la Città conta attualmente 63 posti nel proprio Nido comunale “ma sono circa un centinaio le famiglie che durante l’anno fanno richiesta di portare i loro figli e non possono venire accettate”. Le nuove sovvenzioni cantonali per i Nidi avrebbero reso fattibile il progetto, nota la Sinistra, “con 31 posti in più (di cui 8 per bebè) allo stesso costo del consuntivo 2017; il tutto in tempi brevi, con possibilità di apertura a settembre 2020. Insomma, una situazione win-win in cui nessuno ci perdeva, ma ci guadagnavano le famiglie locarnesi”.
I vantaggi, proseguono, “sarebbero stati evidenti: ampliamento dell’offerta di qualità ampiamente riconosciuta per le famiglie locarnesi, stipendi equi e giuste condizioni di lavoro, rafforzamento dei posti di protezione (che un privato non può avere) e della rete sociale, nonché miglior controllo sulla destinazione del denaro pubblico, supporto alla mescolanza sociale, sinergie e gestione uniforme di un’importante offerta”. Per Ps e Pc, non concretizzando quell’opportunità il Municipio “ha dimostrato una scarsa sensibilità verso il servizio offerto alle famiglie”, anche perché “un Nido comunale è più economico per le famiglie rispetto a uno privato, da due a tre volte meno caro, soprattutto per il ceto medio e medio-basso”.