La solida situazione del Comune centovallino, permetterà di sopportare le uscite del Piano finanziario 2019-2023
Situato nella fascia medio-superiore della speciale graduatoria finanziaria dei Comuni ticinesi (attorno al sessantesimo posto su 115), Terre di Pedemonte, grazie anche ai lusinghieri risultati d’esercizio registrati negli ultimi anni (chiusi con importanti attivi) si appresta ad affrontare, nel prossimo quadriennio, una serie di grossi investimenti (primo fra tutti la palestra multiuso) che, come logica conseguenza, metteranno “sotto pressione” le casse. Lo si evince dal Piano finanziario 2019-2023 presentato prima di Natale. Questo strumento di valutazione, lo ricordiamo, serve a individuare, per tempo, quelli che saranno i fabbisogni e le disponibilità economiche future dell’ente pubblico.
Da una prima valutazione generale, salta all’occhio che la solida situazione patrimoniale e reddituale permetterà di sopportare gli investimenti previsti. Va però anche detto che il debito pubblico passerà dagli attuali 4,5 a 11,84 milioni a fine 2023; aumenterà pure quello pro-capite (da1’734 a 4’470 franchi). Alla fine del Piano finanziario, il tesoretto (capitale proprio) scenderà, invece, da 6 milioni a 4,5.
All’origine di questi cambiamenti vi è la politica di investimento dei prossimi anni. Il piano opere prevede un importo netto complessivo di 12,88 milioni (media annua di 2,57 milioni) da qui al 2023. Se prendiamo in considerazione gli ultimi 5 anni (2014-2018) notiamo che gli investimenti netti del Comune sono stati di 3,95 milioni, pari a un valore annuo medio di 0,79 milioni. Cifre che condizioneranno anche il grado di autofinanziamento dell’ente il quale, a seguito degli importanti oneri d’investimento, conoscerà una fase problematica per poi comunque attestarsi su valori migliori in seguito.
Il quadro complessivo che risulta dal Piano finanziario non è affatto preoccupante. Dapprima la gestione corrente accuserà dei disavanzi, ma poi il contesto migliorerà (fermo restando che dopo il 2023 il volume degli investimenti diminuisca e si attesti sui 700-800mila franchi all’anno). La rilevante liquidità oggi nelle casse del Comune permetterà, in un primo momento, di far fronte alle spese correnti e agli investimenti senza dover contrarre nuovi prestiti bancari.
Chiaramente, come sottolineano anche gli esperti, l’Amministrazione sarà chiamata a operare con prudenza, monitorando attentamente le spese e verificando, costantemente, l’evoluzione del gettito fiscale. In questo modo si dovrebbe poter assicurare alla cittadinanza, anche in futuro, equilibrio ed efficienza encomiabili senza accrescere la pressione fiscale (l’intera analisi è stata fatta tenendo come parametro di riferimento un moltiplicatore d’imposta al 90%).