L'Associazione comuni Vallemaggia (Ascovam) opta per la soluzione di Broglio, piuttosto che Cevio, per il 'dopo Someo'
Con una decisione per certi versi clamorosa – ma motivata dalla necessità di sostenere l’estrema periferia – il comitato direttivo dell’Associazione Comuni della Vallemaggia (Ascovam) ha stabilito giovedì sera che la nuova casa anziani per la valle, in sostituzione di quella ormai vetusta di Someo, prossima alla chiusura, verrà realizzata a Broglio. Non, quindi, a Cevio, il cui Municipio propendeva per una sopraelevazione del suo Centro socio-sanitario. La soluzione Broglio sarà finanziariamente onerosa – è stato stimato un investimento complessivo sugli 8 milioni di franchi, contro i circa 4,5 milioni calcolati per l’ampliamento di Cevio –, ma è stata privilegiata dalla maggioranza dei Comuni valmaggesi proprio per dare un’opportunità alla Lavizzara, confrontata con tutte le problematiche che sono proprie delle zone più discoste e fragili anche dal punto di vista demografico. Si prevede che nella nuova casa anziani alloggerà una dozzina di ospiti. Saranno in più realizzati un reparto Alzheimer per una decina di utenti e un centro diurno per anziani. Dovrebbero conseguentemente venir creati almeno 20 posti di lavoro.
Michele Rotanzi, presidente dell’Ascovam, raggiunto dalla “Regione”, nota che «una decisione politica da parte dei Comuni era piuttosto urgente e fra le soluzioni prospettate è stata scelta quella di Broglio. La scelta non è stata semplice ed è stata molto dibattuta, ma i Comuni sono stati solidali con l’estrema periferia perché hanno capito le rivendicazioni della Lavizzara». Della costruzione, aggiunge Rotanzi, si occuperà la Fondazione Vallemaggia, non il Comune. Tuttavia, come precisa un raggiante sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio, «il maggior costo di 2 milioni (tra quanto riconosciuto dal Cantone e quindi sussidiato – 300mila franchi a posto letto – ed il preventivo elaborato dall’architetto incaricato dal Comune per lo studio di fattibilità, ndr) è stato garantito dal nostro Municipio e sostenuto fortissimamente dal Consiglio comunale. Per questo, verrà avviata una raccolta fondi fra la comunità, che è molto compatta attorno al progetto. Inoltre, il Comune è pronto a prendersi carico di una parte del maggior costo della gestione corrente».
E il «grandissimo sforzo» profuso da Lavizzara viene sottolineato anche da Rotanzi, secondo cui «il Municipio ha lavorato veramente molto e bene per portare un progetto ben strutturato, anche a livello di preventivi di massima. La Lavizzara chiedeva solidarietà e l’ha ottenuta». Nelle scorse settimane, elaborate prese di posizione erano emerse sia dal Municipio di Lavizzara, sia da parte dell’Avad, l’Associazione valmaggese aiuto domiciliare, che nella futura struttura di proprietà della Fondazione Vallemaggia dovrà materialmente operare, facendo possibilmente in modo che funzioni e che risulti sostenibile anche da un punto di vista economico. Simone Consonni, che dell’Avad è il presidente, si dice «francamente un po’ sorpreso» per la decisione dell’Ascovam, ma puntualizza che «porteremo avanti questa decisione dei Comuni e cercheremo di farlo nella maniera che sia il meno problematica possibile. È chiaro che a fronte di quelli che sono i potenziali rischi sul piano finanziario ci aspettiamo che i Comuni, se necessario, dimostrino il loro sostegno».
Pier Martini, sindaco di Cevio, si limita ad osservare che «naturalmente la scelta operata dall’Ascovam non è quella che auspicavamo. Comunque, non è questo il momento di alimentare polemiche. Ne discuteremo in Municipio e vedremo se e come reagire». Di umore ben diverso è invece, come accennato, Gabriele Dazio, che si dice «molto soddisfatto e felice per questa decisione, che reputo un segnale molto forte da parte della valle e mi dà la speranza di poter trovare, per il futuro, un po’ di ossigeno. Questo, anche solo considerando la ventina di nuovi posti di lavoro che verranno creati in Lavizzara. Sarà inoltre bello che i nostri anziani non dovranno più allontanarsi troppo da casa loro per passare gli ultimi anni della loro esistenza».