Raggiunte e ampiamente superate dal ‘Salva Monte Brè’ e dal comitato misto le 1’500 firme necessarie. E la consegna... sarà a tappe
È ufficiosamente riuscita, l’iniziativa popolare che chiede al Municipio di Locarno di mettere al riparo la zona montana da potenziali speculazioni edilizie. I promotori – l’associazione “Salva Monte Brè”, supportata da un comitato misto formato da personalità locarnesi appartenenti a diverse correnti politiche – hanno confermato alla “Regione” che, a tre settimane dal lancio, il quorum delle 1’500 firme necessarie è già stato raggiunto e ampiamente superato (siamo a 1’800) e il malloppo sarà consegnato nei prossimi giorni a Palazzo Marcacci. Comunque, la raccolta non si ferma e il “saldo” verrà depositato dopo la scadenza, fissata al 22 giugno.
L’obiettivo dell’iniziativa è modificare il Piano regolatore comunale adattando i parametri edificatori relativi ai volumi edilizi, ai bonus edificatori e alle disposizioni di occupazione del suolo “nello spirito dell’evoluzione avvenuta finora nel comparto”. Un’evoluzione che, con la nascita del progetto e l’acquisto dei sedimi necessari, ha portato a due grandi accorpamenti di terreni e al “rischio” che i parametri edificatori in vigore possano venir sfruttati non per singole parcelle così come stabilito a suo tempo, ma su superfici di 12mila metri quadrati (per l’hotel “5 stelle superior” con annessi e connessi) e 15mila metri quadrati (per le ville e le suites extralusso). L’auspicio dei promotori è un adeguamento della zona pianificatoria montana “ai disposti della Legge federale sulla pianificazione del territorio, secondo le modifiche accolte in votazione popolare nel 2013 ed entrate in vigore il 1° maggio del 2014”.
Questo, ben sapendo che un’azione istituzionale in tal senso richiederà molto più tempo rispetto a quello che sarà necessario ai promotori immobiliari della Augur Invest Ag per presentare la fatidica domanda di costruzione per il mega-resort al Monte Brè. Perciò, come sottolineato ancora di recente da un membro del comitato di appoggio dell’iniziativa popolare – l’ex municipale Diego Erba – in occasione dell’assemblea dell’associazione di quartiere Solduno-Ponte Brolla-Vattagne, una prima risposta garantista rispetto alle preoccupazioni popolari piuttosto generalizzate potrebbe essere l’istituzione di un zona di pianificazione. Il vantaggio, secondo chi la auspica, è l’immediatezza dello strumento, che “congelerebbe” di fatto ogni possibilità di intervento edilizio sul territorio in questione fino all’entrata in vigore del piano sostitutivo (ma non oltre 5 anni, con possibilità di proroga). Stando a nostre informazioni, questa soluzione non fa l’unanimità in Municipio. C’è chi la ritiene sproporzionata rispetto al caso specifico, oppure teme che un blocco simile aprirebbe a richieste di risarcimento milionario da parte dei promotori immobiliari. Comunque, zone di pianificazione erano state istituite nel 2010 per il settore 4 (dai Saleggi all’argine della Maggia) e nel 2016 per alcuni oggetti destinati ad essere riconosciuti come bene culturale.
Cosciente “delle crescenti preoccupazioni e dei malumori tra gli abitanti di Monte Brè”, nonché pronta a “tranquillizzare gli abitanti e i possessori di case di vacanza” e ad attivarsi e a “vegliare” affinché non venga portato pregiudizio alcuno alla popolazione residente durante l’eventuale edificazione di questo grosso complesso”. A margine dell’importante “battage” della “Salva Monte Brè”, esce dal guscio anche la Pro Monte Brè. Lo fa con un comunicato diramato recentemente a soci e a proprietari di abitazioni del quartiere. “Negli ultimi mesi si sono via via intensificate le voci, le speculazioni e le discussioni attorno a questo grosso, probabile complesso alberghiero che dovrebbe sorgere sul nostro quartiere”, scrive la Pro, che dice di aver deciso di mantenere finora un profilo basso “dato che nulla è finora approvato alle autorità competenti”. Consapevole per altro dell’agitazione che serpeggia al monte, la Pro “desidera tranquillizzare i suoi abitanti e possessori di case di vacanza”, rassicurandoli appunto circa il suo ruolo di sentinella. “Non si esclude che al momento opportuno si possa convocare la popolazione di Monte Brè per renderla edotta circa i risultati delle informazioni raccolte da parte dei membri del comitato della Pro – si legge ancora –. E non si esclude nemmeno la possibilità di trovare sinergie con le diverse associazioni di quartiere e con altri enti ufficiali per portare avanti rivendicazioni che potrebbero essere necessarie, qualora ci si accorgesse che l’impatto del pronosticato progetto possa influire negativamente sul quartiere sia dal profilo ambientale, sia da quello della sicurezza e della possibile perturbazione della quiete”.