Locarnese

Velivoli militari a difesa dei boschi, ecco come

Dopo le polemiche, la nuova convenzione certifica il ruolo sussidiario dei Superpuma nella lotta ai roghi. Parla il Comandante della Base Aerea di Locarno

((COPYRIGHT © VBS))
12 febbraio 2019
|

Un Superpuma stazionato, tra Natale e Capodanno, all’Aerodromo militare di Locarno. Non per caso. Ha fatto parte, per una quindicina di giorni, dell’assetto di supporto ai corpi pompieri di montagna che le Forze aeree hanno dislocato in Ticino in un periodo di siccità e forte vento. Condizioni meteorologiche particolari che, guarda a caso, hanno alimentato i due grossi incendi boschivi di Riazzino e Ronco s/Ascona. Per fortuna domati con successo grazie al massiccio intervento di pompieri ed elicotteri.

«Informando la Sezione forestale del Dipartimento del Territorio – spiega il comandante della Base Aerea di Locarno, colonnello Martin Hösli – abbiamo dislocato a Locarno questo velivolo. Ci fosse stata un’esigenza specifica (grado di allarme elevato), avremmo avuto qui anche l’equipaggio. Per ogni evenienza disponiamo comunque di piloti ticinesi pronti a prendere i comandi dell’elicottero in questione in tempo utile. Gente con grande esperienza di volo, addestrata nello spegnimento di roghi, pratica del territorio e che spesso svolge il proprio lavoro come pilota di ditte civili, dell’elisoccorso oppure in veste di istruttore di scuola di volo militare qui a Locarno».

L’antincendio è una delle capacità duali che le Forze Aeree mettono a disposizione della collettività e delle istituzioni nei casi di pubblica utilità o di calamità. Operando a stretto contatto con le ditte di elicotteri civili alle quali spetta, come da convenzione recentemente sottoscritta, il compito di lanciare acqua sui roghi boschivi per prime. Nel caso di Riazzino, il velivolo militare si è alzato in volo su specifica richiesta del capo intervento (ufficiale dei pompieri) e del forestale di circondario. Un impiego, quello del grosso Superpuma, che in Ticino, in questi ultimi tempi, ha tuttavia creato qualche frizione e discussione. Per vedere come funziona l’intervento sussidiario dei mezzi militari in caso di incendi boschivi, abbiamo chiesto al colonnello Hösli di illustrarci il dispositivo, passo dopo passo.

Dalla richiesta all’arrivo del velivolo, così funziona la catena di allarme

«Al lato pratico, il capo intervento sul luogo del sinistro, d’intesa con l’ingegnere forestale, valuta la necessità di un supporto di velivoli militari accanto ai civili. La richiesta viene trasmessa al responsabile della Sezione del militare e della protezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni. Questi la gira al coordinatore della Divisione Territoriale 3 che, a sua volta, la fa pervenire all’ufficiale di picchetto del Comando operazioni, a Berna. Da lì l’ordine viene poi smistato alla Centrale di ingaggio delle Forze aeree che delegherà il compito di intervenire a mezzi e personale di una delle 4 basi aeree dove sono ospitati i velivoli pronti all’ingaggio (Payerne, Dübendorf, Alpnach o Locarno). Sembra un labirinto caotico di chiamate, ma posso assicurare che questa procedura richiede poco tempo. A seconda del livello di prontezza richiesto e per un impiego iniziale, di norma il velivolo parte dalla base militare designata entro 1-2 ore. Se messo in pre-allerta fuoco e con l’equipaggio di servizio informato tramite briefing dal coordinatore elicotteri sul posto, è possibile ingaggiare entro un quarto d’ora dalla richiesta». Naturalmente se non c’è richiesta esplicita da parte dei pompieri, tutto questo ingranaggio non si mette in movimento. Tradotto: nessun Superpuma aziona rotore e pale.

Tempistica e quantitativi d’acqua, ecco perché è il mezzo indicato

Altro tema che merita spazio, quello delle virtù di questo apparecchio ad ala rotante. Spesso chi polemizza si limita a ricordare la sua “lentezza” nelle rotazioni per rapporto ai più piccoli e agili modelli Ecureuil e Lama, l’inadeguatezza nei casi di lanci “mirati” su piccoli focolai e la necessità di disporre di zone di pescaggio assai profonde (invasi tra i 4 ed i 5 metri, perché altrimenti il riempimento del “Bambi bucket” richiede un lasso di tempo eccessivo). «È un velivolo dalle connotazioni diverse – osserva Hösli – in grado di gettare acqua su superfici maggiori rispetto agli altri modelli. Una volta aperta la benna, i 2000 litri sganciati finiscono tutti al suolo, dove serve. Si tratta di un ingente quantitativo. Il Superpuma militare, in termini di tempistica di ingaggio e di capacità di carico d’acqua è la risposta alle esigenze».

‘Fieri di poter dare il nostro contributo alla difesa del patrimonio boschivo e costruito’

Una volta inserito nel circuito operativo (una sorta di percorso di volo prestabilito che consente a più elicotteri di operare, in tutta sicurezza, simultaneamente), in base alle disposizioni del capo intervento che stabilisce le tattiche d’attacco al fuoco, l’aeromobile militare svolge la sua missione. Gli equipaggi comunicano tra di loro (è il caso nelle fasi di riempimento/vuotatura delle benne) in modo da evitare malintesi o di intralciare il lavoro dei colleghi. Per quanto riguarda la decisione di mettere a terra una macchina, essa spetta al capo intervento. «Eseguiamo gli ordini, senza problemi. La nostra missione è di spegnere il fuoco, ma il nostro impiego, ripeto, è sussidiario». Malgrado sia un velivolo dalla moderna avionica e dalle caratteristiche avanzate, in grado di volare anche in condizioni meteo difficili, il Superpuma – così come gli elicotteri civili – non compie rotazioni di spegnimento la notte. I mezzi ad ala rotante sono operativi dall’alba al tramonto del sole (al “sunset” vanno aggiunti 30 minuti di “margine”). Il numero di macchine che può essere inviato sul fronte incendi dipende da diversi fattori: estensione del rogo, possibilità di pescaggio d’acqua, capacità di coordinamento del lavoro simultaneo di più aeromobili. A determinare il successo dell’operazione di spegnimento aereo, in ogni caso, è il mix di mezzi impiegato. Accanto ai velivoli militari e agli equipaggi, ovviamente, vi sono sempre i meccanici (due per apparecchio più un militare che si occupa del backoffice, che coordina e organizza il lavoro dalla sede)».

Costo di ogni minuto di rotazione per il Cantone? «Pari a zero. La Confederazione non fattura un solo franco. I voli dei velivoli militari sono inseriti nel budget a inizio anno. Le missioni vengono quindi svolte in ogni caso, che ci siano o meno incendi da domare. Se non viene impiegato in questo genere di operazioni, il Superpuma svolge altre mansioni, qui come altrove. Anche con la nuova convenzione stipulata tra ditte civili e Cantone, il contributo sussidiario degli elicotteri militari è sempre cosa contemplata – conclude il colonnello –. È un lavoro che facciamo volentieri e ci rende fieri il fatto di poter essere d’aiuto alla popolazione. Al di là di ogni polemica, ciò che a tutti sta a cuore è la tutela del patrimonio boschivo e costruito. Noi ci siamo e possiamo fornire il nostro aiuto».