La segreteria del WWF, tempestata di telefonate di cittadini e cittadine indignate per il taglio massiccio della vegetazione arborea lungo gli argini della Maggia, chiede lo stop dei lavori. “La zona – rileva il responsabile del WWF, Francesco Maggi – è tra le più frequentate e apprezzate aree di svago della popolazione locale, e permette anche di spostarsi in bicicletta in un ambiente ombreggiato e sicuro.Tagliare tutta la vegetazione ad alto fusto come si sta facendo in questi giorni e senza un minimo di informazione alla popolazione è inaccettabile. La golena privata degli alberi ad alto fusto non sarà più la stessa e soprattutto perderà gran parte della sua attrattività.In attesa di una soluzione condivisa e che preservi il valore di svago di quest’area i lavori di taglio degli alberi vanno immediatamente sospesi”.La risposta dei responsabili dei lavori non si è fatta attendere: “Il progetto a suo tempo elaborato, ora alla base degli interventi di gestione della vegetazione, si prefiggeva di elaborare un indirizzo esecutivo per la gestione delle aree circostanti il Fiume Maggia, tenendo presenti i molteplici interessi che ruotano attorno all’area in analisi, siano essi protettivi, naturalistici, sociali o forestali, e ciò con l’obiettivo finale di garantire la continuità multifunzionale della zona – spiega l'ingegnere forestale Giovanni Monotti, a nome del Consorzio per la manutenzione delle opere di arginatura e premunizione forestale Rovana - Maggia - Melezza(CRMM) – In questo senso quanto proposto non si configura solo come un’operazione meramente tecnico-forestale; al contrario, in quanto proposta di intervento da attuarsi sul lungo periodo, in un contesto regionale densamente urbanizzato, essa assume la connotazione di intervento naturalistico – paesaggistico ad alta valenza ricreativa. La proposta si regge sull’idea che la continuità funzionale delle aree non può solo essere frutto di un’evoluzione spontanea autoregolatrice ma, in assenza di perturbamenti naturali, l’intervento regolatore antropico costituisce l’unica possibilità per una corretta funzionale strutturazione del paesaggio a tutela della sua multifunzionalità. Quindi con l’attuazione degli interventi, a partire dal mese di ottobre e sull’arco di più anni durante i mesi di riposo vegetativo, saranno gestite le aree boscate che ricoprono gli argini sommergibili e insommergibili, nonché le tratte pianeggianti che li separano, il tutto al fine di dare continuità alle funzioni protettiva, ricreativa e paesaggistica - naturalistica della zona. Dalle valutazioni effettuate sul terreno risulta che la vegetazione che alligna lungo il Fiume Maggia si situa perlopiù a cavallo tra la perticaia alta e la fustaia giovane, evidenziando un grado di chiusura delle chiome nel complesso definibile come normale. Sebbene quasi la metà dei popolamenti mostrino una limitata presenza di arbusti nel sottobosco, poco più di un terzo, in particolar modo quelli a valle del ponte nuovo, sono invece caratterizzati da una ricca e sovente eccessiva presenza dello strato arbustivo che evolve verso una struttura omogenea e a discapito delle specie minoritarie. L’assenza d’interventi mirati di gestione è dunque la causa di una banalizzazione ed un impoverimento delle aree, in particolar modo dal profilo ecologico. Gli interventi nel limite del possibile salvaguarderanno le piante più grosse presenti nelle aree pianeggianti tra i due argini.Non da ultimo, a corollario di questo deperimento, s’innesta anche la problematica delle neofite segnatamente alla loro espansione. Nell’ambito dei rilievi della vegetazione si è potuto costatare che attualmente il Poligono del Giappone prospera ricoprendo il 4% della superficie totale, ossia oltre due ettari”.