Gordola

Presunto omicidio Gordola: l'accusato resta in carcere, ma per questioni di droga

I fatti avvennero all'uscita dalla Rotonda
(Samuel Golay)
8 agosto 2017
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Il presunto autore del colpo violento che avrebbe causato il decesso di un 44enne del Mendrisiotto, avvenuto in aprile alla discoteca La Rotonda di Gordola, dovrà restare in detenzione preventiva almeno fino all’8 settembre. Lo ha deciso di recente la giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà, accogliendo parzialmente l’istanza di proroga del carcere formulata dal procuratore pubblico Arturo Garzoni. Il pp aveva chiesto altri tre mesi di preventiva per il giovane difeso dall’avvocato Yasar Ravi. Si tratta della seconda proroga della detenzione, la prima era scaduta il 26 luglio. Il giovane, lo ricordiamo, respinge le accuse legate all’episodio accaduto in discoteca.
Va detto che la proroga del carcere preventivo è legata sostanzialmente al secondo filone d’inchiesta, quello orientato alla presunta partecipazione del 21enne alle attività di un gruppo dedito al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Per quanto riguarda i fatti di Gordola non esisterebbero gli estremi per tenere l’accusato dietro le sbarre: sembra che non vi siano rischi di collusione, di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato e neppure – essendo l’indagato un cittadino svizzero – di fuga. In sostanza, quindi, avrebbe potuto venir scarcerato. In Ticino, a quanto ci risulta, non c’è mai stato un caso simile: nessuno ha mai potuto tornare a piede libero con una pesante accusa di omicidio intenzionale sulle spalle.
Fatto sta che il procuratore Garzoli, nella nuova istanza di proroga, ha posto l’accento sul sospetto traffico di droga, nel quale il giovane sembra esser coinvolto. Si parla di quantità consistenti di stupefacenti: una vendita di quasi 300 grammi di cocaina e di un consumo personale di circa 90 grammi, secondo le anticipazioni del sito della Rsi. Un coinvolgimento del 21enne in questo secondo filone avrebbe portato la giudice dei provvedimenti coercitivi a ravvisare effettivi pericoli di collusione e di inquinamento delle prove, ciò che l’ha fatta propendere per il mantenimento della carcerazione almeno fino al prossimo 8 settembre.