A13 chiusa, il settore turistico secondo il direttore Vigne ‘vive un periodo peggiore di quello pandemico’. Trotta dell’Att: ‘Anche il Ticino penalizzato’
«Dopo le prime rinunce segnalateci lunedì, ora le disdette delle prenotazioni a breve termine sono totali e ho sentito operatori immobiliari, dell’albergheria e della ristorazione piangere al telefono. Perché in inverno la neve è arrivata tardi, la primavera è andata malissimo, l’inizio estate peggio e le loro riserve si stanno esaurendo. Sono spaventati. Non temo di essere smentito nell’affermare che il quadro è peggiore rispetto a quello della pandemia». Christian Vigne, direttore dell’Ente turistico regionale del Moesano, non fa tanti giri di parole affermando che la situazione d’incertezza è pesantissima per il settore principale su cui si regge il villaggio di San Bernardino, più altre zone di Mesolcina e Calanca che pure offrono attrattive turistiche. L’A13 interrotta almeno fino al 10 luglio fra Lostallo e Soazza «induce tantissimi turisti a ritenere che la nostra destinazione principale sia irraggiungibile e impraticabile a causa dei danni del maltempo, ciò che non è vero. Il territorio di San Bernardino non ha subito conseguenze e la prenotazione dà diritto ad accedere in auto, da sud come da nord».
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Angelo Trotta, direttore dell’Azienda turistica ticinese
E il cantone confinante a sud come se la passa? «Il primo pensiero – ci risponde il direttore dell’Azienda turistica ticinese Angelo Trotta – va ovviamente ai molti mesolcinesi che stanno soffrendo per le perdite subite, che toccano vari ambiti. Quanto al Ticino, il blocco autostradale dell’A13 e il conseguente sovraccarico del San Gottardo non gioca a nostro favore, specialmente per il turismo di giornata e del weekend. Anzitutto c’è il rischio che si orienti verso altre mete il mercato della Svizzera orientale, quello molto importante per noi di San Gallo e cantoni vicini, più propenso a raggiungerci in auto che in treno. In generale, non si può affermare che la situazione negativa per il Moesano possa avvantaggiare il Ticino. Anzi, lo penalizza».
Torniamo ai 1’600 metri di quota di San Bernardino, dove Christian Vigne mangia rabbia osservando sul suo cellulare le indicazioni di viaggio di Google Maps, strumento digitale molto comodo e usato da tantissimi automobilisti. Partendo da Bellinzona indica la necessità di percorrere la Val di Blenio e fare il giro di Disentis e Thusis risalendo infine la Viamala: tempo previsto 3 ore contro l’ora prevedibile da sud col passaggio obbligato su strada cantonale fra Lostallo e Mesocco; partendo da San Gallo viene invece indicata l’impossibilità di raggiungere San Bernardino con un blocco dell’A13 a Thusis; però in senso contrario è possibile circolare. Il portale del Tcs indica il divieto di circolazione sull’A13 da Bellinzona nord a San Bernardino, ma via libera da Thusis. Un risotto.
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Christian Vigne, direttore dell’Ente turistico regionale del Moesano
«Ufficialmente però, sempre in materia di viabilità, si sta arrivando ad avere degli allentamenti e questo è positivo. In questo momento stiamo sollecitando le autorità preposte affinché assicurino nel minor tempo possibile l’accesso da nord. Anche la Viamala è stata toccata dal maltempo, ma in modo assai più blando rispetto alla Mesolcina. Lungo la quale, lo ribadisco, può transitare sia chi ha prenotato, sia i proprietari di residenze secondarie. E quando arrivano qui, trovano un territorio tip top, pronto per le attività che i vacanzieri amano praticare, dall’escursionismo alla mountain bike e via dicendo». Un punto a favore, aggiunge poi, «è il fatto di aver ottenuto l’inserimento del tema turismo nel gremio preposto alla gestione della crisi».
Ciò detto, prosegue Vigne, «purtroppo la percezione da fuori è negativa. A13 è sinonimo di stop, non si passa. Quindi i clienti tedeschi e austriaci, confrontati con le informazioni uscite nei primi giorni dell’emergenza che indicavano A13 chiusa, Mesolcina disastrata e Gottardo da bollino rosso, si guardano altrove. Da qui gli sforzi che noi insieme a Grigioni Turismo stiamo facendo per mettere positività nella percezione della destinazione. Pena un lockdown prolungato con conseguente erosione dell’indotto economico. Le indennità per lavoro ridotto sono certamente d’aiuto, ma devono essere un palliativo a corto termine». Se la riflessione si estende all’asse del Gottardo, che rischia la paralisi totale, «ancora di più noi paghiamo lo scotto dello spauracchio, pur legittimo, relativo all’attraversamento viario della Svizzera. In tal senso, anche il Ticino turistico deve preoccuparsi».
In via Ghiringhelli a Bellinzona, sede dell’Azienda turistica ticinese, il direttore Trotta è in effetti preoccupato: A13 chiusa per altri 15 giorni sommata a Gottardo ancor più ingolfato, dà un risultato problematico «che ci penalizza in modo diretto e indiretto, nonostante le Ferrovie abbiano comunicato il potenziamento dei treni». Vero è, tuttavia, che da una parte la Berna politica consiglia ai vacanzieri confederati e degli Stati confinanti di privilegiare vie e mezzi alternativi per recarsi al sud delle Alpi; dall’altra un certo funzionariato (Ufficio federale delle strade) non si fa troppe illusioni e sostiene che i turisti che hanno già prenotato le loro due settimane di ferie si metteranno comunque al volante due ore prima per arrivare due ore dopo a destinazione. Perciò i contraccolpi per una parte di turismo sarebbero limitati. Al contrario di quello di giornata che rischia di subire conseguenze pesanti, «le quali andrebbero ad aggiungersi a quelle già note derivanti dall’incidente ferroviario verificatosi lo scorso 10 agosto nel tunnel di base». Un quadro, conclude Trotta, «che non è migliorato durante la primavera eccezionalmente piovosa, spesso nei fine settimana».