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Salute nel Moesano: bene gli over 50-60, un po’ meno i giovani

Presentati alle autorità locali i primi dati dello studio ventennale svolto su 496 volontari di Cama e Lostallo. Entro Natale la diffusione pubblica

(Ti-Press)
10 ottobre 2023
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Gli over 50 e 60 hanno uno stato generale di salute abbastanza buono e valori migliori dei loro coetanei cittadini; i giovani sono invece più sedentari e fumano, specialmente le ragazze. Sono le due principali conclusioni cui giunge il progetto ‘Capitale salute’ lanciato nel Moesano coinvolgendo nel 2015 quasi 500 volontari di Cama e Lostallo dai sei anni di età in su che una volta ogni lustro vengono sottoposti gratuitamente a un check-up medico da ripetere quattro volte nell’arco di vent’anni, con tanto di questionario. Obiettivo, verificare se e quanto del loro ‘capitale salute’ iniziale si modifica col passare del tempo e quali sono i fattori determinanti o prevedibili per una variazione positiva o negativa. Il tutto non solo a fini statistici ma anche – considerata la maggiore longevità e i conseguenti cambiamenti nella demografia e negli stili di vita – orientato alla ricerca di nuovi approcci per ridurre il peso delle malattie legate all’invecchiamento e mantenere una qualità ottimale della vita. Così facendo si potranno avere e diffondere, anche a scopo preventivo, importanti informazioni di come evolve lo stato di salute di un campione di popolazione relativamente stabile per abitudini e caratteristiche socioeconomiche e culturali. Il tutto riferito a un’area extraurbana – una primizia in Svizzera – con la possibilità quindi di un confronto con altri studi avviati in contesti urbani.


Ti-Press
Il dottor Franco Muggli

L’esito della prima tornata di esami organizzata dal 2015 è stata presentata domenica a Lostallo a un gruppo ristretto di autorità politiche e sanitarie della regione; entro Natale l’informazione sarà estesa alla popolazione tramite una serata e pubblicazioni. «L’analisi del primo quinquennio – spiega il coordinatore del progetto nella Svizzera italiana, il dottor Franco Muggli – ha richiesto più tempo del previsto a causa della pandemia che specialmente nel 2020 e ’21 ci ha visti coinvolti nelle verifiche relative al contagio e ai suoi effetti. Ora siamo pronti e parallelamente è anche in corso la raccolta dati per il secondo lustro, che potremo poi confrontare col primo andando alla ricerca di differenze individuali e tendenze».

Intanto il quadro raccolto fra il 2015 e il ’20, ossia il ‘capitale salute’ di partenza, ha permesso di confermare precedenti conoscenze relative alla longevità: «Il fatto di vivere in una regione extra urbana e di campagna, richiede una migliore attività fisica nella fascia over 50-60 indipendentemente dalla professione svolta». Molto riassuntivamente, dettaglia il dottor Muggli, questo si traduce «in un collettivo ultrasessantenne relativamente in buona salute». Quello che ci vuole insomma non è il celebre amaro contro il cosiddetto ‘logorio della vita moderna’, ma nemmeno una riesumazione della vita agreste in stile ‘si stava meglio quando si stava peggio’. Semplicemente, il maggior impegno fisico richiesto e il fatto di trascorrere più tempo all’aria aperta «danno valori del sangue e della pressione indicanti minori fattori di rischio rispetto a quanto ci si aspetterebbe considerando, come base di confronto, gli indicatori di buona salute stabiliti dall’American Heart Association che intreccia le abitudini di vita (fumo, alcol, alimentazione, movimento) con alcuni parametri quali colesterolo, diabete, eccetera».

Buona collaborazione con Usi e medici

Un ruolo importante lo gioca poi la collaborazione avviata con l’Università della Svizzera italiana, specialmente nell’ambito dei lavori di Master nella Facoltà di medicina: due al momento le pubblicazioni di studenti che prendono spunto dal ‘Capitale salute’ moesano. Restando invece sul singolo, ciascuno dei 496 partecipanti ha ricevuto l’esito dei propri esami/valutazioni così da discuterne, se lo desidera, col proprio medico curante, soprattutto qualora dovesse emergere qualche problema dalle analisi. A questo riguardo il dottor Muggli sottolinea «l’ottima sintonia instaurata con i medici locali. Lavoriamo come un team».

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