Sarà sistemato l'asfalto e saranno riparati muro e reti di protezione. Reti che l'Ufficio tecnico sta valutando di installare anche dove non ci sono
Dopo la riapertura della strada della Val Calanca, rimasta chiusa lo scorso weekend per più di 24 ore a causa di una nuova frana caduta in zona Molina Bassa (Comune di Buseno), il lavoro dell'Ufficio tecnico dei Grigioni circondario 2 di Mesocco non è ancora terminato. «Prossimamente risaneremo l’asfalto che è stato rovinato in tre punti, dove sono caduti massi di grandi dimensioni», afferma a ‘laRegione’ Sven Fehler, responsabile per i progetti. La strada è infatti stata sistemata, ma con una soluzione provvisoria, non adatta all'inverno. Inoltre «dovremo riparare i muri affianco alla carreggiata che sono stati anch'essi rovinati». Non da ultimo sarà anche necessario «riparare le reti di protezione e stiamo pure valutando di installarne dove non sono presenti». Infatti, gran parte dei massi sono caduti sulla strada proprio dove non è protetta.
In generale Fehler precisa che l'Ufficio tecnico «sta valutando assieme all'Ufficio foreste e pericoli naturali le misure di protezione da proporre al governo» per quanto riguarda la tratta tra il bivio per Castaneda fino a nord di Molina, tratta dove sono anche avvenute le frane di dicembre e aprile. Infatti recentemente è stato presentato il rapporto stilato da un geologo incaricato dal Cantone che ha analizzato i rischi geologici proprio su questa tratta. Rapporto che ha individuato sei possibili scenari: non fare nulla, monitorare la stabilità della parete rocciosa con radar (che si sta già facendo), installare reti di protezione, realizzare una diga di contenimento, costruire una galleria aperta a valle o realizzare un vero e proprio tunnel. «Stiamo valutando cosa proporre, considerando costi e benefici», spiega Fehler. In seguito, per realizzare concretamente le eventuali misure, sarà anche necessaria la volontà politica.