Da oggi i pazienti 'sospetti' non si devono più recare dal proprio medico per fare il test. Allestito un nuovo servizio
Per evitare di contagiare personale sanitario e altri pazienti presenti negli studi medici della Mesolcina, da oggi è stato lanciato un nuovo servizio per i cittadini di questa valle del Grigione italiano. Chiunque abbia dei sintomi riconducibili al coronavirus viene invitato a non presentarsi di persona negli studi medici. Come prevede la prassi, per un triage telefonico va dapprima chiamato il proprio medico curante (o, se non è disponibile, quello di picchetto), il quale in base alla situazione di ciascun paziente deciderà se è necessario effettuare il tampone. Come in Ticino, anche qui i test vengono ormai effettuati solo a persone anziane o considerate a rischio, e a chi lavora in ambito sanitario. Chi fa parte di queste categorie e presenta sintomi sospetti viene dunque indirizzato verso un apposito "laboratorio Covid-19". Il locale è stato ricavato di fronte alla sede della Servizio ambulanza Moesano (SAM) a Roveredo grazie alla collaborazione del SAM con tutti i medici della valle, come ci conferma la responsabile Nives Grassi.
Durante il primo giorno di apertura dell'ambulatorio i tamponi effettuati sono stati quattro, spiega la nostra interlocutrice. Tutti i test vengono poi trasmessi al laboratorio a Bellinzona. "Il locale è attrezzato per accogliere i pazienti in sicurezza e viene gestito per ora da un responsabile del SAM. In seguito si valuterà, a dipendenza dell'evoluzione, la necessità della presenza di un medico", aggiunge Nives Grassi.
L'obiettivo è come detto evitare i rischi di contagio all'interno degli studi dei dottori, com'è successo al medico distrettuale (e municipale di Grono) Dieter Suter, che da noi contattato conferma di essere risultato positivo al virus. Il contagio è verosimilmente avvenuto lo scorso fine settimana, quando era di picchetto e ha visitato molte persone tra cui anche diversi contagiati, il cui numero - spiega - cresce esponenzialmente nel Moesano. Attualmente Suter si trova a casa e a parte dolori muscolari e una grande stanchezza è in buone condizioni. Il suo consiglio per chi è malato come lui è quello di riposare molto, anche se ovviamente i sintomi possono variare molto da persona a persona.
Una collaboratrice e alcuni ospiti contagiati anche alla casa per anziani Mater Christi di Grono. Come ci conferma il direttore Marco Chiesa, per escludere altri contagi sono stati effettuati i tamponi al personale che presentava dei sintomi, risultati però tutti negativi. "Fortunatamente - spiega - abbiamo deciso di chiudere la struttura alle visite dall'esterno ancora prima della decisione del Canton Grigioni". Le famiglie degli ospiti che sono risultati positivi al Covid-19 sono state contattate tutte telefonicamente; anche i parenti degli altri ospiti hanno ricevuto comunicazione. "Il fatto di avere camere singole ci aiuta molto. Inoltre il personale fa turni di 12 ore per evitare troppi ricambi", aggiunge Chiesa.
Spostandoci in Valle di Blenio ma rimanendo sui tema dei contagi da Covid-19, ci sarebbero diverse persone risultate positive dopo aver partecipato alla manifestazione per gli appassionati di sci d'epoca Telemarkada, svoltasi al Nara due settimane fa. Il 7 marzo le disposizioni cantonali e federali non prevedevano particolari restrizioni per eventi con meno di 1'500 persone. Come sottolineano gli organizzatori in una lettera inviata nella settimana successiva ai partecipanti annunciati, "avevamo chiesto il permesso di svolgere la manifestazione e questo permesso ci è stato concesso. Lo abbiamo fatto con tutte le buone intenzioni e appellandoci al senso di responsabilità di ognuno. Ciononostante può certamente essere successo che un partecipante fosse un portatore ancora asintomatico. Col senno di poi e con l’evoluzione che c’è stata durante questa settimana, è chiaro che ad oggi non avremmo fatto la manifestazione, ma fino alla scorsa settimana la situazione era diversa".