Bellinzonese

Reo confesso ma esente da pena l’imbrattatore di Bellinzona

Il giudice della Pretura penale ha accolto la sua eccezione riguardante la querela sporta non a nome del Comune e perciò formalmente non valida

Gennaio 2024: danno risolto con una spesa di 400 franchi
3 aprile 2025
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Sorpreso dalla videosorveglianza con le mani nella marmellata, spontaneamente reo confesso via email ma infine esente da pena. A meno di altre sorprese, non subirà alcuna condanna l’ex impresario che il 26 gennaio 2024 aveva imbrattato l’uscio del sindaco di Bellinzona a Palazzo Civico con della vernice rossa. Il giudice della Pretura penale Manuel Bergamelli ha infatti ritenuto non giuridicamente valida la querela sporta a suo carico. Come riporta il Corriere del Ticino, mercoledì l’uomo è comparso in aula per rispondere del reato di danneggiamento, un gesto che lui stesso nel febbraio di un anno fa aveva commentato così sul nostro giornale: «Confermo di aver cosparso di vernice la soglia dell’ufficio del sindaco. L’ho fatto come gesto di protesta e me ne assumo la responsabilità».

Presente una sola firma

Se ne assume la responsabilità ma in aula ha subito presentato delle eccezioni sulla conformità della denuncia. E il giudice gli ha dato ragione: ritenendola formalmente lacunosa, ha dichiarato l’abbandono del procedimento. In parole povere la querela, firmata unicamente dal segretario comunale e non anche dal sindaco e non in delega dello stesso Esecutivo, soprattutto avrebbe dovuto essere sporta a nome del Comune proprietario dell’immobile sede delle istituzioni cittadine e quindi parte lesa. A mente del giudice l’Esecutivo non può essere considerato proprietario. Ora ha la facoltà di inoltrare ricorso alla Corte dei reclami penali; qualora venisse accolto, l’incarto tornerebbe in Pretura penale per un nuovo giudizio entrando nel merito del Decreto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi e impugnato dall’ex impresario.

Perseguibile d'ufficio se il danno è considerevole

Un motivo di ricorso per il Comune potrebbe essere il fatto che il reato di danneggiamento è perseguibile d’ufficio, e cioè senza querela di parte, se il danno “è considerevole”. L’articolo 144 capoverso 3 del Codice penale non specifica tuttavia il concetto di ‘considerevole’; più chiara potrà essere la giurisprudenza in materia. Nel caso specifico si sa solo che il costo di ripristino è stato di 400 franchi. Il decreto proponeva peraltro non una pena pecuniaria, come solitamente accade nell’ambito dei reati minori, bensì la condanna a una pena detentiva di 20 giorni sospesa condizionalmente per due anni di prova. Motivo: il rischio di finire in carcere potrebbe trattenere l’autore dal commettere nuovi crimini o delitti.

Già allontanato dalla polizia. E la sua mail di spiegazioni

L’autore, ricordiamo, era stato individuato grazie alla videosorveglianza che lo aveva filmato mentre si liberava del barattolo vuoto. Registrato e subito riconosciuto, era stato denunciato al culmine di una serie di episodi tesi, uno dei quali verificatosi sempre a Palazzo Civico e che aveva richiesto l’intervento di alcuni agenti per procedere all’allontanamento fisico. Non solo: il giorno dopo l’imbrattamento l’ex impresario aveva esposto i fatti in una e-mail inviata ai sette municipali, alla Polizia comunale e alla Polizia cantonale. Un’ammissione di colpa per un gesto di critica verso la gestione, a suo dire lacunosa, di talune questioni comunali pendenti. In primis il crollo di un tratto di via ai Ronchi a Daro, nell’agosto 2021, all’altezza di un cantiere edile di sua competenza. Crollo di cui lui nega di essere il responsabile, tant’è che la vertenza col Comune è ancora aperta.

Negli ultimi anni ha inoltre impugnato con dei ricorsi al Consiglio di Stato e al Tribunale amministrativo cantonale alcuni messaggi e crediti votati dal Consiglio comunale. L’ultimo in ordine di tempo è il Preventivo 2025, in quanto a suo avviso privo di Piano finanziario. Ma parliamo anche del superamento di spesa nella trasformazione dell’ex oratorio di Giubiasco (2,71 milioni aggiuntivi concessi dal Cc nel maggio 2022) e dell’avvio della bonifica del terreno di Preonzo occupato in passato dalla Petrolchimica (impugnato, lamentando atti illeciti e cattiva gestione, il consuntivo comunale 2021 che conteneva la liquidazione del milione stanziato l’anno prima). Contestato anche il mandato diretto a una ditta per la seconda fornitura di aule prefabbricate necessarie alle scuole comunali nord.

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