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Urge rivedere la spesa di Bellinzona

Bene ha fatto la Gestione a prendere tempo sul P25. E se il Municipio non reagisce, ci si affidi a mani esterne

E il capitale proprio? ‘Non proprio un tesoretto’
(Ti-Press)

È sempre un po’ antipatico dover dire “ma io l’avevo detto”. Durante la mia esperienza quale consigliere comunale di Bellinzona (legislatura 2017-2021), più volte avevo interrogato il Municipio per cercare di capire se fosse consapevole delle conseguenze cui andava incontro vista la strada imboccata.

Ora presentando il Preventivo 2025 l'Esecutivo, sottacendo le proprie responsabilità, si è nascosto dietro la cortina fumogena delle responsabilità del Cantone nel togliere risorse e nel caricare nuovi costi sui Comuni. Se può essere vero che la metà del disavanzo è legata a decisione cantonali, rimane pur sempre l’altra metà frutto dell’incapacità nel controllare l’aumento della spesa.

Le grandi promesse fatte alla popolazione, ossia che l’aggregazione avrebbe condotto alla razionalizzazione nell’impiego del personale, si sono presto dissolte. Al personale, già in precedenza in esubero, si sono aggiunte molte nuove assunzioni frutto a volte di scelte poco chiare. Un dato: nel 2019 i costi del personale erano stati di poco superiori ai 99 milioni; nel Preventivo 25 gli stessi superano i 112 milioni con un aumento del 14%, ben sopra quello dovuto a rincaro e scatti salariali. E nel solo 2025 si prevede un incremento di quasi 4 milioni.

Nel frattempo si sono creati o potenziati una serie di servizi: risorse umane, comunicazione, controllo e qualità, servizio giuridico costeranno alla Città oltre quattro milioni. Che dire poi degli enti autonomi voluti per rendere più dinamici alcuni settori esterni all’amministrazione. Al netto delle entrate sport, musei, teatro ed ente Carasc incidono sul Preventivo con una spesa superiore ai 7 milioni.

È parimenti evidente che il disavanzo della Città sta diventando strutturale e non s'intravedono grosse possibilità affinché la crescita delle entrate possa fronteggiare quella irrefrenabile della spesa, oltretutto accompagnata da una riduzione dei servizi erogati che tocca principalmente i quartieri periferici a beneficio dei progetti pomposamente definiti strategici. E da quando tre anni fa, intravvedendo gli attuali scenari, si è cominciato a parlare dell’inattuata revisione della spesa, si è perso altro tempo e molti dei restanti buoi sono scappati dalla stalla.

A questo punto rientrare in una gestione sana non sarà opera facile, anche perché non aiuta la discordia che regna in Consiglio comunale su come trovare indirizzi comuni. È vero, la città ha ancora un importante capitale proprio. Bisogna non di meno ricordare che lo stesso non è rappresentato da liquidità ma prevalentemente da ‘immobilizzi’ e ‘partecipazioni strategiche’ senza particolari tesoretti da realizzare.

Bene ha fatto dunque la Commissione della gestione a prendersi il tempo necessario per analizzare la situazione e, si spera, proporre o imporre correttivi. Se non ci sarà la volontà del Municipio di reagire, si prenda la decisione di affidarsi a mani esperte esterne per tracciare la via del risanamento, come proposto recentemente a Lugano, città afflitta dagli stessi mali.

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