Piano di Magadino, il credito 2025/28 indica investimenti per 2 milioni. Tutti i progetti tra paesaggio, natura, agricoltura, ambiente, svago e mobilità
Un credito quadro d’investimento pari a 1,97 milioni e uno per la gestione corrente di 574mila franchi. Sono le risorse che il Consiglio di Stato chiede al parlamento di stanziare per finanziare le molteplici attività e iniziative promosse dall’Ente parco del Piano di Magadino, attivo dal 2017 e con sede a Gudo, durante il periodo 2025-28. La strategia tocca paesaggio, natura, agricoltura, ambiente, svago, informazione e mobilità. Partiamo da quest’ultimo punto: come anticipato dal nostro giornale il 20 settembre, si va verso l’introduzione di misure coordinate per ridurre il traffico parassitario generato dalle svariate centinaia di veicoli che ogni giorno percorrono le stradine del piano per sfuggire alle code sulla cantonale, complicando così la vita agli agricoltori e ai vari utenti siano essi lavoratori, turisti, visitatori o quant’altro. Nel quadriennio 2021-24, si spiega nel messaggio governativo, è stato eseguito uno studio nel comparto est che va dallo Stradonino Gudo-Cadenazzo fino a Bellinzona: l’obiettivo è “distinguere nel limite del possibile il traffico con origine/destinazione nel perimetro del parco da quello parassitario che lo attraversa su percorsi alternativi alla rete stradale principale”. Lo studio si è concluso nel 2023 ed è stato presentato all’organo consultivo Piattaforma agricola e al Dipartimento del territorio. I rilievi hanno mappato consistenza, provenienza e destinazione del traffico motorizzato. “Negli anni a venire s'implementeranno le soluzioni proposte e le modalità gestionali scaturite dallo studio e condivise con Cantone, Comuni, Polizia intercantonale e agricoltori, come pure ci si concentrerà sulla situazione del comparto ovest”, con un secondo studio che riguarderà la parte fra lo Stradonino e il lago.
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Hanno un certo fascino, ma anche il tempo contato
Sempre in ambito di viabilità, “per migliorare la fruibilità del parco all’insegna della mobilità lenta è prevista la realizzazione di due nuove postazioni bike-sharing. Si auspica inoltre che sia realizzato il collegamento previsto dalla stazione Ffs di Sant'Antonino al parco, già preavvisato favorevolmente dal Consiglio di fondazione”. Pure in agenda la realizzazione di un nuovo collegamento ciclo-pedonale tra via Vecchio Porto a Razzino e via alla Monda a Cugnasco. A questo primo tema si allaccia quello dello svago: per garantire una migliore e più ampia fruibilità lungo i percorsi esistenti e quelli prospettati, saranno realizzate nuove infrastrutture nei punti strategici, ossia aree picnic e di sosta. Inoltre “la collaborazione con le guide del parco contribuirà a rafforzare l’offerta di visite guidate per scuole, gruppi, aziende e singoli”.
Quindi il capitolo paesaggio. Diverse le misure in procinto di essere attuate: risanamento di situazioni non conformi all’Ordinanza federale sulla protezione delle zone palustri e di situazioni di degrado tramite la raccolta annuale gratuita di rifiuti nelle aziende agricole, come pure la sistemazione di alcune vecchie stalle e la riconversione di realtà precarie (baracche abusive) evidenziate grazie a un catasto di non conformità; la realizzazione della cartellonistica per le porte secondarie di accesso al parco così da aumentarne la visibilità e rendere attenti gli utenti all’ambiente circostante. E le sinergie: sarà sostenuto il progetto didattico Lortobio avviato quest’anno e che fino al 2028 prevede laboratori per la salvaguardia della biodiversità. Confermato il contributo finanziario a copertura dei costi di trasporto delle scuole che visitano le aziende agricole. E promuovere e continuare a sostenere l’elaborazione di un codice comportamentale, il progetto d’interconnessione e quelli che prevedono modalità di gestione colturali rispettosi della biodiversità.
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Traffico, tema all’origine di frizioni fra i vari utenti
Anche l’informazione necessita di risorse: in questo senso s’intende riattivare il progetto che mira a inserire la sede del parco al Demanio agricolo di Gudo (attualmente fa da base il Centro civico), tema che “dovrà essere approfondito in collaborazione con i servizi competenti del Cantone”; progettare un’esposizione itinerante sulla storia del piano e del parco destinata in particolare a scuole, aziende e comuni; promuovere il materiale didattico ‘Ho un piano! Missioni ed esplorazioni nel parco’ e attivare un supporto didattico per i docenti interessati; sviluppare almeno un nuovo percorso tematico in aggiunta al Percorso sonoro nel frattempo ultimato. La Fondazione si dice inoltre a disposizione delle Sezioni dello sviluppo territoriale e dell’agricoltura nella prevista pianificazione di zone speciali idonee all’impianto di vigneti nel parco e continuerà a presenziare con una bancarella espositiva a eventi e manifestazioni. Il capitolo natura elenca poi i principali interventi di valorizzazione dei biotopi e lotta alle neofite invasive previsti nelle riserve naturali. Fra i più importanti citiamo la riqualifica che dal 2025 e per cinque anni interesserà la riserva Ciossa Antognini-Canale Ramello (sulla sponda sinistra del Ticino nei territori di Cadenazzo e Gudo): gli interventi non coinvolgeranno le aree agricole ed edificabili e si concentreranno sul recupero del carattere palustre e della dinamicità fluviale. Segnalati peraltro “problemi relativi alla presenza di neofite invasive, alle emissioni di acque fortemente eutrofiche da parte della scuderia La Monda e alla gestione dei canali di bonifica che la attraversano”.
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Il Parco occupa oltre metà della superficie del Piano di Magadino
Infine la parte preponderante del parco, l’agricoltura. Si proseguirà con la piattaforma di coordinamento fra le aziende e sarà proposta negli anni a venire l’apprezzata rassegna ‘Piatto del parco’ che mira ad aumentare l’utilizzo di prodotti locali nella gastronomia, come pure l’evento ‘La tavolata’ con aperitivo e cena al Demanio. Cui si aggiungono varie iniziative fra cui la vendita di buoni regalo, l’utilizzo di sacchetti bio-compostabili laddove vi è una vendita diretta e l’aggiunta di altri prodotti alimentari alla Birra del parco. S’intende poi finanziare programmi didattico-informativi sulla scia dell’apiario promosso dalla fondazione Orchidea di Riazzino. E ancora: assicurare la gestione del progetto d’interconnessione e allestire progetti per una gestione sostenibile delle risorse in ambito agricolo. In questo caso la misura punta a un uso efficiente delle risorse necessarie per la produzione agricola come azoto, fosforo ed energia, all’ottimizzazione della protezione dei vegetali, all’utilizzo più sostenibile del suolo e a una maggiore protezione del paesaggio e della biodiversità.