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Tariffe Arcobaleno, ‘Alto Ticino ancora una volta penalizzato’

Dal sindaco di Bodio e dal presidente della Commissione regionale dei trasporti una serie di critiche al nuovo piano delle zone

Alla cassa
(Ti-Press)
24 ottobre 2024
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«Un piccolo passo avanti c’è stato, ma non ci trova affatto soddisfatti». «Altro che Città-Ticino! Per l’ennesima volta si è persa l’occasione di andare incontro alle esigenze delle zone più discoste e perciò sfavorite». Non sono teneri con la Comunità tariffale Arcobaleno i commenti di due nostri interlocutori. Il primo è il sindaco di Bodio Stefano Imelli, il secondo è Massimo Ferrari, presidente della Commissione regionale dei trasporti Tre Valli che riunisce Leventina, Blenio e Riviera. Tema: il nuovo Piano delle zone 2025 presentato a metà mese e valido dal prossimo 15 dicembre. Se da una parte c’è stata una semplificazione eliminando le sottozone per i biglietti singoli, ciò che le parifica alle zone per gli abbonamenti generando vantaggi per gli acquirenti in termini di utilizzo e costo, dall’altra persistono situazioni che «possono forse avere senso nei centri e nelle aree urbane circostanti dove si concentra la popolazione e il maggior flusso di traffico, ma non per le vallate superiori che meriterebbero un approccio diverso, orientato a ridurre drasticamente il numero di zone e di conseguenza il costo dell’abbonamento annuale».

Le ‘furbate’ di Campra e Gudo

A persistere sono anche alcune storture già segnalate più volte in passato da queste colonne (ma sempre rimaste inascoltate), mentre altre si sono aggiunte. Nel primo caso risulta a molti incomprensibile come sulla tratta bus 311 Locarno-Bellinzona possa tutt’oggi sopravvivere – o viene abilmente tenuta in vita – la zona cuscinetto 21 che include unicamente la località di Gudo: praticamente nessuno si reca appositamente a Gudo, però ogni giorno svariate centinaia di utenti del trasporto pubblico vi passano provenienti dal Locarnese e dalle sue valli superiori diretti a Bellinzona dove si concentrano alcune delle principali scuole medio-superiori cantonali. Per tutti questi la permanenza di Gudo nella zona 21 comporta l’aggiunta di una zona in più nell’abbonamento, con relativo costo aggiuntivo. Un’ingiusta ‘furbata’, secondo alcuni utenti interpellati dalla redazione. Ai quali si aggiungono dei gudesi che, sentendosi penalizzati, ed essendo il problema noto e irrisolto da anni, preferiscono l’auto al bus. Un’altra ‘furbata’ – in quella che viene presentata come una soluzione favorevole al turismo di giornata, ossia l’aggiunta della zona 27 per poter raggiungere la regione del Lucomagno ideale per scampagnate ed escursioni – è l’inserimento di Camperio e Campra (passaggio obbligato sulla strada che da Olivone sale verso il passo) nella zona 27 che concerne in grandissima parte la media e alta… Leventina. Un’illogica appendice bleniese che, come nel caso di Gudo, comporta il pagamento di una zona in più per chi intende raggiungere l’alta Valle del Sole in bus, anche solo per recarsi a Campra a sciare. «Non un bel segnale», concordano Imelli e Ferrari.

Biasca e Cevio poli ‘ma non lo sono’

Non va giù inoltre il fatto che si continui a considerare poli alcune località minori e discoste come Biasca e Cevio: poli affatto urbani, ma nella comunità tariffale ritenuti tali perché sede di snodi fra tratte di bus e nel primo caso anche treno. E così chi abita nella bassa Val di Blenio (lo stesso dicasi, a cavallo fra Locarnese e Bellinzonese, per il già citato Gudo) si vede costretto a comprare due zone per percorrere una manciata di chilometri. «Vero è che lo stesso succede nelle zone urbane e suburbane, dove tuttavia la rete del trasporto pubblico è molto performante e le corse hanno frequenze assai più elevate delle nostre. Ci sentiamo insomma un Ticino di serie B», evidenzia Imelli: «Ancora una volta in modo discutibile si è voluto considerare le vallate superiori al pari delle zone suburbane. Parte della bassa e media Leventina figurano nella zona 23 insieme alla media Val di Blenio, che sono collegate fra loro da una… montagna, mentre in bus bisogna comunque passare da Biasca aggiungendo la zona 22. In pratica, si è tirata una riga orizzontale senza considerare la realtà dei fatti».

‘Dare un senso al concetto Città-Ticino’

Rincara la dose Massimo Ferrari, secondo cui in Ticino vi sarebbe la forza finanziaria per reggere una comunità tariffale con un’unica zona, o formata da tre o quattro zone corrispondenti alle città: «Così facendo il trasporto pubblico aumenterebbe ulteriormente attrattiva e successo, assicurando un finanziamento da parte dell’utenza sicuramente cospicuo e in ogni caso non tale da incidere sensibilmente sulle casse pubbliche. Come commissione delle Tre Valli auspichiamo che si ragioni finalmente in questi termini, dando un senso concreto al concetto di Città-Ticino». Considerazioni che giungono ormai fuori tempo massimo. Ma, d’altronde, ai nostri interlocutori non risulta che la Commissione regionale dei trasporti e i Comuni siano stati invitati a prendere posizione fra maggio e giugno durante il periodo di pubblicazione delle novità.

‘Parola chiave equilibrio’

Abbiamo sottoposto le critiche ai vertici della Comunità tariffale. «La parola chiave, come in molti altri ambiti, è equilibrio», premette la presidente Roberta Cattaneo non condividendo l’opinione secondo cui una drastica riduzione delle zone sarebbe finanziariamente sostenibile. Nel dettaglio, evidenzia, «attualmente gli introiti derivanti dalla vendita di titoli di trasporto rappresentano circa un terzo delle entrate. Gli altri costi sono coperti dai committenti, ovvero Cantone, Confederazione e Comuni. Abbassare il livello delle entrate derivanti dalle vendite, tramite ad esempio un ulteriore allargamento delle zone, significherebbe necessariamente aumentare i costi a carico dei committenti». Tutta da verificare, insomma, la teoria secondo cui l’importante crescita dell’attrattiva produrrebbe incassi aggiuntivi tali da compensare in buona parte la perdita di introiti derivante da una riduzione del numero di zone.

Due in più per gli spostamenti lunghi

Quanto all’unificazione dei due piani zone, evidenzia Cattaneo, «porterà vantaggi non indifferenti a molti utenti. Da Cevio verso Locarno il numero di zone degli abbonamenti è rimasto invariato, mentre il numero di zone da acquistare sui biglietti singoli è sceso da cinque a tre. Idem tra Biasca e Bellinzona, dove il numero di zone da acquistare per i biglietti è diminuito da quattro a tre zone. Questo non significa che tutti i cittadini potranno beneficiare di un numero inferiore di zone per i propri spostamenti. Vi saranno delle situazioni in cui, in base al proprio percorso e alle proprie esigenze di mobilità, aumenterà». È il caso, come già detto, degli spostamenti più lunghi, che «richiederanno un livello tariffale per gli abbonamenti modificato da sei a otto zone, com’era fissato precedentemente per i biglietti». Conseguenza: 266 franchi di rincaro per l’abbonamento annuale. In sostanza, conclude la presidente, l’unificazione dei due piani zone «porta dei vantaggi di semplificazione che mirano a facilitare l’accesso al trasporto pubblico. In determinati casi, e per la maggior parte degli abbonati, anche vantaggi economici (le sei zone costeranno 76 franchi in meno nell’abbonamento adulti annuale pari a circa 2’000 franchi, ndr), tenendo pur sempre presente che vi è la necessità di mantenere il trasporto pubblico finanziariamente sostenibile». Sin qui la presa di posizione della Comunità tariffale. Per tutto il resto – ‘furbate’ incluse – la stessa ha indirizzato una richiesta di presa di posizione ai servizi cantonali preposti. ‘Affaire à suivre’, si spera.

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