L'esecutivo di Bellinzona non prevede nemmeno di tutelare la villa e il suo parco come bene culturale, né di utilizzarla come archivio o biblioteca
Malgrado le 950 firme raccolte per salvare Casa Jam di Moleno, il Municipio di Bellinzona non intende né acquistare la villa con il suo parco, né tutelarla come bene culturale, né utilizzarla come centro ricreativo e di socializzazione, inserendoci ad esempio l’archivio storico o una biblioteca comunale. È quanto afferma l'esecutivo rispondendo a un'interpellanza interpartitica presentata dalla consigliera comunale dell’Unità di sinistra Lisa Boscolo (prima firmataria) e da rappresentanti di altre quattro forze politiche (Verdi/Fa, Plr, Lega/Udc e Centro). Insomma, nonostante la petizione lanciata dalla locale Associazione di quartiere la villa edificata nel 1911 con tratti liberty e il suo parco rischiano sempre di più di venire sacrificati da un progetto edilizio per la realizzazione di alcune nuove abitazioni.
Nella sua risposta il Municipio ricorda che recentemente è "stata inaugurata, con un considerevole impegno finanziario da parte della collettività, l’ex Casa comunale". Struttura che è stata "completamente ristrutturata e destinata proprio anche ad attività ricreative e di socializzazione per il quartiere". Di conseguenza "non si può entrare nel merito di un nuovo investimento di questo tipo". Inoltre, "le dimensioni dell’immobile non sono del resto idonee per insediare l’archivio storico comunale". Per quanto riguarda una possibile acquisizione, essa "non può essere presa in considerazione", visto la vetustà del parco immobiliare della Città che "necessita importanti investimenti a corto e medio termine per il semplice mantenimento". Riguardo invece a una possibile tutela, l’esecutivo "non ha in corso delle varianti per la definizione di nuovi beni culturali nel quartiere".
In ogni caso il Municipio vede con favore lo sviluppo edilizio a Moleno "in quanto l’arrivo di nuove famiglie, e dunque anche di bambini, porta nel quartiere nuova vitalità". E in questo contesto le offerte extrascolastiche sembrano essere sufficienti: a Claro "si trova un centro extrascolastico di dimensioni importanti (55 posti massimo), capace di assorbire le esigenze attuali e quelle future del/dei quartieri interessati, se del caso prevedendo mense satelliti adiacenti alle sedi scolastiche che possano rispondere alle esigenze". E proprio per quanto riguarda le scuole, "la situazione viene monitorata e se del caso eventuali nuovi arrivi potranno essere gestiti all’interno della zona di riferimento senza dover far capo a nuove infrastrutture".