laR+ Bellinzonese

‘Troppi siti e app ancora poco accessibili per i non vedenti’

Luciano Butera (Federazione svizzera dei ciechi e deboli di vista): ‘Ostacoli e difficoltà per il mondo del lavoro ma pure per questioni quotidiane’

Certe tecnologie come i programmi di lettura ad alta voce sono ‘essenziali’
(Keystone)
15 ottobre 2024
|

«Per integrare al meglio persone non vedenti nel mondo del lavoro bisognerebbe rendere la maggior parte dei siti internet e delle applicazioni per smartphone accessibili». Lo afferma a ‘laRegione’ Luciano Butera, responsabile del settore tecnologia e innovazione della Federazione svizzera dei ciechi e deboli di vista, che sa bene di cosa sta parlando, siccome anch’egli è non vedente. Al momento in Svizzera solo le imprese del servizio pubblico devono garantire questa accessibilità alle loro pagine web, mentre non è così per le aziende private. E questo può «generare difficoltà, anche per questioni di tutti i giorni come può essere fare acquisti online o pianificare un viaggio». In ogni caso ci troviamo in un’epoca nella quale «si stanno sviluppando molte nuove tecnologie: non sappiamo quali saranno veramente utili, ma il potenziale è molto grande» per facilitare e migliorare la vita dei non vedenti.

La tecnologia aiuta, ma spesso orientarsi in rete è difficile

Come per tutti, anche per le persone cieche è importante poter lavorare per dare il proprio contributo alla società. E in questo contesto «la digitalizzazione rappresenta una grande opportunità», sottolinea Butera. Infatti in quasi tutti settori professionali vengono utilizzati (a volte di più, a volte meno) computer e smartphone. E uno degli strumenti essenziali per le persone non vedenti sono i cosiddetti ‘screenreader’, programmi che leggono ad alta voce quello che si visualizza o si seleziona su uno schermo. ‘Assistenti’ che, fra l’altro, sugli smartphone Android e Ios sono già integrati. In questi casi questa funzionalità «non permette solo di capire cosa c’è scritto sullo schermo, ma anche di utilizzare un touchscreen in modo più accessibile, con altri tipi di gesti: ad esempio se si tocca un’icona, l’applicazione non si apre immediatamente, ma viene solo letto il suo nome». Un aiuto dunque determinante in un mondo sempre più digitalizzato, anche se di «ostacoli ve ne sono ancora». Infatti «vi sono ancora molte app e siti internet non accessibili sui quali gli screenreader non riescono a descrivere determinate icone o immagini. E senza descrizione di cosa succede se si clicca o schiaccia una determinata icona, lo screenreader dirà semplicemente ‘tasto’. Di conseguenza un non vedente non sa cosa accadrà se clicca o schiaccia». In generale, quindi, «i contenuti visivi dovrebbero essere legati anche a contenuti testuali». Ma non solo: «A volte anche le strutture dei siti non sono adatte: ad esempio se a livello di programmazione informatica un titolo non è descritto come tale è un problema, perché il lettore non lo riconosce e quindi nemmeno l’utente cieco». Insomma, orientarsi in un sito diventa così molto difficile.

‘Momento di svolta con l'intelligenza artificiale’

In ogni caso «per una persona non vedente la giornata lavorativa non inizia in ufficio, ma appena si esce di casa: bisogna infatti subito concentrarsi al massimo», spiega Butera. Di conseguenza «se grazie alle nuove tecnologie si riesce a sviluppare strumenti che aiutano e facilitano a compiere, ad esempio, il tragitto casa-lavoro, ben vengano». E in questo contesto «la miniaturizzazione e l’intelligenza artificiale rappresentano un momento di svolta. L’intelligenza artificiale potrebbe, fra l’altro, aiutare molto nell’interpretazione delle immagini».

Da giugno 2025 le aziende europee dovranno adeguarsi

Rendere accessibili app e siti internet è quindi «urgente» per permettere una migliore integrazione delle persone cieche nel mondo del lavoro, ma anche per la vita di tutti i giorni. Come detto al momento nella Confederazione solo le imprese del servizio pubblico devono garantire l’accessibilità ai loro siti internet. Ma qualcosa potrebbe cambiare con l’introduzione, da giugno 2025, di una direttiva dell’Unione europea che obbligherà le aziende che offrono prodotti e servizi su internet (compresi quindi i negozi online) a rendere i loro siti accessibili. «La speranza è che questa direttiva abbia un effetto anche in Svizzera», rileva Butera.

Il 19 ottobre a Bellinzona tavola rotonda di Unitas sull’inclusione professionale

Oggi, 15 ottobre, è la Giornata internazionale del bastone bianco. Un’occasione per Unitas (Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana) di sensibilizzare sulle problematiche delle persone cieche e ipovedenti con la pubblicazione ‘Noi ci siamo!’, il cui tema è la loro inclusione professionale. Tema che sarà poi approfondito sabato 19 ottobre alle 10.30 nella sala del Consiglio comunale a Bellinzona durante una tavola rotonda, moderata da Maurizio Canetta, alla quale parteciperanno, oltre proprio a Luciano Butera, anche Manuele Bertoli (già consigliere di Stato e co-presidente nazionale di Pro Infirmis), Marzio Proietti (direttore di inclusione andicap ticino), Lucia Leoni (operatrice sociale, animatrice al centro diurno Unitas Casa Andreina) e Filippo Martinoli (vicepresidente di Unitas). La conversazione avverrà nel contesto dell’evento ‘Dialogo: una giornata per comprendere cecità e ipovisione’, con il quale si vuole celebrare il centenario dalla nascita del fondatore della Unitas Tarcisio Bisi. Oltre alla tavola rotonda sono pure previsti un bar al buio (dalle 9 nella sala stampa di Palazzo Civico), un’esposizione sulla storia di Unitas e del suo fondatore (dalle 9 nella sala patriziale e nella corte del Municipio), incontri ed esperienze sensoriali.