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Raccogliere le castagne per valorizzare selve e cultura

Da quest’anno la raccolta in programma dal 25 settembre al 5 novembre è affidata a Tior Sa che le rivenderà fresche o secche per la trasformazione

‘Valori organolettici e nutrizionali molto interessanti’
23 settembre 2024
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«Mi ricordo quando da bambino andavo a raccoglierle. E qualche volta ci vado ancora oggi con i miei nipoti». Marco Bassi, direttore di Tior Sa, si riferisce alle castagne, un frutto che fa parte della tradizione della Svizzera italiana a cui è «molto legato». Ed è proprio questo uno dei motivi che hanno spinto Tior ad accettare di prendere in eredità da Paolo Bassetti l'annuale raccolta delle castagne, gestendo i quattro centri dedicati situati a Biasca, Cadenazzo, Vezia e Stabio. Raccolta che è in programma dal 25 settembre al 5 novembre e che permette di «valorizzare le selve castanili e rafforzare la cultura del castagno», è stato sottolineato durante una conferenza stampa tenutasi oggi, 23 settembre, nella selva castanile di Santa Petronilla a Biasca.

‘La speranza è di raggiungere le 50 tonnellate’

«Vogliamo garantire un futuro alla castagna indigena, promuovendone la raccolta», ha affermato Bassi. «L'obiettivo, o la speranza, è di raccoglierne almeno 50 tonnellate, che corrisponde alla media degli ultimi anni». La promozione di questo frutto passa ovviamente anche dal mercato: quelle ‘grandi’ che pesano almeno 14 grammi – vengono pagate 3 franchi al chilo – saranno poi rivendute da Tior come prodotto fresco, mentre quelle piccole – meno di 14 grammi; pagate 1,5 franchi al chilo – verranno essiccate e poi rivendute ad aziende locali per la trasformazione. Aziende come la Sandro Vanini Sa che produce ad esempio i ‘Vermicelles’ ricavati dalla purea di castagne della Svizzera italiana. Un prodotto «molto apprezzato che permette di valorizzare questo frutto indigeno», ha affermato la direttrice Beatrice Fasana, precisando che la società è sempre al lavoro per proporre anche nuovi prodotti come ad esempio un panettone con ‘marrons glacés’ nostrani. «Negli ultimi anni siamo riusciti ad avere una fornitura stabile anche se sappiamo che il potenziale è molto maggiore: sulla carta non dovremmo più importare castagne dall’estero». Per farlo servono però persone che vadano a raccoglierle, con le difficoltà che ciò comporta, come fatica e magari doversi recare in zone discoste. Tuttavia, rimane un'attività parecchio apprezzata, adatta a tutti e che si svolge nella natura.

Favorisce la biodiversità

E proprio la natura trae anche benefici da questa attività: «La biodiversità è molto alta in una selva castanile, perché vi si trovano sia alberi, sia prati», ha spiegato Marco Conedera, dell’istituto di ricerca Wsl. «E questo favorisce la presenza di habitat per diverse specie». Selve la cui presenza non è però scontata: «Vanno gestite attivamente e con cura». Ma anche con una gestione minuziosa emergono difficoltà: «Il castagno soffre in particolare la siccità estiva e questo lo rende più sensibile alle malattie». Resta il fatto che andare a raccogliere castagne aiuta anche in questo contesto, come ha confermato da parte sua Giorgio Moretti, presidente dell’Associazione castanicoltori della Svizzera italiana. Associazione che in particolare promuove la raccolta centralizzata delle castagne indigene, ma che mira a valorizzare tutto ciò che ruota attorno a questo frutto che «ha dei valori organolettici e nutrizionali molto interessanti». Oltre alla promozione sul mercato – «grazie a Tior guardiamo al futuro con fiducia» – si occupa anche di formazione (corsi per diventare castanicoltori), di didattica (schede per le scuole) e di ricerca. Ad esempio a Gudo vi è un frutteto ad alta produzione: «Stiamo cercando strategie per aumentarla, così da poter raccogliere quantitativi maggiori di castagne, visto che la domanda è alta». Che siano molto richieste, lo ha pure confermato Pierre Coulin, direttore di Hochstamm Suisse che si impegna a conservare e a valorizzare le piantagioni di alberi ad alto fusto svizzeri. E «la vendita sul mercato permette di garantire un futuro a questo prodotto», ha aggiunto.

Riassumendo la raccolta centralizzata delle castagne indigene (Castanea sativa) denominata ‘Castagnamo’ è un progetto di promozione della cultura delle selve castanili ticinesi in favore della biodiversità, del paesaggio e delle tradizioni storiche. Concretamente chi va a raccoglierle e non le consuma in famiglia, da mercoledì 25 settembre a martedì 5 novembre le potrà portare alla Tior a Cadenazzo (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17), al magazzino Tior/Foft a Stabio (stessi giorni, ma dalle 14 alle 16), all'azienda Malombra a Vezia (stessi giorni dalle 9 alle 11) e all'ex Arsenale a Biasca (martedì e giovedì dalle 10 alle 11). Carlo Scheggia dell'Associazione castanicoltori della Svizzera italiana ha reso attenti che non saranno ritirate castagne non fresche, secche, ammuffite, messe in acqua, molli, fermentate o quelle ibride dette eurogiapponesi (più grandi rispetto a quelle indigene). Non da ultimo è stato raccomandato di non raccoglierle in selve private senza aver prima chiesto il permesso al proprietario.

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