Il progetto da 2 milioni del Comune per valorizzare la regione è in stand by. Priorità a opere di premunizione per la sicurezza dell'abitato
Una terrazza per il Bellinzonese con una finestra sui cambiamenti climatici. È un progetto nato ormai una decina di anni fa che con il passare del tempo è cresciuto e cambiato: se all’inizio era stato concepito con l’idea di preparare il Comune a essere la porta sud del Parc Adula, con la bocciatura del Parco è stato rivisto e adattato, orientandosi verso il tema del riscaldamento globale con postazioni per osservarne gli effetti. La ‘Terrazza’ era stata ideata dal Municipio di Lumino di allora, prevedeva inizialmente soltanto alcune opere minori per un costo di 200mila franchi; negli anni se ne sono però aggiunte altre che hanno portato il costo del progetto a 2 milioni. Troppo al momento per il Comune che attualmente ha altre priorità. «È sicuramente un progetto che ci sta a cuore ma al momento siamo obbligati a tenerlo in stand by perché abbiamo altre priorità», spiega raggiunto da ‘laRegione’ Enea Monticelli, sindaco di Lumino. La sera del 7 agosto 2021, e durante la notte, a causa di un nubifragio una quarantina di abitazioni presenti nella zona collinare sud di Lumino erano stata invase e danneggiate da fango e detriti fuoriusciti da due riali, il Bruga e il Valentra. Il Municipio aveva iniziato a chinarsi sulla necessità di finanziare opere di premunizione per incrementare la sicurezza delle aree abitate. Nel settembre 2021 il Consiglio comunale aveva stanziato con clausola d’urgenza più di un milione di franchi: metà a copertura dei costi già sostenuti per gli interventi d’urgenza, l’altra metà per la ricostruzione appunto della vasca del riale Valentra e per la realizzazione di una trincea lungo il riale Buseno in via alla Cava. Otto mesi dopo il disastro, nella primavera 2022 il Municipio di Lumino aveva quindi presentato la strategia, condivisa col Cantone, contro i disastri ambientali e nel contempo l’Ufficio cantonale dei corsi d’acqua aveva aggiornato il Piano delle zone di pericolo. Il Masterplan aveva da subito indicato una ventina di situazioni da risolvere per un ammontare preventivato di circa 7 milioni di franchi che, dedotti i sussidi cantonali, si sono ridotti a 2,5 a carico delle casse comunali. Opere necessarie e al centro degli investimenti anche per la corrente legislatura. «Siamo stati costretti a dirottare le risorse finanziarie verso questi doverosi e importanti interventi per rendere sicuro l’abitato e il bosco sopra il Comune», fa presente il sindaco. Quanto al comparto montano, l’anno scorso il Comune ha investito circa 130mila franchi per la sostituzione della fune della funivia Pizzo di Claro.
Nel comparto montano sono attivi diversi attori, tra cui la Società Pizzo di Claro proprietaria della funivia, il suo Cda, l’associazione Amici capanna Brogoldone e il patriziato di Lumino. Il progetto di Terrazza per il Bellinzonese intende mettere in rete tutte queste realtà per cercare delle sinergie. Se l’iniziativa dovesse essere ripresa in mano «sarebbe interessante coinvolgere nuovamente l’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e Valli per un accompagnamento, dato che nel frattempo sono nati altri progetti, altri stanno prendendo forma e si potrebbero quindi avviare delle sinergie e collaborazioni», spiega Monticelli. Progetti come quello della Skywalk 1000, promosso dall’omonima associazione con sede a Lumino e alla quale fa capo un ampio team multidisciplinare, che intende infatti realizzare un ponte tibetano a mille metri di altitudine per unire i due versanti della Valle di Lumino percorsa dal Riale Grande. «Per prima cosa dovremo discuterne con tutti i potenziali attori, per capire se c’è interesse e che tipo di sostegno potremo ricevere», aggiunge. Ma sarà musica per i prossimi mesi o anni, anche perché, come detto, ora la priorità del Comune è la messa in sicurezza dell’abitato.
Il progetto completo prevede due tappe: una prima serie di interventi per un costo di circa 750mila franchi e una seconda da circa 1,2 milioni, per un totale di diciotto opere suddivise in tre zone, ovvero ai piedi della montagna, tra i monti di Saurù e Parusciana e un’ultima a Brogoldone. Nella parte bassa si proponeva la valorizzazione delle sorgenti, con un racconto sull’acqua, e della selva castanile del Pian d’Orbell. Nella zona intermedia, quella più densa di contenuti, il progetto prevedeva una rivalutazione generale dell’area di partenza della funivia che porta ai monti di Saurù, mentre alla stazione di arrivo delle teleferica veniva proposto un restyling aggiungendo punti panoramici e terrazze. Si era pensato anche alla realizzazione di una tirolese, così come al rifacimento di punti panoramici su Claro e sul Bellinzonese: ne esiste già uno che è stato messo in sicurezza, ma che verrebbe valorizzato ulteriormente con la posa di una nuova struttura che consentirebbe di avere una visuale sulla frana di Preonzo. Oltre a ciò si proponeva anche il restyling dei sentieri delle sculture e dei pianeti già presenti, così come, per completare l’offerta, la realizzazione di un osservatorio astronomico sui monti di Saurù. Salendo in quota, a Brogoldone si prevedeva di rendere più accessibili le pareti di arrampicata, inserendo delle prese con diversi livelli di difficoltà oltre a un sentiero interattivo che salisse in direzione Piz de Molinera. Infine, dato che la zona è molto apprezzata dagli amanti della mountain bike, il progetto proponeva di adeguare il sentiero esistente rendendolo adatto anche a questa disciplina.