È successo un mese fa: un ferito. Ma ciò nonostante l’Hunpa, con sede a Faido, traccia un bilancio positivo della sua terza missione paramedica
Nove mesi dopo la seconda missione risalente allo scorso settembre, un team della Humanitarian nursing & paramedical aid, associazione con sede a Faido, attiva nell'assistenza infermieristica e paramedica in ambito umanitario, il 26 maggio è partita dalla base logistica di Biasca per la terza operazione di aiuto e soccorso alla popolazione ucraina. Il rientro si è svolto nella prima settimana di giugno dopo un evento che ha rischiato di comportare conseguenze ben più pesanti: recatosi nella zona di Vovchansk per fornire supporto sanitario durante l’evacuazione di alcuni villaggi rurali dai quali molte persone necessitavano di allontanarsi portandosi appresso i loro animali, dopo aver ricevuto il segnale di via libera dai militari ucraini e aver quasi raggiunto uno dei siti, il veicolo dell'Hunpa è stato investito da un’esplosione, verosimilmente tramite drone. Un operatore è rimasto ferito in modo non grave: medicato sul posto, è stato poi trasportato al pronto soccorso dell’ospedale più vicino per un controllo.
Composta questa volta da Giacomo Della Pietra e Giovanni Pisaneschi, l’unità era giunta il 27 maggio a Kharkiv dopo 1'600 chilometri e trenta ore di viaggio. Qui si è unita ad altri due collaboratori locali già operativi nelle regioni di Kharkiv e Donetsk. Nella periferia di Kharkiv sono state svolti diversi impieghi, a cominciare da visite mediche ad anziani impossibilitati a lasciare le loro abitazioni. Grazie a consulti telefonici diretti con medici ticinesi si è potuto aiutare queste persone ad adattare la loro terapia farmacologica. Di fondamentale importanza, in queste circostanze, è stata la strumentazione a disposizione per assicurare diagnosi e collegamenti di qualità, come pure il kit medico di base e d’urgenza.
Gli operatori di Hunpa hanno anche istruito gli abitanti della regione, con un'età compresa fra i 14 e gli 80 anni, alle prime manovre salvavita in caso di emorragie. Il tema si è rivelato molto sentito perché nella zona, la settimana prima, una persona era morta dissanguata dopo un bombardamento. In altri due villaggi la squadra Hunpa ha eseguito diversi check-up medici a una quarantina di persone rimaste senza assistenza. Il tutto in villaggi socialmente isolati, abitati prevalentemente da anziani impossibilitati a spostarsi verso la città, mancando accompagnatori. Senza contare i collegamenti telefonici problematici e la fornitura di corrente che va a singhiozzo. Da una scuola sono poi partiti alimentari e beni di prima necessità, merci raccolte dagli allievi in favore della popolazione più toccata. L’occasione è stata propizia per istruire gli studenti su come comportarsi in caso di ritrovamento di ordigni inesplosi. Tappa quindi nel centro di Kharkiv per fornire, anche qui, alla popolazione una formazione sull’arresto delle emorragie.
Malgrado l'esplosione – sottolinea l'associazione in un comunicato – la terza missione “è stata coronata da pieno successo. Sono state supportate un centinaio di persone, con una quindicina di consulti di telemedicina dal Ticino, e sono stati distribuiti molti beni di prima necessità in ogni villaggio raggiunto. Importanti e arricchenti inoltre i ripetuti incontri con altre unità di soccorso ucraine attive sul posto, contatti che contribuiscono all’accrescimento dell’esperienza necessaria a lavorare in zone ad alta criticità”.