Stop al Sammelsack che finisce Oltralpe e spazio alla ditta ticinese Puricelli. Da approfondire la raccomandazione della Commissione della concorrenza
Novità in vista per i molti abitanti di Bellinzona che dal 2019 – quando la capitale ticinese aveva avviato il progetto pilota su scala cantonale – sono abituati a separare la plastica domestica infilandola nel Sammelsack da depositare in quattro ecocentri dove la ditta di Bironico RS Recupero Materiali li ritira per trasportarli via camion Oltralpe e consegnarli alla turgoviese InnoRecycling leader nel settore su scala nazionale. La novità si paleserà il prossimo settembre e segue la direttiva governativa, trasmessa l’anno scorso a tutti i Comuni, affinché si privilegi una soluzione ticinese anziché confederata. I sacchi non finiranno dunque più e Eschlikon bensì a Riva San Vitale dove la ditta Puricelli si è dotata di macchinari per il riciclaggio e la trasformazione in scaglie da reimmettere sul mercato ticinese o estero per la ritrasformazione in prodotti plastici.
Cosa cambierà per gli utenti: i sacchi costeranno un pochino meno di oggi, ma potranno accogliere unicamente le plastiche PE e PP e non altre tipologie – come ad esempio il Tetrapack usato per latte e succhi di frutta – che dovranno di nuovo venire infilate nel sacco verde ufficiale dei rifiuti solidi urbani con destinazione l’impianto cantonale d’incenerimento e termovalorizzazione di Giubiasco. Per il resto, i nuovi sacchi saranno acquistabili nei medesimi punti vendita odierni e i luoghi di deposito rimarranno gli attuali quattro (ex Birreria di Carasso, Claro, Giubiasco e Sementina); vi sarà comunque una fase transitoria, sino a fine anno, durante la quale si potranno depositare entrambi i sacchi; quindi, da gennaio 2025, gli ultimi Sammelsack potranno essere conferiti, fino a esaurimento scorte, unicamente all’ex Birreria.
Già altri Comuni, sin dall’anno scorso, hanno affidato il ritiro alla Puricelli; altri, Bellinzona inclusa, hanno chiesto più tempo per la necessità di doversi sganciare da Innorecycling e adeguarsi alla disposizione governativa. La capitale in effetti ha dovuto disdire, rispettando il preavviso tecnico, il contratto con RS e Innorecycling e sottoscrivere quello nuovo con Puricelli, il cui servizio non costerà un franco alla Città (come prima, d’altronde, a parte il periodo in cui il Comune sovvenzionava una parte di Sammelsack per rendere il prezzo competitivo con quello ufficiale riservato ai rifiuti soldi urbani).
Così facendo, il Dipartimento del territorio e il governo cantonale hanno voluto favorire una filiera ticinese ritenendo meno ideale, anche per motivi ambientali, il trasporto Oltralpe dove un terzo della plastica ricevuta, quella non riciclabile, finisce in cementifici e termovalorizzatori della zona. In futuro, questa parte verrà appunto termovalorizzata a Giubiasco alimentando così la rete di teleriscaldamento. Dal canto suo il Municipio cittadino, rispondendo a una recente interrogazione del consigliere comunale Alessandro Lucchini, invoca prudenza sulla parte realmente riciclata da Innorecycling, che potrebbe dunque essere molto minore del 64% indicato dalla ditta stessa; e optando per Puricelli ritiene a ogni modo di “aver fatto un passo in avanti verso un ecobilancio migliore rispetto a quello attuale”.
Nel frattempo però – come anticipato dalla ‘Regione’ sabato 13 aprile – Innorecycling ha ottenuto un punto a suo favore dalla Commissione federale della concorrenza. Comco che in una lettera raccomandata inviata il 27 febbraio all’Associazione dei Comuni ticinesi, con preghiera di trasmetterla a tutte le cancellerie, ha espresso la raccomandazione affinché gli enti locali nelle loro decisioni tengano presente la Legge federale sul mercato interno. Questo “in particolare – si legge – in relazione al trattamento non discriminatorio di offerenti extracantonali nell’ambito di commesse pubbliche per la scelta di imprese di smaltimento delle plastiche, sia nella preparazione dei bandi pubblici, sia nella procedura di aggiudicazione”. In parole povere, secondo la Comco i Comuni dovrebbero evitare l’incarico diretto e pubblicare un concorso pubblico per il ritiro delle plastiche. E che vinca il migliore. Già, ma su quale base poggiare poi la decisione? Non il prezzo, perché i Comuni mettono semplicemente a disposizione le rispettive aree di raccolta, ossia pochi metri quadrati negli ecocentri. A meno che questa ‘messa a disposizione’ non divenga un incasso per i Comuni, che alla fine potrebbero privilegiare la ditta che offre di più.
Dal canto suo la Cancelleria di Bellinzona spiega di non avere a tutt’oggi ricevuto dall’Associazione dei Comuni la raccomandazione Comco, nonostante risalga al 4 marzo un invio collettivo effettuato via mail. Una copia le è comunque giunta in modo informale e prossimamente il Municipio dovrà giocoforza fare delle valutazioni dal profilo giuridico e operativo. Materia per il neoeletto Vito Lo Russo, cui è stato affidato il Dicastero anziani e ambiente cui compete la gestione dei Servizi urbani, rifiuti inclusi. Intanto, stando a nostre informazioni, la Città non farà nell’immediato passi indietro visto che sta per entrare nel vivo il nuovo incarico sottoscritto con Puricelli; qualcosa potrebbe eventualmente cambiare a dipendenza di come il Consiglio di Stato reagirà alla raccomandazione Comco.
Presa di posizione governativa che i Comuni attendono, ritenendola utile per una lettura completa e precisa della situazione, in ottica futura. In soldoni, qualora s’imponesse una messa a concorso del servizio, come sostiene la Comco, i Comuni a breve termine si vedrebbero costretti a riaffrontare l’iter nel rispetto della legge.